Aiuti alle famiglie

Carta risparmio spesa: come funziona e chi ne avrà diritto

Andrà a chi ha un Isee fino a 15.000 euro e sarà gestita direttamente dai Comuni.

Carta risparmio spesa: come funziona e chi ne avrà diritto
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Con la Manovra il Governo Meloni ha introdotto una novità: la carta risparmio spesa. Un'iniziativa che va a sostituire l'azzeramento dell'Iva su beni di largo consumo, con una ratio piuttosto condivisibile. Come ha spiegato la stessa premier, la cancellazione dell'Iva avrebbe premiato indistintamente tutti quanti, anche chi non ha bisogno di aiuti. Con questo sistema, invece, l'Esecutivo di Centrodestra intende premiare chi ha effettivamente bisogno.

Carta risparmio spesa: come funziona e chi ne ha diritto

Ufficialmente si chiama social card ed è una tessera che sarà gestita direttamente dai Comuni. Sarà assegnata alle famiglie con un Isee fino a 15.000 euro, che potranno così acquistare beni di prima necessità: pane, pasta e latte. Un piccolo "inghippo" sta però nella possibilità di utilizzo, che sarà concessa solo nei punti vendita che aderiranno all'iniziativa. 

Il meccanismo è simile a quello della social card attualmente gestita dall'Inps per gli over 65 con un   importo fisso di 80 euro a cadenza bimestrale per l'acquisto di generi alimentari e il pagamento di luce, acqua e gas. Al momento non è ancora stato specificato se le due misure coesisteranno oppure la social card soppianterà il contributo attualmente in vigore.

Carta risparmio spesa: le coperture

Per sostenere la misura sarà istituito un fondo da 500 milioni di euro. Sarà poi compito del ministero dell'Agricoltura e della sovranità alimentare e di quello dell’Economia stabilire "i criteri e le modalità i criteri e le modalità di individuazione dei titolari del beneficio, tenendo conto dell'età dei cittadini, dei trattamenti pensionistici e di altre forme di sussidi e trasferimenti già ricevuti dallo Stato, della situazione economica del nucleo familiare, dei redditi conseguiti, nonché di eventuali ulteriori elementi atti a escludere soggetti non in stato di effettivo bisogno", come si legge nella bozza della manovra.

I criteri ancora da stabilire e i lati oscuri

Al momento però la misura è ancora in fase di definizione. E dunque l'efficacia dello strumento è ancora piuttosto nebulosa. Se tutto passerà nelle mani dei Comuni e dei singoli esercizi, infatti, la social card potrebbe essere "monca". Facciamo l'esempio di un paesino con un solo piccolo supermercato: se il gestore non deciderà di aderire all'iniziativa, il rischio è che gli utilizzatori non possano usufruirne nel Comune di residenza, perdendo dunque parte del vantaggio (soprattutto per gli anziani con difficoltà a spostarsi al di fuori per fare la spesa).

"Diremo chi ci ha dato una mano"

Giorgia Meloni però tira dritto su questa strada, con l'obiettivo anche di responsabilizzare Amministrazioni locali e gli stessi gestori delle attività:

"Abbiamo in mente di selezionare, con decreto alcuni alimenti, e utilizzare questi 500 milioni di euro per abbassare il prezzo di quei beni per gli incapienti attraverso la rete dei Comuni .  Ma abbiamo in mente  anche di fare un appello appello ai produttori e ai distributori per aiutarci in quest'opera: noi diremo, in base a chi aderirà dandoci una mano, calmierando a sua volta il prezzo dei beni,   quali sono quei produttori e quei distributori che hanno aderito a questa nostra iniziativa e dove si potranno spendere queste risorse. E racconteremo, ovviamente, anche all’Italia quale sono state le persone che in un momento di difficoltà, mentre il Governo cercava di fare la sua parte, hanno dato una mano per aiutare le persone a calmierare i prezzi per le persone maggiormente in difficoltà su alcuni beni fondamentali".

 

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