guerra finanziaria

Cosa vuol dire che la Russia non accetterà più pagamenti in dollari ed euro per il gas in Europa, ma solo rubli

La moneta russa riprende vigore, e il prezzo del gas sale. I contratti però saranno rispettati.

Cosa vuol dire che la Russia non accetterà più pagamenti in dollari ed euro per il gas in Europa, ma solo rubli
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Vladimir Putin risponde alle sanzioni di Europa e Stati Uniti. Il presidente ha dichiarato che la Russia non accetterà più pagamenti in dollari o euro per il suo gas consegnato in Europa. Da ora in poi si potrà pagare solo in rubli. Un annuncio che ha colto un po' di sorpresa le borse europee, che hanno immediatamente fatto segnare un calo: Francoforte ha perso l'1,3%, Madrid l'1,4, Parigi e Milano l'1%. La moneta russa, invece, ha ripreso vigore scendendo sotto 100 dollari (98,8) e passando da 112 a 107 sull'euro, ma resta comunque debole rispetto a prima del conflitto, quando bastavano 75 rubli per fare un dollaro.

 La Russia non accetterà più pagamenti in dollari ed euro per il gas in Europa


A livello politico l'annuncio dello "zar" si configura come una risposta alle sanzioni contro la Russia, tant'è che la misura  riguarderà soltanto i Paesi considerati ostili dal Cremlino (elenco di cui fa parte pure l'Italia). Putin, peraltro, ha fretta e ha annunciato che la misura dovrà essere attuata il prima possibile, dando tempo una settimana a Governo e banca centrale  per risolvere la questione dal punto di vista tecnico.

Ma soprattutto è la dimostrazione che questa guerra non è solo combattuta sul campo ma è anche un conflitto finanziario. Dopo l’annuncio putiniano, infatti,  i prezzi del gas sono schizzati al rialzo con un incremento di oltre il 30% superando i 125 euro per megawatt/ora.

Questione "solo" di moneta, non di forniture

Al di là dell'aspetto monetario, l'annuncio di Putin non significa che la Russia chiuderà i rubinetti del gas (anche perché gli frutta circa un miliardo di dollari al giorno). I contratti, dunque, saranno rispettati.  

Cambierà invece la moneta: gli Stati clienti dovranno pagare comprando rubli con dollari, sterline o euro. Una manovra che almeno in teoria dovrebbe rafforzare la moneta russa, lontana dagli standard pre-invasione, quando era scambiata a 75 per un dollaro (il 7 marzo era arrivata al picco di 139).

Intanto giovedì 24 marzo riprendono le contrattazioni alla borsa di Mosca, che era stata chiusa il 28 febbraio.

La Ue: "Viola i contratti"

Secondo l'Unione Europea, però, la mossa di Putin non potrebbe essere attuata immediatamente in quanto violerebbe i contratti già stipulati. Negli accordi, infatti, si fa chiara menzione del pagamento in dollari e dunque la modifica della moneta di scambio potrebbe voler dire riscrivere i contratti, con il rischio di doverli rinegoziare. "Pretendere il pagamento del gas russo in rubli è una  violazione del contratto",  ha detto il ministro dell'Economia della Germania  Robert Habeck.

La questione sarà al centro della discussione tra i leader europei nelle prossime ore, nelle quali l'Unione (ma anche gli Stati Uniti) deciderà come rispondere a Putin.

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