Da Como a Padova: gli albergatori italiani si "ribellano" allo stradominio di Booking
Federalberghi ha confermato il proprio sostegno all’iniziativa guidata da HOTREC, l’associazione europea dell’ospitalità, e da una vasta rete di associazioni alberghiere continentali

In una presa di posizione senza precedenti, gli albergatori italiani – affiancati da colleghi di altri 25 Paesi europei – hanno avviato una causa collettiva contro Booking.com.
In sostanza, in passato, se voleva aderire al circuito Booking, un hotel non poteva offrire un prezzo più basso direttamente al cliente sul proprio sito o offrire sconti e pacchetti esclusivi tramite i propri canali diretti. In pratica Booking voleva evitare che gli hotel si facessero pubblicità sulla sua piattaforma, per poi offrire un prezzo migliore sul proprio sito. Le clausole di parità tariffaria sono state abolite o fortemente limitate: oggi gli albergatori, supportati dalle associazioni di categoria, stanno avviando azioni legali collettive per chiedere il risarcimento dei danni subiti.
Causa allo stradominio di Booking
L’annuncio è arrivato ufficialmente il 28 maggio 2025 attraverso una nota di Federalberghi, che ha confermato il proprio sostegno all’iniziativa guidata da HOTREC, l’associazione europea dell’ospitalità, e da una vasta rete di associazioni alberghiere continentali.
L’azione legale trova il suo fondamento nella sentenza emessa il 19 settembre 2024 dalla Corte di giustizia dell’Unione europea. In quella data, i giudici europei hanno stabilito che le cosiddette clausole di parità tariffaria – imposte per anni da Booking.com agli hotel – rappresentano una violazione del diritto della concorrenza dell’UE. In pratica, queste clausole impedivano agli albergatori di offrire prezzi inferiori rispetto a quelli indicati sulla piattaforma, anche sui propri siti ufficiali.
Da Como a Padova: gli albergatori italiani si "ribellano"
Secondo Federalberghi, le clausole di parità tariffaria hanno creato uno svantaggio competitivo significativo per gli hotel italiani. Queste condizioni contrattuali hanno bloccato la concorrenza tra piattaforme online, gonfiando artificialmente le commissioni dovute dagli hotel e limitando drasticamente le vendite dirette. L’autonomia commerciale delle strutture ricettive è risultata fortemente compromessa.
“La conseguenza diretta è stata un danno economico ingente per le imprese turistiche italiane”, sottolinea Federalberghi, che evidenzia il diritto, riconosciuto dal diritto comunitario, di ottenere un risarcimento per le perdite subite. L’arco temporale considerato per la richiesta di risarcimento è ampio: dal 2004 al 2024. Gli hotel che parteciperanno potranno potenzialmente recuperare una quota consistente delle commissioni versate a Booking.com, comprensive degli interessi maturati.

Una mobilitazione diffusa: il fronte italiano si compatta
L’iniziativa non è rimasta lettera morta: in tutta Italia, gli albergatori stanno rispondendo con entusiasmo. Sul Lago di Como, uno dei simboli del turismo italiano, Confcommercio Como ha rilanciato l’appello di Federalberghi invitando tutti gli alberghi locali ad aderire. “È un’opportunità concreta per tutelare i propri diritti e sostenere un mercato più equo”, ha dichiarato Luca Leoni, presidente degli Albergatori di Confcommercio Como.
Sulla stessa linea anche gli operatori del territorio lecchese. Severino Beri, presidente di Federalberghi Lecco, denuncia con decisione la posizione dominante esercitata da Booking.com:
“Siamo arrivati al punto in cui un albergatore non può nemmeno fare uno sconto sul proprio sito, altrimenti viene penalizzato dalla piattaforma”. Un rapporto che, a suo dire, si è trasformato negli anni da opportunità a boomerang.
Anche il Friuli Venezia Giulia non resta a guardare. Enrico Guerin, presidente regionale di Confcommercio Federalberghi, ha annunciato la piena adesione alla causa collettiva.

A Padova, Monica Soranzo – presidente di Padova Hotels Federalberghi Ascom Confcommercio – usa una metafora efficace:
“Il rapporto tra Booking e gli albergatori è quasi un soggetto da serie tv, tanto è intricato e annoso. Ma questa volta sembra esserci davvero la possibilità di ottenere giustizia”.
Le basi legali della causa
A rafforzare la credibilità dell’iniziativa è il team di giuristi ed economisti di alto profilo incaricato di condurre la causa. Si tratta degli stessi esperti che hanno ottenuto la storica sentenza della Corte di giustizia del 2024. Federalberghi invita tutti gli alberghi interessati a registrarsi sulla piattaforma ufficiale dell’iniziativa, www.mybookingclaim.com. Il termine ultimo per partecipare è fissato al 31 luglio 2025.
La replica di Booking.com: "Le conclusioni sono fuorvianti"
Booking.com, da parte sua, ha replicato prontamente alla comunicazione di HOTREC e Federalberghi. In una nota, la piattaforma afferma di non essere stata formalmente informata dell'azione legale a livello europeo e giudica “fuorvianti” le conclusioni tratte a partire dalla sentenza della Corte UE.
Secondo la versione di Booking.com, la decisione della Corte si riferisce esclusivamente a un contenzioso tra la piattaforma e alcuni hotel tedeschi, relativo al periodo 2006–2016 e circoscritto al mercato tedesco. La Corte, precisano, non avrebbe stabilito che le clausole di parità tariffaria siano di per sé anticoncorrenziali, ma ha semplicemente rinviato al tribunale distrettuale di Amsterdam la valutazione finale sul caso.
Un fronte compatto in Europa
Oltre all’Italia, sono numerose le associazioni nazionali degli albergatori che hanno deciso di aderire all’azione collettiva. Fra i Paesi coinvolti figurano Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svizzera.