Immaginate che una parte del governo federale statunitense si fermi: dipendenti in attesa di stipendio, servizi sospesi, dati economici che tardano — e tutto questo nel bel mezzo di un’economia globale già in equilibrio precario.
Questo è lo scenario attuale, con gli Usa in shutdown. Non è solo una crisi politica: è anche un terremoto per l’economia.
Che cosa significa shutdown negli Usa
Negli Stati Uniti, il finanziamento delle operazioni governative viene approvato annualmente dal Congresso. Se non viene approvato un bilancio o una risoluzione provvisoria per tempo, il governo deve sospendere le attività considerate non essenziali.
Attività come la previdenza sociale (Social Security) o i programmi sanitari obbligatori (Medicare, Medicaid) continuano a funzionare, perché considerati “spesa obbligatoria”. Le operazioni che invece dipendono da stanziamenti discrezionali — come molti uffici federali, agenzie regolatorie, permessi, certificazioni, ispezioni — possono essere sospese.
Durante lo shutdown:
- Alcuni dipendenti vengono posti in furlough (sospesi), cioè non lavorano e non percepiscono paga finché il blocco non termina.
- Altri — quelli “essenziali” — continuano a lavorare ma senza ricevere immediatamente lo stipendio.
- Molte operazioni governative sono sospese: rilascio di certificazioni, permessi, attività di agenzie non essenziali, ecc.
Si stima che centinaia di migliaia di lavoratori federali siano coinvolti, alcuni sospesi, altri costretti a lavorare senza paga immediata — e molte agenzie hanno già ridotto il personale o sospeso attività non essenziali.
Il costo economico: non è uno “stop” indolore
Ogni giorno di shutdown ha un costo reale per l’economia:
- La Casa Bianca avverte che ogni settimana di blocco potrebbe costare all’economia statunitense 15 miliardi di dollari in termini di PIL.
- La Congressional Budget Office stima che in passato lo shutdown abbia causato diminuzioni nella spesa aggregata, riduzione della domanda nei settori privati e “frenata” nella crescita economica.
- In uno shutdown prolungato, molte imprese che dipendono da contratti federali o permessi governativi subiscono ritardi o blocchi nei progetti.
In pratica, meno soldi in tasca per i lavoratori federali, che tendono a tagliare acquisti non essenziali; investimenti privati che esitano per l’incertezza; rallentamenti nei progetti infrastrutturali e pubblici.
Clicca qui per il documento della Casa Bianca sulle possibili conseguenze
Dati economici e fiducia: un buco informativo
Un effetto meno visibile ma altrettanto pericoloso è che quando il governo si ferma, anche la produzione e diffusione di dati economici ufficiali (occupazione, crescita, inflazione) può essere sospesa o ritardata. Ciò alimenta l’incertezza, complica le decisioni di politica monetaria e le previsioni di mercato.
Senza queste “bussole” ufficiali, investitori, imprese e autorità (come la Federal Reserve) devono fare affidamento su dati privati meno precisi, con il rischio di errori nelle stime e nelle decisioni.
I costi diretti: salari arretrati, perdite non recuperabili
Anche se alla fine molti lavoratori “furloughed” saranno pagati retroattivamente (grazie a leggi del passato come il Government Employee Fair Treatment Act del 2019), il ritardo di cassa può generare problemi di liquidità personale, debiti, ritardi nei pagamenti delle famiglie.
Inoltre, alcune attività sospese non sono recuperabili in toto: tempo perso, opportunità mancate, costi aggiuntivi di riavvio, credibilità danneggiata.
Chi paga il prezzo maggiore: settori e famiglie più esposte
Ma chi paga il prezzo maggiore di questa situazione?
- Lavoratori federali e appaltatori: sono i primi colpiti. Alcuni vengono sospesi, altri lavorano senza paga iniziale.
- Aziende che dipendono dallo Stato: imprese che forniscono servizi al governo o che necessitano di permessi, certificazioni o convalide governative vedono ritardi o blocchi nei progetti.
- Turismo e aree legate ai parchi nazionali: attività connesse al turismo federale (parchi, monumenti, musei) possono chiudere o limitare l’accesso.
- Mercati finanziari: aumenta la volatilità per l’incertezza politica ed economica. Alcuni analisti avvertono che il rating del credito USA potrebbe essere sotto pressione a causa dell’instabilità.
Donald Trump: “Chiusura forzata”
In questo contesto, Donald Trump ha definito la situazione una “forced closure” (“chiusura forzata”) e ha invitato i repubblicani a vedere l’occasione per eliminare “sprechi, frodi e inefficienze” all’interno del governo, sostenendo che miliardi di dollari potrebbero essere risparmiati.
Il presidente Usa ha anche minacciato di attuare tagli “irreversibili” ai programmi sociali se il blocco dovesse perdurare e ha addossato la responsabilità ai democratici e alle loro “richieste irragionevoli” durante una conferenza stampa:
“Nessun Paese può permettersi di pagare per l’immigrazione illegale, l’assistenza sanitaria per chiunque entri nel Paese. Ed è quello che loro (i Democratici, ndr) pretendono. Vogliono confini aperti vogliono uomini che gareggino negli sport femminili. Vogliono il transgender per tutti. Non si fermano mai. Non imparano. Noi non abbiamo scelta“.
Scenari possibili: breve, medio, lungo termine
Ma quali possono essere gli scenari? Vediamo qualche ipotesi.
Brevissima durata (giorni-una settimana)
Effetti limitati: riduzione temporanea dei consumi, ritardo nei dati economici, ma probabilmente contenuti.
Qualche settimana
- La perdita di PIL si accumula
- Le imprese rimandano investimenti
- Il sentimento economico peggiora
- I governi locali e stati potrebbero intervenire per tamponare i disagi.
Shutdown prolungato (mesi)
- Danno permanente ad investimenti bloccati
- Rischio di downgrade del rating sovrano
- Danni reputazionali internazionali
- Possibili riforme obbligatorie imposte dall’amministrazione.