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Cos'è lo strumento Anti-Coercizione dell'Ue. Pronto all'uso se i negoziati fallissero

Davanti alla minaccia di dazi statunitensi al 30%, Bruxelles congela le contromisure e punta ancora sulla diplomazia

Cos'è lo strumento Anti-Coercizione dell'Ue. Pronto all'uso se i negoziati fallissero
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In un clima internazionale sempre più instabile, con la politica commerciale che torna a essere terreno di scontro tra potenze globali, l’Unione Europea risponde con fermezza ma cautela. È quanto sta accadendo nel confronto con gli Stati Uniti di Donald Trump, che ha annunciato dazi punitivi del 30% su tutte le esportazioni europee a partire dal 1° agosto 2025.

Cos'è lo strumento Anti-Coercizione dell'Ue. Pronto all'uso se i negoziati fallissero
Von der Leyen e Trump

A questo ultimatum si è aggiunto un avvertimento: in caso di ritorsioni europee, Washington rilancerà con ulteriori dazi della stessa entità.

In questo contesto, Bruxelles ha scelto di congelare – almeno per ora – l’attuazione del secondo pacchetto di contromisure commerciali. La sospensione, inizialmente prevista fino al 14 luglio, è stata prorogata, offrendo un’ulteriore finestra per tentare la strada del dialogo. Una scelta strategica, quella dell’Unione, che mira a mantenere aperta la via diplomatica, pur ribadendo di essere pronta a difendere gli interessi del mercato unico.

“Preferiamo una soluzione negoziata”, ha dichiarato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, “ma l’Ue è pienamente preparata a introdurre contromisure proporzionate, se necessario”.

E in questa possibile reazione, un ruolo centrale potrebbe essere giocato dallo Strumento Anti-Coercizione, una misura varata dall’Ue nel 2023 per affrontare situazioni di pressione economica esercitata da potenze extraeuropee.

Cos'è lo Strumento Anti-Coercizione?

Lo Strumento Anti-Coercizione (Anti-Coercion Instrument – ACI) è uno strumento giuridico e politico approvato dall’Unione Europea nel 2023, nato per rispondere a casi in cui Paesi terzi utilizzano la leva economica – come dazi, blocchi commerciali o boicottaggi – per esercitare pressioni politiche su Bruxelles o sugli Stati membri.

L’obiettivo è duplice: dissuadere l’uso di queste pratiche tramite una risposta credibile e reagire con misure proporzionate, solo se il dialogo fallisce.

“È pensato per situazioni straordinarie, e non siamo ancora a quel punto”, ha detto von der Leyen. “Tuttavia, è uno strumento che l’Unione tiene sul tavolo, pronta a impiegarlo se necessario”.

Un precedente chiave: il caso Lituania–Cina

La spinta a dotarsi di uno strumento simile è arrivata nel 2021, quando la Cina impose restrizioni commerciali alla Lituania, dopo che Vilnius aveva annunciato il rafforzamento delle relazioni diplomatiche con Taiwan. Le imprese lituane si trovarono improvvisamente escluse dal mercato cinese, con merci bloccate in dogana, documentazione respinta e interruzioni improvvise dei contratti.

L’episodio ha evidenziato la vulnerabilità dell’Ue di fronte a pressioni economiche dirette, portando alla definizione di un quadro normativo condiviso per difendere l'autonomia politica e commerciale del continente.

Come funziona lo strumento anti-coercizione

Lo strumento opera su due livelli:

  • Fase diplomatica. La Commissione europea avvia un confronto formale con il Paese responsabile delle misure coercitive, chiedendo la loro cessazione. Si cerca una soluzione negoziale, tramite canali bilaterali o internazionali.
  • Fase sanzionatoria. Se il dialogo fallisce, l’Ue può attivare contromisure proporzionate, che variano in base alla gravità della situazione e all’impatto subito.

Le possibili contromisure includono:

  • Dazi doganali o restrizioni commerciali su merci provenienti dal Paese responsabile
  • Limitazioni agli appalti pubblici per imprese di quel Paese nell’Ue
  • Controlli o blocchi agli investimenti esteri diretti, soprattutto se operati da aziende controllate dallo Stato terzo
  • Restrizioni ai servizi, come sospensione delle autorizzazioni per operare nel mercato europeo
  • Azioni su brevetti e proprietà intellettuale, comprese revoche di licenze
  • Sanzioni mirate a persone fisiche o imprese coinvolte, con divieti e obblighi specifici.

Tutte le misure sono costruite secondo criteri di proporzionalità e minimizzazione dell’impatto per le imprese e i cittadini europei. Per le situazioni più gravi, è previsto anche un meccanismo di adozione accelerata, per reagire rapidamente.

Due pacchetti di contromisure già pronti

Mentre la diplomazia europea cerca ancora una via di uscita dal braccio di ferro con Washington, il meccanismo anti-coercizione rimane lo strumento d’emergenza sul tavolo. Ma Bruxelles non è del tutto scoperta: due pacchetti di contromisure sono già stati preparati dalla Commissione e condivisi con gli Stati membri.

Il primo pacchetto, attualmente congelato, colpirebbe beni simbolici dell’“America profonda”: motociclette Harley-Davidson, capi d’abbigliamento Levi’s, alimenti tipici come burro d’arachidi, mais del Midwest e soia della Louisiana. Il valore stimato delle misure sarebbe di circa 21 miliardi di euro.

Il secondo pacchetto, ancora più incisivo, prevede dazi sul settore tech e automotive, con un impatto stimato di fino a 72 miliardi di euro. In ultima istanza, se il conflitto dovesse ulteriormente aggravarsi, si valutano anche limitazioni alle attività delle Big Tech americane in Europa, che finora hanno goduto di condizioni particolarmente favorevoli nel mercato comunitario.

Le prossime mosse: l’Europa tra fermezza e prudenza

Oggi, 13 luglio 2025, i 27 ambasciatori dell’Ue riuniti nel Coreper (Comitato dei Rappresentanti Permanenti) discutono il da farsi. Le scelte saranno cruciali per definire il futuro delle relazioni transatlantiche e il ruolo dell’Europa in un contesto globale segnato da un crescente uso della forza economica come strumento politico.

La sfida per Bruxelles è duplice: difendere la propria autonomia strategica senza rompere i ponti con l’alleato storico. Lo Strumento Anti-Coercizione offre una risposta giuridica strutturata, ma la sua forza, oggi più che mai, sta anche nel valore deterrente che può esercitare prima ancora di essere attivato.