guerra in ucraina

Bruxelles approva nuovo un nuovo divieto all’import di gas russo

Il regolamento dovrà essere ratificato dalla plenaria dell'Europarlamento di Strasburgo

Bruxelles approva nuovo un nuovo divieto all’import di gas russo

L’Unione Europea ha annunciato un accordo di portata storica, frutto di una lunga trattativa tra Consiglio europeo e Parlamento UE, che stabilisce la cessazione completa delle importazioni di gas proveniente dalla Russia entro il 2027.

La decisione, formalizzata oggi, mercoledì 3 dicembre 2025, a Bruxelles, costituisce un cambio di paradigma nella politica energetica europea e rappresenta il punto di arrivo di un percorso avviato in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca.

Il quadro generale dell’intesa

L’accordo raggiunto prevede un divieto progressivo e giuridicamente vincolante alle importazioni sia di gas naturale liquefatto (GNL) sia di gas trasportato tramite gasdotto. Si tratta di una misura strutturata in più fasi, che mirano a garantire un equilibrio tra sicurezza energetica, stabilità dei mercati e obiettivi geopolitici.

Il GNL russo sarà completamente interdetto entro la fine del 2026, mentre lo stop totale al gas da gasdotto entrerà in vigore tra l’autunno del 2027 e il primo novembre dello stesso anno.

Questa calendarizzazione rappresenta il compromesso tra le richieste iniziali del Parlamento europeo, che puntava a un’interdizione più rapida, e le posizioni degli Stati membri che avevano bisogno di un periodo di transizione più lungo. L’approccio graduale permette agli operatori e ai governi di adeguarsi senza mettere a rischio la continuità delle forniture o la stabilità dei prezzi.

La situazione attuale delle importazioni

Nonostante la drastica riduzione delle forniture russe registrata negli ultimi due anni, il legame energetico con Mosca non è ancora completamente superato. Nel mese di ottobre, la Russia copriva ancora il 12% delle importazioni di gas dell’UE, un dato che si confronta con il 45% registrato prima che Mosca avviasse l’aggressione contro l’Ucraina. Alcuni Stati membri continuano ancora oggi a dipendere, in varia misura, dal gas russo; tra questi figurano la Francia, il Belgio e soprattutto l’Ungheria, che negli ultimi anni ha mantenuto un rapporto particolarmente stretto con Gazprom.

L’accordo nasce dunque dall’esigenza di chiudere definitivamente una porta che l’Europa considera ormai troppo rischiosa, sia sul piano strategico sia su quello economico. Ridurre la dipendenza da un fornitore giudicato inaffidabile non è solo una questione geopolitica, ma un passaggio cruciale per proteggere famiglie e imprese da volatilità dei prezzi, crisi improvvise e possibili ricatti energetici.

Bruxelles approva nuovo un nuovo divieto all'import di gas russo
Putin in mimetica durante il test dei missili

Le scadenze e la gestione dei contratti in essere

Uno dei nodi centrali del nuovo regolamento riguarda la gestione dei contratti già stipulati tra società europee e fornitori russi. La norma prevede che il divieto entri ufficialmente in vigore sei settimane dopo l’adozione del regolamento, ma introduce un percorso dettagliato per l’uscita dai contratti ancora attivi. I contratti di fornitura a breve termine firmati prima del 17 giugno 2025 dovranno essere interrotti entro il 25 aprile 2026 nel caso del GNL, mentre la fornitura di gas via gasdotto dovrà cessare dal 17 giugno 2026.

Per quanto riguarda i contratti di lunga durata, la scadenza è distinta tra GNL e gas da gasdotto. Le forniture di GNL dovranno cessare dal primo gennaio 2027, una data che si allinea al regime già definito nel diciannovesimo pacchetto di sanzioni contro Mosca.

I contratti di lunga durata legati ai gasdotti verranno invece interrotti il 30 settembre 2027, a condizione che gli obiettivi di riempimento degli stoccaggi europei siano pienamente rispettati; in caso contrario, la data ultima per lo stop sarà comunque fissata al primo novembre 2027. Questo sistema consente ai Paesi più dipendenti dal gas russo di gestire la transizione con maggiore flessibilità, ma allo stesso tempo impedisce rinvii indefiniti.

I piani nazionali di diversificazione

Il regolamento impone ai governi europei l’obbligo di elaborare e presentare piani nazionali di diversificazione energetica. Ogni Stato membro dovrà definire una strategia chiara che indichi come intende sostituire progressivamente il gas russo attraverso nuove rotte di approvvigionamento, investimenti negli stoccaggi, maggiore capacità di rigassificazione e sviluppo delle energie rinnovabili.

Le autorità europee monitoreranno costantemente l’implementazione di questi piani, introducendo inoltre un regime di autorizzazione preventiva per tutte le importazioni di gas, sia di origine russa sia non russa. Tale meccanismo serve a garantire che il divieto venga applicato in modo rigoroso e che non possano verificarsi elusioni o triangolazioni.

Sanzioni e clausole di emergenza

Per assicurare l’efficacia del provvedimento, il regolamento introduce sanzioni rivolte agli operatori e agli Stati membri che non rispetteranno gli obblighi imposti. Allo stesso tempo, è prevista una clausola di sospensione del divieto in caso di minaccia grave alla sicurezza degli approvvigionamenti di uno o più Paesi dell’Unione.

La sospensione potrà essere attivata solo in circostanze eccezionali e per un periodo limitato, in modo da conciliare la fermezza politica della decisione con la necessità di tutelare la stabilità energetica europea.

Il testo prevede inoltre che il regolamento sia sottoposto a revisione entro due anni dalla sua entrata in vigore, così da valutare l’andamento del processo di phase-out e intervenire, se necessario, con ulteriori correttivi.

Il legame con le importazioni di petrolio russo

Accanto al processo che porterà allo stop del gas, la Commissione europea ha assunto l’impegno di presentare una proposta legislativa per eliminare gradualmente anche le importazioni di petrolio russo entro la fine del 2027.

Attualmente, Slovacchia e Ungheria sono gli unici due Paesi dell’Unione che continuano a dipendere in maniera significativa dal greggio russo, che rappresenta circa l’80% delle loro importazioni complessive. Anche in questo caso, l’obiettivo è eliminare un’altra forma di vulnerabilità strategica che ha pesato notevolmente sull’Europa negli ultimi anni.

“Chiudiamo per sempre il rubinetto russo”

Al termine della riunione, la portata politica dell’accordo è stata sottolineata dal commissario europeo Dan Jorgensen, che ha definito la decisione un punto di non ritorno per l’Unione.

“Finalmente, e per sempre, stiamo chiudendo il rubinetto del gas russo. Non torneremo mai più alla nostra pericolosa dipendenza dalla Russia”, ha dichiarato, ricordando come quella dipendenza abbia contribuito a determinare l’aumento dei costi energetici, l’impennata dell’inflazione e una crescente instabilità economica negli anni successivi all’invasione dell’Ucraina.