Bonus latte artificiale 2023: a chi spetta, come richiederlo, a quanto ammonta
Ecco l'elenco delle patologie, temporanee o permanenti, per cui si ha diritto all'agevolazione
Nonostante l’Oms raccomandi come scelta d’elezione l’allattamento al seno dei neonati, vi sono condizioni patologiche che impediscono alle neomamme di nutrire i propri piccoli. In queste circostanze, ed esclusivamente se in presenza di condizioni cliniche certificate, è possibile appoggiarsi al Bonus latte artificiale - previsto dalla Legge di Bilancio 2020, rinnovato anche per il 2023.
Vi spieghiamo nel dettaglio come funziona, quali sono i requisiti, come richiederlo, dove spenderlo e il ruolo delle Regioni.
Bonus latte artificiale 2023: Isee e patologie certificate
Il bonus latte artificiale, come chiarito, spetta alle neo-mamme che non possono allattare al seno per la presenza di determinate condizioni che lo impediscono. Oltre, però, alla presenza di una patologia che va certificata, il sostegno verrà erogato anche in base all’ISEE, che non potrà essere superiore a 30.000 euro annui.
Ecco l’elenco delle patologie permanenti che danno diritto al bonus:
- infezione da HTLV1 e 2;
- sindrome di Sheehan;
- alattogenesi ereditaria;
- ipotrofia bilaterale della ghiandola mammaria (seno tubulare)
- ; mastectomia bilaterale;
- morte materna.
Le patologie temporanee invece sono:
- infezione da HCV con lesione sanguinante del capezzolo;
- infezione da HSV con lesione erpetica sul seno o capezzolo;
- infezione ricorrente da streptococco di gruppo B;
- lesione luetica sul seno;
- tubercolosi bacillifera non trattata;
- mastite tubercolare;
- infezione da virus varicella zooster;
- esecuzione di scintigrafia;
- assunzione di farmaci che controindicano in maniera assoluta l’allattamento;
- assunzione di droghe (escluso il metadone);
- alcolismo.
Le patologie vanno certificate
Per accedere al contributo la condizione patologica dovrà essere accertata e certificata, da uno specialista del Sistema Sanitario Nazionale. Quindi da un neonatologo, se le condizioni si verificano alla nascita o durante la gravidanza o dal pediatra, dal medico di base o dallo specialista della relativa patologia se la condizione si verifica dopo il parto.
Le patologie temporanee vanno sottoposte a verifica mensile. Se la mamma già usufruisce del beneficio per “Assistenza sanitaria integrativa relativa ai prodotti destinati ad alimentazione particolare”, allora non può avere diritto al Bonus latte artificiale.
Importo, ruolo delle regioni e dove spendere il bonus
L’importo previsto per il bonus latte artificiale ammonta a un massimo di 400 euro annui, ma poiché sarà compito delle Regioni stabilire modalità e termini per la richiesta del contributo, la cifra dipenderà dal numero di richieste complessive che arriveranno. Si può fare domanda fino al compimento dei 6 mesi del bambino o della bambina. La domanda va presentata all’azienda sanitaria locale di appartenenza, che a sua volta autorizza l’erogazione del contributo.
Una volta ricevuto il Bonus, il latte in polvere può essere acquistato presso i centri assistenziali dove le donne sono in cura o i presidi ASL. Ma anche nelle farmacie convenzionate e dai fornitori autorizzati dalle Regioni e Province autonome.