Bollo auto, si cambia: le novità in arrivo dal prossimo anno (per le nuove immatricolazioni)
Nuove regole a partire da gennaio 2026, ma vale anche per chi acquista un’auto usata

Dal 1° gennaio 2026 entrerà ufficialmente in vigore una riforma radicale del bollo auto, che interesserà principalmente i veicoli di nuova immatricolazione. Si tratta di una delle novità contenute nel 17° decreto attuativo della riforma fiscale, approvato dal Consiglio dei Ministri e ora all’esame delle commissioni parlamentari competenti. Obiettivo dichiarato: semplificare il rapporto tra cittadini e amministrazione, uniformare le regole a livello nazionale e rafforzare l’autonomia regionale.
Pagamento del bollo: addio alla scadenza unica
Per le auto immatricolate dal 2026, il bollo auto non avrà più una scadenza fissa nei tre mesi tradizionalmente previsti (aprile, agosto o dicembre), ma dovrà essere pagato entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello di immatricolazione. Questo significa che ogni automobilista avrà una scadenza personalizzata, che rimarrà la stessa anche negli anni successivi.

Inoltre, il pagamento sarà annuale e in un’unica soluzione: non sarà più possibile rateizzare l’importo. Le Regioni, però, avranno la facoltà di prevedere eventuali pagamenti quadrimestrali per alcune tipologie di veicoli.
Chi possiede un’auto immatricolata prima del 2026 continuerà a seguire la normativa attuale, con scadenze e modalità già previste, salvo modifiche decise dalla propria Regione di residenza. Anche in questo caso, infatti, il bollo resta un tributo regionale al 100%, e ogni amministrazione potrà decidere autonomamente tariffe, esenzioni e scadenze.
Passaggi di proprietà e veicoli usati: cosa cambia
La riforma introduce una modifica importante anche per chi acquista un’auto usata. Dal 2026, il soggetto passivo del tributo sarà individuato al primo giorno del periodo tributario, e non più all’ultimo giorno utile per il pagamento. Questo significa che l’acquirente sarà tenuto a versare subito il bollo anche se l’acquisto avviene poco prima della scadenza.
Questa novità mira a ridurre contenziosi, semplificare le procedure tra Regioni diverse e evitare richieste di rimborso da parte dei contribuenti in caso di compravendita nei giorni a ridosso della scadenza.

Semplificazioni anche per chi opera nel commercio professionale di veicoli usati. La cessione di un’auto a un rivenditore professionale interrompe l’obbligo di pagamento del bollo solo se viene regolarmente trascritta al Pubblico Registro Automobilistico (PRA). Viene inoltre eliminato l'obbligo del vecchio elenco quadrimestrale con i dettagli dei contratti di vendita, riducendo così gli adempimenti burocratici per gli operatori del settore e per il PRA stesso.
Fermo amministrativo: si paga comunque
Un altro cambiamento significativo riguarda i veicoli sottoposti a fermo amministrativo – le cosiddette "ganasce fiscali". Fino ad oggi, una sentenza della Corte Costituzionale del 2017 esentava dal pagamento del bollo i veicoli non utilizzabili per forza maggiore.
Ma dal 2026, questa esenzione verrà abolita: il bollo auto dovrà essere comunque pagato, anche se l’auto è soggetta a provvedimenti dell’autorità giudiziaria o della pubblica amministrazione che ne impediscono l’uso.
Green, ibrido ed elettrico: cosa cambia
Al momento non ci sono modifiche sostanziali per quanto riguarda la base di calcolo del bollo auto, che rimane legata alla potenza del veicolo (kW) e alla sua classe ambientale. Resta in vigore anche il superbollo per le auto oltre i 185 kW, nonostante l’intenzione espressa in passato dal ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, di abolirlo.

Per i veicoli elettrici, ibridi, a GPL o metano, oggi spesso esentati dal bollo, la partita è ancora aperta: dal 2026, ogni Regione potrà decidere liberamente se e come applicare esenzioni o sconti. Questo potrebbe portare a forti disparità territoriali, con il rischio di penalizzare alcune fasce di automobilisti e le aree meno servite.