Aumento sigarette: un pacchetto costerà 20 centesimi in più
Aumenti progressivi previsti anche per il 2024 e il 2025.
Se pensavate di smettere di fumare, il Governo vi dà una mano. Nella Manovra presentata dall'Esecutivo di Giorgia Meloni, infatti, è previso un pesantissimo aumento delle accise sulle sigarette: un pacchetto da 20 potrebbe arrivare a costare 20 centesimi in più.
Aumento accise sigarette: che stangata per i fumatori!
Nella manovra sono previsti aumenti di entrate per 138 milioni di euro provenienti alle sigarette. Un obiettivo da raggiungere con l'incremento dell'accisa da 23 a 36 euro per mille sigarette. Il che vuol dire che un pacchetto da venti "bionde" potrebbe aumentare di 20 centesimi. Questo per quanto riguarda il 2023, perché nel 2024 l'incremento previsto è di 36,6 euro e nel 2025 di 37.
Ma non solo: cresce anche il costo per il cosiddetto ‘tabacco riscaldato’, ovvero certe tipologie di tabacco da utilizzare con sigarette elettroniche.
Le accise su questa categoria di prodotti sono già state aumentate negli anni: 30% nel 2021 e 35% del 2022. Dal gennaio 2023 si passerà al 40%.
La bozza è ora attesa dal passaggio in Parlamento, e c'è da scommettere che su questo provvedimento ci saranno polemiche, così come su quello legato al taglio dello sconto sulla benzina.
Quanti sono i fumatori in Italia
I fumatori in Italia sono circa uno su quattro (il 24,2% della popolazione): una percentuale in netta crescita, con un incremento che non si registrava dal 2006.
Secondo l'ultima rilevazione Istat, dopo un lungo periodo di stagnazione nel 2021 si è registrato un incremento di 2 punti percentuali: i fumatori infatti erano il 22% nel 2019, ultimo anno di rilevazione pre-pandemica. Il trend rilevato nel triennio 2017-2019 che vedeva una costante diminuzione delle fumatrici, non viene invece confermato nel 2022: quest’anno infatti si assiste a un incremento nella percentuale dei fumatori che riguarda entrambi i sessi. In aumento anche le persone che fumano sigarette a tabacco riscaldato: 3,3% del 2022 rispetto al 1,1% del 2019, ma più di una persona su tre (il 36,6%) le considera meno dannose di quelle tradizionali.