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Amazon sta dotando i propri corrieri di “occhiali digitali” per semplificare il lavoro

Per via della tecnologia, il colosso cambia le previsioni e decide di assumere mezzo milione di persone in meno nei prossimi anni

Amazon sta dotando i propri corrieri di “occhiali digitali” per semplificare il lavoro

Amazon continua a spingere sull’acceleratore dell’innovazione, anche a costo di ridisegnare radicalmente il proprio modello di lavoro. Secondo quanto riportato dal New York Times, il colosso dell’e-commerce starebbe valutando di sostituire oltre mezzo milione di posti di lavoro con robot e sistemi automatizzati nei prossimi anni. Una trasformazione che, se confermata, potrebbe cambiare il volto della logistica globale.

Ma mentre l’azienda guarda al futuro delle fabbriche e dei magazzini senza uomini, un’altra novità arriva direttamente dal campo: occhiali smart per i corrieri, già presentati all’evento Delivering the Future di San Francisco.

Un segnale chiaro della doppia direzione di Amazon: ridurre la presenza umana dove possibile, ma rendere più “intelligente” e assistito il lavoro che resta.

Gli occhiali smart: la tecnologia arriva alla porta di casa

Durante l’evento californiano, Amazon ha svelato un prototipo di occhiali intelligenti sviluppati per aiutare i corrieri nelle consegne quotidiane. L’obiettivo, spiega l’azienda, è rendere il processo “più sicuro e intuitivo” grazie a un mix di intelligenza artificiale, machine learning e computer vision.

Gli occhiali, ancora in fase di test, si attivano automaticamente quando l’autista parcheggia il furgone e proiettano nel campo visivo del corriere una serie di informazioni utili: la posizione esatta dei pacchi nel retro del veicolo, le istruzioni passo-passo per raggiungere la porta del destinatario e la possibilità di scansionare i colli a mani libere, senza ricorrere al telefono.

Un’altra funzione è la rilevazione dei pericoli: il sistema è in grado di segnalare ostacoli o la presenza di animali, come cani, che potrebbero rappresentare un rischio. Il dispositivo è collegato a un controller integrato nel gilet dei corrieri, dotato anche di un pulsante SOS per richiedere aiuto in caso di emergenza.

“Invece di dover guardare in basso verso il telefono, puoi mantenere lo sguardo in avanti e oltre il display: resti sempre concentrato su ciò che ti circonda”, racconta Kaleb, un autista del Nebraska coinvolto nella sperimentazione.

Secondo Viraj Chatterjee, vicepresidente di Amazon, gli occhiali sono “stati progettati insieme ai corrieri per rendere il loro lavoro più semplice e sicuro”.

“Non vogliamo – ha assicurato – aggiungere carichi o pacchi extra. Non è questo l’intento”.

Il programma pilota coinvolge centinaia di corrieri in diverse città americane e, secondo i primi risultati, i test stanno dando esiti incoraggianti. Tuttavia, Amazon non ha ancora fissato una data per la distribuzione su larga scala.

L’altro volto dell’innovazione: 600mila posti a rischio

Parallelamente, l’azienda si prepara a un’altra rivoluzione, ben più radicale. Come rivelato dal New York Times, alcuni documenti interni mostrano che i dirigenti di Amazon hanno presentato al consiglio di amministrazione un piano per fare dell’automazione una leva strategica nei prossimi anni.

L’obiettivo dichiarato: evitare l’assunzione di 600mila lavoratori grazie all’introduzione di robot e sistemi automatizzati in magazzini e centri di distribuzione, pur prevedendo un raddoppio delle vendite di prodotti entro il 2033.

Per l’azienda, si tratterebbe di una mossa di efficienza; per molti osservatori, di un rischio sociale su scala globale. La riduzione del “capitale umano” potrebbe avere ripercussioni significative sulle comunità locali e sul mondo del lavoro, già messo alla prova da salari bassi e ritmi elevati.

Amazon, consapevole della sensibilità del tema, avrebbe già avviato un processo interno di revisione del linguaggio. Secondo i documenti citati dal quotidiano americano, si invitano i dirigenti a sostituire parole come “automazione” o “intelligenza artificiale” con espressioni più neutre come “tecnologia avanzata”. Persino il termine “robot” verrebbe rimpiazzato da “cobot” – abbreviazione di “collaborative robot” – per sottolineare l’idea di cooperazione con i lavoratori umani.

Un portavoce di Amazon, interpellato dal New York Times, ha precisato che i documenti “riflettono la visione di una singola divisione” e “non la strategia ufficiale del gruppo”. La compagnia ha inoltre ricordato che, solo per la stagione natalizia, prevede di assumere 250mila persone a tempo determinato, a dimostrazione – sostiene – che l’azienda “continua a creare opportunità di lavoro in tutto il mondo”.

Innovare sempre, anche a costo di cambiare tutto

Tra occhiali intelligenti e magazzini automatizzati, Amazon conferma la sua natura di gigante in continua evoluzione, capace di spingere la frontiera tecnologica anche dove il confine tra progresso e impatto sociale si fa più sottile.

Da un lato, l’azienda sperimenta strumenti che promettono maggiore sicurezza e precisione nelle consegne; dall’altro, pianifica un futuro in cui l’automazione potrebbe sostituire centinaia di migliaia di lavoratori.

Un equilibrio difficile, che riassume perfettamente la filosofia del colosso di Seattle: innovare sempre, anche quando l’innovazione stessa mette in discussione il ruolo dell’uomo nella catena del valore.