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Dall'Ue primo sì per le case green in classe D dal 2035: ecco chi dovrà ristrutturare

E' davvero così drammatica la situazione? La direttiva non prevede sanzioni per il singolo che decide di non adeguare le prestazioni energetiche della propria casa

Dall'Ue primo sì per le case green in classe D dal 2035: ecco chi dovrà ristrutturare
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Sta facendo discutere e anche seminando il panico (non esattamente motivato, come vedremo analizzando le disposizioni) il tema delle "case green" dopo che il Parlamento europeo ha approvato la direttiva per l'efficienza energetica degli edifici in tutta Europa. L’ok della Plenaria è arrivato con 343 voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astenuti. Levata di scudi dal Governo Meloni.

Analizziamo i fatti punto per punto, a partire da chi dovrà ristrutturare e le tante eccezioni concesse, oltre al tema dei soldi pubblici finalizzati a questo adeguamento, concludendo con una notizia che passa sempre sottotraccia: a decidere le eventuali sanzioni per chi non si adegua non sarà l'Europa, bensì in singoli Paesi.

Case Green: tempistiche

Partiamo dalle tempistiche: l’approvazione non vuol dire che l'entrata in vigore del provvedimento è vicina. Il recepimento degli Stati membri, infatti, probabilmente non avverrà prima del 2025. Ora - dopo l’approvazione della Commissione europea arrivata il 9 febbraio, il via libera dell’Eurocamera di ieri, 14 marzo 2023 - inizia il negoziato tra Commissione, Parlamento europeo e governi. Per avere tutto nero su bianco si potrebbe arrivare a luglio, mentre prima del 2025 è difficile che la direttiva diventi operativa.

Chi dovrà ristrutturare?

Per differenziare le classi energetiche, in Italia, vengono usati degli indicatori (A4, A3, A2, A1, B, C, D, E, F, G) che vanno da A4, che indica la classe energetica più performante a G, la meno performante. Entro il primo gennaio 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno rientrare nella classe energetica E. Tre anni più tardi, 2033, sarà obbligatorio passare alla classe D, per arrivare alle emissioni zero al 2050. Gli edifici nuovi dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Per quelli di proprietà o gestione pubblica la scadenza è fissata al 2026.

Sistema di classificazione energetica in Italia

A specificare la classificazione energetica di un immobile è l’Attestato di prestazione energetica (Ape), che deve essere rilasciato da un tecnico. Quest’ultimo è chiamato a svolgere una serie di indagini utili ad accertare tutte le caratteristiche strutturali dell’edificio, prendendone in considerazione vari parametri, tra cui la caldaia, la qualità degli infissi e la presenza di impianti in grado di produrre energia.

Secondo l’Ance in Italia sono 1,8 milioni di edifici meno efficienti del parco nazionale. Ovvero quelli per i quali l’intervento sarà prioritario.

I (tanti) esenti

Veniamo ora ad un tema che scalda il centrodestra che fa presente quanto il patrimonio nostrano, proprio per la natura artistica, storica e urbanistica di molte province, sia vetusto. E' bene che sia chiaro che vi sono moltissime esenzioni in merito: ogni Paese può esentare fino al 22% del totale degli immobili. Inoltre, dagli interventi, sono esclusi i monumenti, le case di vacanza (abitate meno di 4 mesi l'anno), i palazzi storici protetti, le chiese e altri edifici di culto, le abitazioni indipendenti con una superficie inferiore a 50 metri quadrati.

E ancora: i governi potranno estendere le esenzioni anche alle case popolari, nel caso in cui le ristrutturazioni dovessero poi comportare un aumento degli affitti superiore a eventuali risparmi sulle bollette energetiche.

La discrezionalità concessa agli Stati, come si evince, è sostanziosa.

