ma è davvero fattibile?

Buoni pasto in busta paga per aumentare lo stipendio: la proposta dei sindacati

Dopo le proteste di esercenti e supermercati per le commissioni, arriva la proposta. Intanto però qualcosa si muove (almeno per i dipendenti pubblici).

Buoni pasto in busta paga per aumentare lo stipendio: la proposta dei sindacati
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Da  qualche tempo si parla di una riforma dei buoni pasto. Soprattutto perché bar, ristoranti e supermercati hanno iniziato a storcere un po' il naso per via delle commissioni sempre più "pesanti". Recentemente si era arrivati anche a una giornata di sciopero in cui molti non avevano accettato il pagamento in ticket. Ora sullo sfondo arriva una proposta dei sindacati che potrebbe mettere tutti (o quasi) d'accordo. Anche se sull'effettiva realizzazione sussiste più di un dubbio.

La proposta dei sindacati: stipendio aumentato coi buoni pasto

La proposta è semplice: trasformare i buoni pasto in parte dello stipendio, di modo da permettere al lavoratore di avere a disposizione maggiore liquidità e di poterla spendere nei locali e nei supermercati senza che questi ultimi debbano sottostare al pagamento delle commissioni (che oggi vanno dal 10 al 20%).  Anche se poi non è detto che questa liquidità venga spesa proprio per quello.

Il rischio per i lavoratori: restare coi buoni in mano

Se non si dovesse intervenire sulla vicenda, il rischio per i lavoratori è quello di restare coi buoni pasto... in mano. Perché se davvero i gestori dei servizi non accettassero più i buoni pasto, ci si ritroverebbe con somme inspendibili (o spendibili soltanto da coloro che accettano i ticket, che potrebbero rimanere pochi). Da qui, dunque, la proposta, sostenuta anche da una raccolta firme di Altroconsumo.

Alle aziende conviene? La questione tasse

Ma alle aziende conviene? Messa così  no. Perché i buoni pasto non sono tassati (fino a 4 euro ciascuno per i cartacei e a 8 per quelli elettronici). Per questo motivo - come hanno peraltro richiesto i sindacati - è indispensabile che anche la cifra "trasformata" da ticket a moneta rimanga esentasse.

Una  modifica già è stata fatta

Intanto, però, il Decreto Aiuti una modifica l'ha già portata. A partire dalla prossima gara Consip per l’assegnazione dei buoni pasti per i dipendenti pubblici, le attività commerciali pagheranno una commissione massima pari al 5% per ogni ticket. Una modifica che al momento coinvolge soltanto le aziende del settore pubblico.

Per i dipendenti della Pubblica amministrazione, peraltro, non è un benefit concesso a tutti: può usufruirne chi lavora da remoto (quindi con la stessa "giornata tipo" dell'ufficio, ma da casa), ma non chi invece opera in smart working, dunque secondo orari a propria scelta. O meglio, in quest'ultimo caso è la singola Amministrazione che può decidere sulla concessione o meno del ticket.

Ad ogni modo, la soluzione dell'abbassamento delle commissioni potrebbe essere applicata anche al privato.  Questo potrebbe inizialmente essere un buon compromesso, più facilmente raggiungibile rispetto alla sostituzione "totale" del buono pasto. Anche se vederci arrivare dei soldi in più in busta paga (anche se di pari entità rispetto ai ticket) non sarebbe affatto male, anche soltanto dal punto di vista emotivo...

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