Che cosa c'entra il record del prezzo dell'oro con i dazi di Trump (in vigore da domani)
Le Borse tremano in vista di domani: Mercati in ritirata alla ricerca di beni rifugio

Scattano domani, mercoledì 2 aprile 2025, i tanto temuti dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti. E le borse tremano con i mercati globali già in ritirata alla ricerca di beni rifugio.
Da sempre considerato una "valuta sicura", l'oro sta vivendo una corsa senza precedenti, toccando nuovi record. Ma che cosa lega l'aumento del prezzo del metallo prezioso alla guerra commerciale scatenata da Trump?
Per Trump sarà il "giorno della liberazione"
L'imposizione dei dazi da parte degli Stati Uniti sta gettando ombre nere sui mercati globali. L'introduzione di tariffe fino al 25% sulle importazioni di automobili è solo una delle tante mosse protezionistiche adottate dall'amministrazione Usa.
La minaccia di ulteriori dazi sui settori farmaceutico e del legname fa temere un'escalation della guerra commerciale, capace di generare effetti devastanti sull'economia mondiale. Secondo fonti del Wall Street Journal, le tariffe dovrebbero inizialmente toccare il 20% per tutti i partner commerciali.
E il presidente americano festeggia. Per Trump quello di domani è il "giorno della liberazione", ma per i mercati potrebbe essere l'inizio di una recessione.
La corsa all'oro, è un bene rifugio
Nel contesto di crescente incertezza, provocato dal Tycoon, gli investitori stanno cercando beni rifugio, ovvero asset che conservano il loro valore anche in tempi di instabilità economica.
Tra questi, l'oro è sempre stato uno dei più affidabili. Il metallo prezioso ha raggiunto per questo livelli record. Il prezzo dell'oro con consegna immediata (Gold spot) ha toccato i 3.115,10 dollari l'oncia, con un aumento del 0.97% mentre l'oro con consegna a giugno (Comex) è salito a 3.146,20 dollari, in aumento dell'1.02%.
Da inizio marzo, il prezzo dell'oro è aumentato dell'8%, dimostrando l'interesse crescente degli investitori. Già a metà marzo, il metallo ha superato la soglia dei 3mila dollari per la prima volta e la spinta rialzista è proseguita senza sosta.
Il crollo delle Borse
Gli effetti della guerra commerciale tra gli Stati Uniti e i suoi partner, alimentata dai dazi, stanno contribuendo a questo fenomeno. La crescente incertezza sui mercati, insieme alla paura di una recessione globale, ha spinto molti investitori a rifugiarsi nell'oro.
L'introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti sta creando un clima di incertezza che si riflette negativamente anche sulle Borse europee che hanno registrato perdite pesanti. Milano ha segnato una caduta del 1.77%, perdendo 16.4 miliardi di euro. A livello globale, i mercati azionari sono scivolati in rosso, segnando il peggior trimestre per Wall Street dal 2022.
I settori italiani più colpiti
Contro i dazi, nel frattempo, Bruxelles ha imposto contromisure per un totale di 26 miliardi di euro che riguardano le esportazioni di merci americane.
I settori italiani sono particolarmente vulnerabili agli effetti dei dazi. L'automotive, l'industria vinicola e quella farmaceutica sono tra i più esposti agli effetti negativi delle tariffe.
Per l'Italia, che già si trova a fronteggiare una situazione economica complessa, i nuovi dazi potrebbero aggravare ulteriormente le difficoltà.
L'ottimismo di Lagarde
In un contesto di crescente tensione commerciale, la presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde ha suggerito che l'Europa potrebbe avere una "opportunità unica" per avviare una marcia verso l'indipendenza in settori strategici come la difesa, l'energia e la finanza.
Se da un lato l'escalation dei dazi di Trump potrebbe minacciare la stabilità economica globale, dall'altro potrebbe spingere l'Ue a rafforzare la propria autonomia economica.