Carburante alle stelle, la Lega: "Sospendere le accise su benzina e gasolio"
Con una mozione il partito di Salvini chiede di sospendere almeno per il periodo di crisi le 19 tassazioni che pesano sul portafoglio di milioni di italiani.
Carburante alle stelle, la Lega rilancia la guerra alle accise (l'imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo). Dopo che nei giorni scorsi il prezzo della benzina e gasolio sta lievitando di ora in ora e ha superato abbondantemente i 2 euro al litro, la Lega rilancia la guerra alle accise.
Il partito di Salvini ha messo sul tavolo la richiesta di sospendere le accise almeno per la durata del periodo di crisi che, dopo la pandemia Covid, deve ora fare i conti con le conseguenze pratiche ed economiche dell'invasione russa in Ucraina.
Carburante alle stelle e accise: quante sono e quanto pesano
Quello delle accise è un tormentone ultradecennale che incide sul costo del carburante e che da anni accende il dibattito politico.
Contestate da tempo, la Lega già tre anni fa aveva inserito nel suo programma di Governo l'eliminazione delle accise. Un obiettivo che non si è però finora concretizzato e adesso, complici gli scenari europei e mondiali legati all'invasione della Russia in Ucraina, la Lega torna alla carica con il presidente del Consiglio Mario Draghi per prevederne una sospensione almeno temporanea.
Oggi su ogni litro di carburante, 41 centesimi sono di accise. Cinquanta, se includiamo nel conto l'imposta di fabbricazione dei carburanti. Una zavorra fiscale che, che se sparisse da un momento all'altro, riporterebbe i prezzi indietro di qualche settimana facendo risparmiare non poco gli automobilisti italiani.
Ad oggi l’ammontare delle accise benzina corrispondono al 48% del prezzo totale per un litro, mentre per le accise gasolio siamo al 43,5%.
In termini numerici, le accise sono invece 19. Iniziarono a gravare sul prezzo del carburante addirittura durante il periodo fascista e periodicamente negli anni ne sono state via via aggiunte di nuove, fino al 2014.
Carburante, le accise e la storia d'Italia
Le accise sul carburante sono dunque legate alla storia, spesso anche drammatica, che ha segnato il nostro Paese.
Dalla guerra in Etiopia, alla tragedia del Vajont, passando per i terremoti in Friuli e Irpinia e arrivando a quelli di Emilia e Abruzzo. Senza contare le grandi alluvioni, le guerre in Europa e nel mondo e infine misure ad hoc sui piani finanziari.
Ecco le accise che pesano sul costo del carburante
- Guerra d’Etiopia del 1935-1936: 1,90 lire (0,000981 euro);
- Crisi di Suez del 1956: 14 lire (0,00723 euro);
- Ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963: 10 lire (0,00516 euro);
- Ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966: 10 lire (0,00516 euro);
- Ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968: 10 lire (0,00516 euro);
- Ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976: 99 lire (0,0511 euro);
- Ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980: 75 lire (0,0387 euro);
- Missione ONU durante la guerra del Libano del 1982: 205 lire (0,106 euro);
- Missione ONU durante la guerra in Bosnia del 1995: 22 lire (0,0114 euro);
- Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004: 0,02 euro;
- Acquisto di autobus ecologici nel 2005: 0,005 euro;
- Emergenza terremoto in Abruzzo del 2009: 0,0051 euro;
- Finanziamento alla cultura nel 2011: da 0,0071 a 0,0055 euro;
- Gestione immigrati dopo la crisi libica del 2011: 0,04 euro;
- Emergenza alluvione Liguria e Toscana del novembre 2011: 0,0089 euro;
- Decreto ‘Salva Italia’ del dicembre 2011: 0,082 euro (0,113 sul diesel);
- Emergenza terremoti dell’Emilia del 2012: 0,024 euro;
- Finanziamento del ‘Bonus gestori’ e riduzione delle tasse ai terremotati dell’Abruzzo: 0,005 euro;
- Spese del ‘decreto Fare’ del 2014: 0,0024 euro.
Accise, una volta introdotte non vengono tolte più
Tutti eventi di evidente rilevanza, spesso anche drammatici dove l'Italia si è stretta nella solidarietà e nella condivisione delle difficoltà.
Ma a guardare bene, un dato non può non balzare all'occhio: una volta introdotte, le accise (anche su fatti ormai lontani nelle pagine dei libri di storia) non vengono tolte più.
Di fatto, sono diventate tasse di scopo che per le casse dello Stato significano entrate per circa 30 miliardi all'anno.
La proposta della Lega
Da qui la proposta della Lega attraverso una mozione presentate dal capogruppo al Senato Massimiliano Romeo e dal leader Matteo Salvini:
"Lo stop alle accise sul carburante proposto dalla Lega è un’iniziativa a sostegno di famiglie e imprese, già fortemente danneggiate dal caro-bollette. Serve agire in fretta e dare un segnale concreto agli italiani, sospendendo temporaneamente l'esigibilita' dell'accisa sul carburante fino al ripristino del livello dei prezzi medi comparabili con quelli dell'ultimo trimestre dell'anno 2019. Una proposta concreta che riteniamo necessaria per tutelare il nostro sistema economico e sulla quale confidiamo possa esserci collaborazione dalle altre forze politiche in Parlamento"
Carburante alle stelle, impazza anche l'ironia
Intanto, in linea con lo spirito italiano, capace di sdrammatizzare e ridere anche dei propri guai, sui social impazzano ormai da qualche giorno battute, vignette e "meme" ironici.
Da chi sogna non più di sposare un calciatore, ma un benzinaio a chi ormai pensa che dentro alle pompe ci sia Champagne Dom Perignon invece che benzina, arrivando infine a marche di profumi pregiati con i loghi delle compagnie petrolifere.
Prezzi alle stelle, aumentano i furti di carburante: l'allarme
Nel frattempo, di fronte all'impennata dei prezzi, c'è l'allarme per i furti di carburante lanciato dall'associazione "Lo sportello dei diritti".
Stando alle tante denunce arrivate recentemente ai Comandi dei Carabinieri e ai Commissariati di Polizia, si starebbero moltiplicando, infatti, i furti di carburante dalle auto in sosta, specialmente nelle ore notturne e addirittura dalle barche.
C’è chi si è messo alla guida della propria autovettura e quando è ripartito si è visto con l’indicatore del serbatoio in giallo senza altre spiegazioni plausibili se non quella dell’estrazione furtiva perché i più esperti sono quasi in grado di non lasciare quasi traccia.
Un'escalation illustrato con preoccupazione e allarme anche dal presidente dell'associazione, Giovanni D'Agata:
"Si tratta di un’escalation, in diretta connessione con l'aumento dei prezzi, da non sottovalutare da parte delle forze dell’ordine anche perché a pagare sono sempre ignari cittadini. Ricordiamo anche per coloro che si dovessero far “tentare” da queste condotte, che questo tipo di furto è ritenuto “aggravato” ai sensi dell’articolo 625 del codice penale e pertanto procedibile d’ufficio con pene da 2 a sei anni e della multa da euro 927 a euro 1500 mentre chi viene trovato a in possesso senza poter fornire una spiegazione lecita rischia il non meno grave deferimento per ricettazione, reato punito dall’articolo 648 del codice penale con la reclusione da due ad otto anni e con la multa da euro 516 a euro 10.329"