Dazi al 50% sui whiskey americani? Gli Usa rispondono con dazi del 200% sui vini europei
Francia: "Non cederemo alle minacce". La Commissione Europea: "Pronti a tutto, ma necessario il dialogo". Per l'Italia sarebbe un disastro

Ritorsione del tycoon contro le tariffe dell'Ue:
"Se non dovesse rimuovere il dazio del 50% sul whisky, applicheremo tariffe del 200% su tutti i vini".
Il presidente Usa definisce l'Europa "una delle autorità fiscali e tariffarie più ostili e abusive al mondo".
Questa nuova ondata di dazi e contromisure non riguarda solo l’Europa e gli Stati Uniti, ma potrebbe avere ripercussioni su scala globale. Il rischio è che le economie mondiali vengano colpite da un'escalation protezionistica, con un impatto diretto su settori strategici e sui consumatori di entrambe le sponde dell’Atlantico.
Tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea
Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea si intensificano nuovamente, con il presidente americano Donald Trump che minaccia pesanti ritorsioni tariffarie sui prodotti alcolici europei. La questione nasce dall'imposizione da parte dell'UE di un dazio del 50% sul whisky, una mossa che ha scatenato l'ira di Washington.
In un post su Truth Social, Trump ha attaccato duramente Bruxelles, definendola "una delle autorità fiscali e tariffarie più ostili e abusive al mondo, creata al solo scopo di approfittare degli Stati Uniti". Ha poi lanciato un ultimatum:
"Se questa tariffa non verrà rimossa immediatamente, gli Stati Uniti applicheranno a breve una tariffa del 200% su tutti i vini, gli spumanti e i prodotti alcolici provenienti dalla Francia e da altri Paesi dell'UE. Questo sarà ottimo per le aziende vinicole e spumantistiche negli Stati Uniti".
Francia: "Non cederemo alle minacce"
Dalla Francia non si è fatta attendere la risposta del governo. Il ministro del Commercio estero e per i francesi all'estero, Laurent Saint-Martin, ha replicato con fermezza su X:
"Trump sta intensificando la guerra commerciale che ha scelto di lanciare. La Francia resta determinata a rispondere, con la Commissione europea e i nostri partner". Ha poi aggiunto: "Non cederemo alle minacce e proteggeremo sempre le nostre filiere".
Droits de douane: "Nous ne voulons pas d'une guerre commerciale mais l'Europe ne va se laisser faire", déclare Laurent Saint-Martin, ministre du Commerce extérieur pic.twitter.com/CDoxHKUUwF
— BFMTV (@BFMTV) March 13, 2025
La Commissione Europea: "Pronti a tutto, ma necessario il dialogo"
Anche la Commissione europea è intervenuta sulla questione, ribadendo la propria posizione. Olof Gill, portavoce dell'UE, ha dichiarato:
"Siamo preparati per qualsiasi cosa possa accadere. E ci stiamo preparando da oltre un anno". Gill ha sottolineato che l'Unione Europea non è parte del problema, riferendosi alle tariffe imposte dagli Stati Uniti sulle importazioni di acciaio e alluminio. "L'idea che l'UE sia responsabile di queste tensioni è profondamente sbagliata".
We deeply regret the US tariffs imposed on Europe.
Tariffs are taxes.
They are bad for business, and even worse for consumers.
Today Europe takes strong but proportionate countermeasures.
We remain ready to engage in dialogue ↓ pic.twitter.com/5m1bGZjnsx
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) March 12, 2025
Il portavoce ha inoltre ribadito la necessità di collaborazione:
"Riteniamo che dovremmo lavorare con gli Stati Uniti per affrontare il vero problema, ovvero la sovraccapacità globale di acciaio e alluminio. Abbiamo istituito un dialogo strategico per il settore siderurgico, in cui questo tipo di questioni verranno analizzate per trovare soluzioni".
Le contromisure dell'Unione Europea
L’Unione Europea non è rimasta a guardare e ha annunciato una serie di contromisure per proteggere le proprie aziende e i consumatori dagli effetti delle restrizioni commerciali imposte dagli Stati Uniti.
