Bankitalia, a febbraio record del debito pubblico: 3.024 miliardi
Unione Nazionale Consumatori: "Primato di cui faremmo volentieri a meno e che ci impedisce di usare la spesa pubblica per fronteggiare come dovremmo situazioni di emergenza"

A febbraio 2025 il debito pubblico italiano ha raggiunto un nuovo record, arrivando a 3.024,3 miliardi di euro, con un incremento di 42,6 miliardi rispetto a gennaio. A renderlo noto è la Bankitalia, attraverso l’ultimo aggiornamento della pubblicazione statistica “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”.
#15aprile #Bankitalia #Statistiche diffusi oggi i dati relativi al debito e al fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche a febbraio 2025.#leggiqui #FinanzaPubblica: fabbisogno e debito
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Perché è salito il debito pubblico
L’aumento è legato a diversi fattori. In primo luogo, è cresciuto il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche, ovvero la necessità di reperire risorse per coprire la spesa pubblica, che a febbraio è stato di 15,7 miliardi di euro.
A questo si aggiunge un consistente incremento delle disponibilità liquide del Tesoro, salite di 26,2 miliardi, portandosi a 76,1 miliardi totali. In altre parole, lo Stato ha fatto più "cassa" in previsione di future esigenze finanziarie.
Ulteriori 0,7 miliardi di aumento sono dovuti a fattori tecnici, come scarti e premi legati all’emissione e al rimborso dei titoli di Stato, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e le variazioni nei tassi di cambio.
Dove si concentra il debito
La quasi totalità dell’incremento è attribuibile alle Amministrazioni centrali, responsabili per 42,5 miliardi del totale. Al contrario, il debito delle Amministrazioni locali (Regioni, Province, Comuni) e degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente stabile.
Le revisioni dei dati degli anni passati
Bankitalia ha anche aggiornato le stime del debito per gli anni precedenti, con revisioni al rialzo dovute all’ordinario aggiornamento delle fonti statistiche:
- +1,4 miliardi per il 2021
- +1,3 miliardi per il 2022
- +1,2 miliardi per il 2023
- +0,9 miliardi per il 2024.
Chi detiene il debito italiano?
Un dato interessante riguarda la ripartizione del debito per detentori. La Banca d’Italia ha ridotto la sua quota, passata dal 21,4% di gennaio al 20,8% di febbraio. Al contrario, è cresciuta la quota detenuta da investitori esteri, saliti al 31,4% (dal 31,1% del mese precedente), mentre la percentuale in mano agli altri residenti, come famiglie e imprese non finanziarie, è rimasta stabile al 14,2% (dato riferito a gennaio, l’ultimo disponibile).
Nonostante l'aumento complessivo, la vita media residua del debito – cioè il tempo medio che resta prima del rimborso dei titoli – è rimasta stabile a 7,9 anni.
Il commento dell'Unione Nazionale Consumatori
"Record storico! Per la seconda volta si supera la soglia monstre di 3 mila miliardi che era stata raggiunta nel mese di novembre 2024, quando ci si era fermati a 3.005.633. Un primato di cui faremmo volentieri a meno e che ci impedisce di usare la spesa pubblica per fronteggiare come dovremmo situazioni di emergenza, come quella che potrebbe verificarsi a fronte di una guerra dei dazi. Non è accettabile fare il gioco delle tre carte con stanziamenti già previsti per altre esigenze, dando con la mano destra quello che viene tolto con la sinistra" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.
"Se fosse un debito a italiano sarebbe pari a oltre 51 mila euro, 51 mila e 268 euro. Mentre se fosse il debito di una famiglia si arriverebbe a 114 mila e 555 euro. Da non dormirci la notte", conclude.