Finanziamenti pubblici

La direttiva prevede inoltre di sostenere le ristrutturazioni, o comunque una parte di queste, con soldi pubblici. Per farlo non prevede lo stanziamento di nuovi fondi europei, però il testo approvato a Strasburgo chiede che 110 miliardi di finanziamenti comunitari già stanziati, possano essere reindirizzati proprio per aiutare a sostenere i costi delle ristrutturazione, soprattutto per le famiglie meno abbienti. Quindi, in buona sostanza, se si riesce a mettere in piedi uno stanziamento adeguato - e qui la differenza la faranno anche i Governi degli Stati membri - si otterranno ristrutturazioni, adeguamenti e un calo vertiginoso dei prezzi delle bollette, avendo edifici che consumano meno (e inquinano meno, non mettendo a rischio la salute della collettività).

In Italia gli incentivi in vigore per questi interventi arrivano già al 65%.

Le ragioni

Secondo i dati della Commissione europea, gli edifici sono responsabili di circa il 40% del consumo totale di energia in Europa e di un terzo di tutte le emissioni di gas serra del settore energetico.

E' giusto che i cittadini abbiano chiaro il quadro di cosa comporta avere edifici altamente inquinanti per la loro salute e come i consumi legati ad alloggi vetusti incidano sull'aspettativa di vita, come ha recentemente chiarito Legambiente con il consueto report sulla qualità dell'aria.

Se le questioni salute e inquinamento sono prioritarie, non va lasciata nel dimenticatoio nemmeno quella economica: un immobile di classe A vale almeno il 30% in più di uno di classe G. Quindi l’efficientamento in realtà ha tre vantaggi: 1 valorizza l’immobile, 2 più della metà dei costi sostenuti possono essere detratti dalla dichiarazione Irpef in dieci anni, 3 un risparmio sulle bollette dal 20 al 50%.

Nessuna sanzione prevista per i singoli

Veniamo a una domanda che si stanno ponendo in molti: che multa mi toccherà pagare se non mi adeguo? Nulla, la direttiva non prevede sanzioni per il singolo che decide di non migliorare le prestazioni energetiche della propria casa.

In questi casi ci pensa il mercato stesso a determinarne un deprezzamento. A carico del Paese invece, in caso di mancato recepimento o attuazione della direttiva nei tempi stabiliti, si aprirebbe la procedura d’infrazione, che vuole dire pagare una multa.

Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia hanno parlato di una "europatrimoniale nascosta", voluta da una "maggioranza, accecata dall’ideologia green". Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, promette: "Daremo battaglia".

Il Pd invece, attraverso il capodelegazione a Strasburgo, Brando Benifei, lo definisce un testo "bilanciato", sottolineando che "presenta adeguate flessibilità per i Paesi Membri e alcune deroghe mirate e necessarie, come per gli edifici protetti o di valore storico e architetturale".

"Nessuna richiesta irrealistica"

A puntualizzare, ulteriormente, le intenzioni è Ciarán Cuffe, relatore nel Parlamento europeo della proposta di direttiva sull’efficienza energetica degli immobili, attualmente in discussione a livello comunitario.

Ciarán Cuffe
Ciarán Cuffe

"Ciascun paese sarà chiamato a mettere a punto il proprio piano nazionale di ristrutturazione degli immobili. In altre parole, l’intero processo sarà guidato dalle condizioni nazionali, e dipenderà dallo stock degli edifici, dalla disponibilità di materiali e di lavoratori. Vogliamo essere certi di non imporre richieste irrealistiche ai proprietari o agli occupanti. È detto chiaramente nell’articolo 3, comma 4 del testo in discussione. La Commissione sarà chiamata a valutare il livello di ambizione del singolo piano e verificare, tra le altre cose, che ci sia stato una consultazione pubblica (…) Insomma, c’è una attenzione significativa sull’approccio nazionale alla ristrutturazione.”

Meloni tuona: "Irragionevole"

Non è del medesimo avviso la premier Giorgia Meloni che, nella giornata di ieri, 15 marzo 2023, ha tuonato durante il question time alla Camera:

"La direttiva case green rischia di danneggiare l’Italia. Non siamo pericolosi negazionistici climatici, ma serve un approccio pragmatico. La decisione dell’Unione Europea è irragionevole, serve un approccio graduale"-

Allineato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin:

"La direttiva della Commissione non è condivisibile per i vincoli perentori che impone. Ancora di meno è accettabile la posizione approvata dal Parlamento europeo, che la irrigidisce ancora di più, ponendo addirittura vincoli individuali sulle proprietà".

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