Processo automatico, ma...

Assegno unico, si cambia: cosa fare per farsi pagare la cifra giusta nel 2023

Da marzo assegnazione diretta, ma se è cambiato qualcosa dovrete rifare la Dsu, altrimenti l'importo scenderà al minimo

Assegno unico, si cambia: cosa fare per farsi pagare la cifra giusta nel 2023
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L'assegno unico universale per i figli è una bella mano per le famiglie. E dal 2023 diventerà molto meno "burocratico". E' prevista da marzo infatti l'assegnazione automatica, ma non per tutti. Lo spiega molto bene l'Inps nella sua ultima circolare, del 15 dicembre, dedicata proprio al contributo per le famiglie.

Assegno unico, cosa cambia nel 2023

L'l'Inps spiega che dall'1 marzo 2023 l'assegno verrà erogato d'ufficio ai soggetti richiedenti per i quali nell'archivio dell'Istituto, alla data del 28 febbraio 2023, risulti presente una domanda che è stata accolta, che non risulti dunque  "decaduta", "revocata", "rinunciata" o "respinta".

Le domande che sono "in istruttoria", "in evidenza alla sede", "in evidenza al cittadino", "sospesa" risultano ancora in fase di verifica e solo una volta terminata la procedura saprete se è tutto a posto. Chi non ha mai presentato la domanda, o ha ricevuto una risposta negativa dell'Inps, deve invece presentare una nuova richiesta di assegno unico.

Chi deve aggiornare la domanda

Ci sono però anche persone che devono comunque aggiornare la loro domanda. Altrimenti continueranno sì a percepire l'assegno, ma riceveranno la cifra minima (50 euro). Alcune circostanze possono infatti fare scaturire la necessità di modificare la domanda di assegno unico inizialmente presentata e, in specifici casi, necessitano anche della presentazione di una dichiarazione sostitutiva unica (DSU) aggiornata.

Si tratta dei seguenti casi:

  • la nascita di figli;
  • la variazione o inserimento della condizione di disabilità del figlio;
  • le variazioni della dichiarazione relativa alla frequenza scolastica/corso di formazione per il figlio maggiorenne (18-21 anni);
  • le modifiche attinenti all’eventuale separazione/coniugio dei genitori;
  • i criteri di ripartizione dell’Assegno tra i due genitori sulla base di apposito provvedimento del giudice o dell’accordo tra i genitori;
  • variazione delle condizioni che occorrono per la spettanza delle maggiorazioni previste dagli articoli 4 e 5 del decreto legislativo n. 230/2021 (maggiorazioni per figli disabili);
  • variazioni delle modalità di pagamento prescelte dal richiedente e/o dall’eventuale altro genitore

Dunque, se rientrate in queste categorie, avete tempo sino a febbraio per aggiornare la vostra posizione.

Per chi aumenta l'assegno unico nel 2023

Nel 2023 ci sarà un aumento dell'assegno unico per tutti quanti. "Merito" dell'inflazione e dell'adeguamento del contributo al costo della vita. Si tratta di un incremento di entità ridotta (una quindicina di euro per i valori massimi), ma meglio di niente...

Ci sono poi gli incrementi decisi dal Governo Meloni. A usufruire di una maggiorazione dell'assegno unico piuttosto corposa - pari cioè al 50% del contributo - saranno i nuclei famigliari con tre o più figli di età compresa tra uno e tre anni. C'è però una condizione per ottenere l'aumento: l'Isee del nucleo non deve superare i 40.000 euro. 

Inoltre, è prevista una maggiorazione del 50% dell'assegno anche per il primo anno di vita del bambino. Dunque chi ha figli appena nati o li avrà in futuro potrà contare su un contributo più corposo.

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