Confindustria: "Tutto ciò che è oltre lo 0% è un problema. L'Europa compensi le perdite"
"L'Ue deve sforare il Patto di stabilità per le armi e la difesa, ma anche per l'industria"
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Dopo mesi di tensioni tra date annunciate (puntualmente rimandate) e minacce di ritorsioni, arriva l'accordo economico sui temutissimi dazi di Trump tra Stati Uniti e Unione Europea.
Dazi al 15%: l'allarme di Confindustria
La trattativa è stata complessa, ma alla fine il tycoon - che pretendeva il 30% di dazi sulle merci europee - e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen hanno stabilito che si attesteranno intorno al 15%.
Una cifra ben inferiore a quella inizialmente richiesta dal presidente. Ma per l’industria italiana non è comunque una buona notizia. A lanciare l’allarme è Emanuele Orsini, leader di Confindustria.
"Tutto ciò che è oltre lo 0% è un problema. Oggi l'impatto del 15% dei dazi vuol dire per le imprese italiane 22,6 miliardi di probabile vendita verso gli Usa", ha dichiarato in un'intervista al Tg1.
Il presidente di Confindustria durante l'intervista
Si svaluta il rapporto euro-dollaro
“E non stiamo considerando un elemento cruciale - ha aggiunto Orsini - ovvero la svalutazione del rapporto euro-dollaro, che aumenta di fatto il peso dei dazi di un ulteriore 13%”.
L’accordo colpisce in modo particolare settori strategici per l’export italiano come meccanica e macchinari, il comparto chimico-farmaceutico e quello della moda.
“Sappiamo che è in corso una trattativa anche sul comparto farmaceutico, ma non possiamo accettare l’ipotesi di dazi oltre il 15%. Sarebbe un colpo durissimo per uno dei pochi settori ad alta tecnologia in cui l’Italia è competitiva a livello globale”.
L'appello all'Europa
Secondo il presidente di Confindustria, l’Europa non può limitarsi a gestire le conseguenze. Deve intervenire con urgenza con un nuovo piano industriale straordinario per sostenere le imprese europee.
Quelle italiane rischiano di perdere quote fondamentali di mercato negli Usa. Orsini è netto anche sulla necessità di superare i vincoli fiscali imposti dal Patto di Stabilità.
“Se abbiamo sforato il Patto per le armi e la difesa, dobbiamo farlo anche per l’industria".
"Dobbiamo cercare nuovi mercati"
Oltre al sostegno diretto alle imprese, Orsini chiede un cambio di rotta nella politica commerciale dell’Ue.
“Dobbiamo cercare nuovi mercati, stipulare accordi con aree in cui possiamo essere forti, e varare misure che incentivino l’innovazione e gli investimenti”, conclude nell'intervista.