Se siete abituati ad acquistare online su piattaforme di “fast fashion” – tipo Shein o Temu, per capirci – da luglio 2026 spenderete di più.
Il Consiglio Ecofin dell’Unione europea, riunito a Bruxelles, ha approvato l’introduzione di un dazio doganale fisso temporaneo di 3 euro sui pacchi di valore inferiore ai 150 euro provenienti da Paesi extra-UE. La misura, pensata principalmente per il commercio elettronico, entrerà in vigore il 1° luglio 2026 e resterà attiva fino all’applicazione definitiva della riforma doganale europea che eliminerà la soglia di esenzione dai dazi.
Si tratta di un provvedimento che interessa soprattutto i piccoli invii provenienti da marketplace internazionali, in larga parte dalla Cina, che finora beneficiavano dell’esenzione dai dazi doganali.
Come funziona il nuovo dazio sui pacchi sotto i 150 euro
Secondo quanto riportato nel comunicato ufficiale del Consiglio Ue, il nuovo prelievo fisso:
- si applicherà alle spedizioni di valore inferiore a 150 euro;
- riguarda i beni introdotti nell’Unione tramite piccoli invii legati all’e-commerce;
- sarà applicato solo ai venditori extra-UE registrati al sistema IOSS (Import One-Stop Shop) ai fini IVA.
Il sistema IOSS copre circa il 93% dei flussi di commercio elettronico verso l’UE, rendendo la misura ampia ed efficace. L’obiettivo è uniformare il trattamento fiscale e doganale dei prodotti acquistati online da Paesi terzi, garantendo condizioni di concorrenza più eque per i venditori europei.
Perché l’UE introduce un dazio sui piccoli pacchi
Il Consiglio europeo ha chiarito che il nuovo dazio risponde a diverse criticità:
- Concorrenza sleale verso gli operatori europei, penalizzati dai bassi costi di produzione e spedizione dei prodotti extra-UE.
- Rischi per la salute e la sicurezza dei consumatori, legati all’arrivo massiccio di prodotti di bassa qualità o non conformi agli standard europei.
- Aumento delle frodi fiscali e doganali sui piccoli invii.
- Impatto ambientale associato all’enorme quantità di pacchi di piccolo valore.
La misura intende quindi arginare il flusso di articoli economici e spesso scadenti che entrano nel mercato europeo.
Durata e passaggio alla riforma definitiva
Il dazio fisso temporaneo rimarrà in vigore fino all’attuazione dell’accordo permanente raggiunto nel novembre 2025, che prevede:
- l’eliminazione totale della soglia di esenzione dai dazi doganali per le merci sotto i 150 euro;
- l’applicazione delle aliquote doganali ordinarie dell’UE a tutti i prodotti, indipendentemente dal loro valore.
La Commissione europea, inoltre, valuterà regolarmente la possibilità di estendere il prelievo anche ai venditori non registrati al sistema IOSS.
Dazio fisso e handling fee: due misure diverse
Il Consiglio Ue ha precisato che il nuovo dazio da 3 euro non va confuso con la proposta di una possibile “handling fee” — un costo di gestione — ancora in discussione nell’ambito della più ampia riforma doganale e del negoziato sul quadro finanziario pluriennale dell’UE.
Si tratta quindi di due interventi distinti, con finalità e meccanismi diversi.
Relazione con le misure italiane: la proposta di tassa da 2 euro
Parallelamente al dibattito europeo, in Italia è presente in Manovra una proposta di tassa nazionale da 2 euro sui pacchi sotto i 150 euro provenienti da Paesi extra-UE.
Tale proposta è separata dal dazio europeo, ma va nella stessa direzione: ridurre la concorrenza sleale nel settore e limitare l’ingresso di prodotti low-cost non conformi.
Le reazioni
La reazione dell’Unione Nazionale Consumatori, nelle parole del presidente Massimiliano Dona:
“Di male in peggio! Dai 2 euro ipotizzati si è passati a 3 euro, con un rialzo del 50%. Una decisione contro i consumatori che determinerà un rincaro dei pacchi come minimo del 2% per quelli che costano 150 euro, ma che inciderà in misura sempre maggiore più il prezzo del pacco sarà basso. In pratica, se si acquista un prodotto che vale 3 euro il prezzo raddoppierà”.
“Una decisione ancor più vergognosa dato che viene spacciata come presa per la salute e la sicurezza dei consumatori. Se fosse così sarebbe gravissimo, dato che un pacco che mette a rischio la salute del consumatore non dovrebbe proprio varcare le nostre frontiere e le piattaforme che li vendono dovrebbero essere perseguite e sanzionate, se non chiuse. Così diventa un paradosso: se paghi 3 euro allora puoi mettere a rischio la tua salute”.