Una novità positiva

Assegno unico aumenta nel 2023: quando fare domanda

L'inflazione concorrerà a un piccolo incremento, e il Governo potrebbe decidere di rimodulare l'Isee, dando dunque più risorse alle famiglie.

Assegno unico aumenta nel 2023: quando fare domanda
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Tra tante brutte notizie (bollette, benzina, aumento dei prezzi), una novità positiva è in arrivo nel nuovo anno. L'assegno unico universale per i figli aumenterà dall'1 gennaio 2023. A motivare l'incremento due fattori: l'inflazione e il programma del Governo per gli aiuti alle famiglie.

L'assegno unico aumenta nel 2023

Partiamo dal dato assodato. Con il 2023 l'assegno unico universale per i figli aumenterà per effetto dell'inflazione. Non si tratta di una grandissima cifra, ma comunque di qualche euro in più in tasca, che con tutto quello che stiamo spendendo non fanno certo male. L'importo della maggiorazione dovrebbe essere al massimo di 15 euro: dunque dal tetto massimo di 175 si passerà a 190 euro per ciascun figlio.

Attenzione: stiamo parlando di un aumento progressivo, come è in tutto e per tutto la misura. Dunque 15 euro in più andranno a coloro che prendono la cifra massima, mentre per chi riceve somme più basse sarà ridotto anche l'aumento.

L'assegno unico universale non è infatti rappresentato da una cifra fissa. Il contributo aumenta mano a mano che si abbassa l'Isee. Se il contribuente non fornisce la documentazione riceve la cifra minima, pari a 50 euro. Da qui si va poi a salire sino al tetto massimo. Somme più basse per i figli tra i 18 e i 21 anni, per i quali si va da 25 a 85 euro al mese.

Quando fare domanda

Tra le novità del 2023 sull'assegno unico c'è anche quella sulle domande da presentare. Per coloro che non hanno modificato l'Isee e dei quali l'Inps conosce già la situazione reddituale, infatti, non ci sarà bisogno di fare alcunché: sarà direttamente l'Istituto della previdenza a riconoscere ed erogare direttamente il contributo.

La domanda per il riconoscimento dell'assegno, per legge, va presentata a decorrere dall'1 gennaio di ciascun anno ed è riferita al periodo compreso tra il mese di marzo dell'anno di presentazione della domanda e quello di febbraio dell'anno successivo. L’adempimento, tuttavia, riguarderà soltanto i genitori la cui situazione patrimoniale o reddituale sia variata. Per tutti gli altri ci sarà una preoccupazione in meno.

La modifica dell'Isee

Come detto, l'entità dell'assegno unico si basa sull'Isee. Ed è proprio su questo parametro che il Governo Meloni sembrerebbe voler intervenire per "ingrassare" i contributi alle famiglie. In realtà, la modifica dell'Isee è un'altra delle eredità lasciate dall'Esecutivo Draghi, che già valutava una riforma dell'Indicatore della situazione economica. Lo aveva detto senza troppi giri di parole la ministra dell'Economia Laura Castelli:

"L’Isee, così com’è strutturato, non è più attuale. È uno strumento che va rivisto in alcuni aspetti, soprattutto se pensiamo all’assegno unico”.

Questo perché in effetti alcuni parametri non sono proprio coerenti con la realtà. Prendiamo ad esempio il caso di una famiglia che risparmia per vari motivi e tiene un piccolo gruzzoletto sul conto o che eredita una casa da un vecchio parente deceduto: in entrambi i casi l'Isee si impenna e magari può superare quello di chi ha più possibilità ma che spende e investe o che ha proprietà intestate ad altri. La prima conseguenza diretta è il calo dell'assegno unico, che così finisce per premiare in maniera minore chi ne avrebbe più diritto.

Cosa vuole fare il Governo Meloni

Ora, dunque, è tempo per Giorgia Meloni e il suo Governo di prendere in mano quel dossier e completare il lavoro. E per farlo l'ipotesi più probabile è una rivalutazione delle proprietà immobiliari. Anche le case ereditate o non abitate, ad esempio, contribuiscono ad alzare l'Isee e una prima iniziativa potrebbe essere abbassarne l'impatto.  Ma sul tavolo c'è anche la possibilità di abbassare l'incidenza di tutte le case di proprietà.

Se questa operazione andasse in porto, i benefici non sarebbero solo per l'assegno unico. L'Isee è anche il parametro di molte altre erogazioni. Pensiamo ad esempio a bonus bebè, asili nido, reddito di cittadinanza, bonus mobili, sconti sulla prima casa per i giovani under 36, bonus affitti, i vari bonus energia e anche l’esenzione al canone Rai. E ancora l’esenzione ad alcune spese sanitarie, gli sconti sulle tasse universitarie e sulle mense scolastiche.

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