La Commissione ha deciso di reimporre le misure di controbilanciamento sospese nel 2018 e nel 2020. Dal 1° aprile, una volta scaduta la sospensione, torneranno in vigore dazi su prodotti americani che vanno dalle barche al bourbon, fino alle motociclette Harley Davidson.
Ulteriori misure aggiuntive, previste per metà aprile 2025, riguarderanno una vasta gamma di prodotti industriali e agricoli, tra cui acciaio, alluminio, tessuti, pelletteria, elettrodomestici, utensili per la casa, materie plastiche, prodotti in legno, nonché generi alimentari come pollame, carne bovina, frutti di mare, noci, uova, latticini, zucchero e verdure.
Sulla questione è intervenuta anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha espresso preoccupazione per l’inasprimento delle tensioni commerciali.
"Gli Stati Uniti applicano una tariffa del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio. Ci rammarichiamo profondamente di questa misura. Le tariffe sono tasse, dannose per le aziende e per i consumatori. Interrompono le catene di approvvigionamento e portano incertezza economica", ha dichiarato.
We deeply regret the US tariffs imposed on Europe.
Tariffs are taxes.
They are bad for business, and even worse for consumers.
Today Europe takes strong but proportionate countermeasures.
We remain ready to engage in dialogue ↓ pic.twitter.com/5m1bGZjnsx
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) March 12, 2025
Von der Leyen ha annunciato che le contromisure europee ammonteranno a 26 miliardi di euro, un valore che corrisponde all'impatto economico delle tariffe statunitensi, sottolineando che si tratta di una risposta "forte ma proporzionata". Le misure entreranno in vigore in due fasi: una prima tranche dal 1° aprile e la piena operatività dal 13 aprile.
"Rimaniamo aperti alle trattative. Crediamo fermamente che in un mondo pieno di incertezze geopolitiche ed economiche, non sia nel nostro interesse comune gravare le nostre economie con tariffe. Per questo ho incaricato il Commissario per il commercio, Maros Sefcovic, di riprendere i colloqui con gli Stati Uniti per esplorare soluzioni migliori", ha concluso von der Leyen.
Conto salatissimo per il settore vini italiani
Focalizzandoci sull'economia nostrana, sarebbe pesante l’impatto stimato da Unione italiana vini per il vino italiano dei dazi al 25% annunciati dall’amministrazione Trump che potrebbero coinvolgere anche il settore. Un effetto a cerchi concentrici, che parte dagli Usa – dove la perdita diretta stimata sarebbe attorno ai 472 milioni di euro, per un saldo rispetto allo scorso anno a -25% – e si allarga ai Paesi impattati direttamente dalle nuove tariffe, per i quali sono previsti rallentamenti economici se non recessione.
“Per rimanere nel mercato statunitense, che vale per noi circa 1,9 miliardi di euro e il 24% del totale export del settore, ci appelliamo ai nostri partner americani, importatori e distributori. L’obiettivo è fare squadra con le nostre imprese del vino per cercare di ammortizzare insieme il surplus dei costi derivanti dalla guerra commerciale".
Ci rendiamo conto che questo sacrificio non sarebbe di facile attuazione e determinerebbe nel breve dinamiche antieconomiche, ma l’imperativo è comunque salvare il mercato e il rapporto speciale che ci lega con i consumatori statunitensi. L’ipotesi dazi al 25% determinerebbe infatti una quasi totale uscita dal mercato, che sarebbe peggiore rispetto alle cifre sopra elencate".
Infine, un appello alla diplomazia italiana ed europea:
"In questo mese che ci separa dalle decisioni che saranno adottate dall'amministrazione americana, chiediamo il massimo sforzo della diplomazia italiana ed europea, affinché si avvii, già da adesso, un negoziato sul futuro delle relazioni commerciali con gli Stati Uniti. Il vino deve essere "nella valigetta" delle proposte della Commissione, in merito al riequilibrio commerciale tra i due blocchi”.