cambia anche lo shopping

Come l’IA ci spinge a comprare: più facile, più veloce… e più costoso

Algoritmi e consigli personalizzati riducono lo sforzo decisionale e favoriscono acquisti impulsivi

Come l’IA ci spinge a comprare: più facile, più veloce… e più costoso

L’intelligenza artificiale non si limita a suggerirci prodotti: ci sta insegnando a comprare. Quella promessa di acquisti facili e immediati può spingere a spendere di più senza nemmeno accorgercene.

Chatbot, assistenti virtuali e sistemi di prezzi dinamici rendono lo shopping online incredibilmente fluido: basta una domanda, qualche click, e l’ordine è già concluso. Spesso non serve neanche uscire dalla conversazione con l’IA: il carrello si riempie senza sforzo.

Come l’IA ci spinge a comprare: più facile, più veloce… e più costoso
Shopping online

I numeri confermano questa tendenza. Secondo Adobe Analytics, durante il Black Friday negli Stati Uniti i consumatori hanno speso 11,8 miliardi di dollari online, segnando un incremento del 9,1% rispetto all’anno precedente. Gran parte di questo boom è stato alimentato dall’intelligenza artificiale: il traffico generato da strumenti IA verso i siti di vendita è cresciuto dell’805% rispetto all’anno scorso, dimostrando quanto gli utenti si affidino a chatbot, suggerimenti personalizzati e comparatori di prezzo.

Perché l’IA rende facile spendere

Un sondaggio Harris Poll per Mastercard, condotto su oltre 4.000 consumatori, rivela che circa il 42% degli acquirenti utilizza già strumenti di IA per i regali di Natale. Tra le generazioni più giovani — Z e Millennial — oltre la metà si affida a questi strumenti per idee originali. La ragione è semplice: l’IA semplifica l’acquisto.

Gli algoritmi analizzano la cronologia di navigazione, gli acquisti precedenti e le preferenze personali, così da proporre prodotti che “sembra stessi cercando” ancora prima di esserne consapevole. Accessori, upgrade e articoli correlati vengono suggeriti costantemente, spingendo spesso a comprare più del previsto.

Non solo quantità: l’IA aiuta anche a scegliere filtrando opzioni e presentando soluzioni già personalizzate. In questo modo si riduce la fatica decisionale e la soglia di resistenza mentale, favorendo acquisti impulsivi, regali extra o ordini più grandi del necessario.

La fiducia nell’IA amplifica l’effetto. “Se è suggerito dall’IA, va bene”, si pensa, delegando implicitamente la responsabilità dell’acquisto all’algoritmo. L’immediatezza dei sistemi di checkout, la possibilità di completare ordini senza vedere il carrello pieno, riduce la consapevolezza del costo reale e incoraggia spese multiple.

L’IA diventa il nuovo consulente per lo shopping

Grandi catene come Target, Walmart e Ralph Lauren hanno introdotto chatbot capaci di guidare i clienti nella scelta dei prodotti, dai pigiami coordinati alle sintesi delle recensioni sugli elettrodomestici più popolari.

Anche le aziende tecnologiche stanno entrando nel commercio: Google ha lanciato un assistente IA che verifica la disponibilità dei prodotti nei negozi locali, mentre Amazon monitora cali di prezzo e acquista automaticamente gli articoli entro il budget dell’utente.

Amazon ha anche introdotto “Help Me Decide”, un sistema che analizza abitudini, cronologia e preferenze per suggerire — o addirittura decidere — quale prodotto acquistare.

Allo stesso modo, OpenAI ha lanciato in ChatGPT la funzione “checkout istantaneo”, permettendo di acquistare prodotti da piattaforme come Etsy senza abbandonare la chat. L’azienda ha aggiunto strumenti di “shopping research” che rendono le ricerche più precise rispetto a una normale conversazione.

La psicologia dietro lo shopping guidato dall’IA

Le aziende puntano a offrire un’esperienza di acquisto rapida, personalizzata e conveniente.

“Questi strumenti cambiano radicalmente il modo di fare shopping: non è più il consumatore a cercare il prodotto, ma l’intelligenza artificiale a proporre l’articolo giusto, al prezzo migliore, direttamente all’utente,” spiega Lori Schafer, CEO di Digital Wave Technology.

Anche il lato psicologico è centrale. Luca Cian, docente di marketing alla Darden School of Business, sottolinea come l’IA riduca la “fatica decisionale” derivante dall’eccesso di opzioni:

“I consumatori si affidano ai chatbot per confrontare prezzi, risparmiare tempo e fare scelte più sicure. Non si tratta solo di tecnologia, ma di ricalibrare il nostro rapporto con la scelta: capire quando delegare e quando mantenere il controllo”.

In definitiva, l’intelligenza artificiale sta ridefinendo il nostro rapporto con lo shopping: più veloce, più semplice, ma anche più insidiosa, perché ci spinge a comprare di più e a fidarci degli algoritmi come se fossero consiglieri esperti. E in un mercato dove ogni click può tradursi in un acquisto, questa nuova dinamica cambia non solo il modo di fare shopping, ma anche il modo in cui pensiamo al denaro e alla decisione personale.