Acconto Irpef, un decreto sana il "pasticcio": cosa cambia per la dichiarazione dei redditi
Lavoratori dipendenti e pensionati senza altri redditi non dovranno pagare tasse in più

Un pasticcio fiscale evitato in extremis: il Consiglio dei ministri ha approvato martedì 22 aprile 2025 un decreto correttivo da 245 milioni di euro che sana il problema creato sull'acconto Irpef.
Acconto Irpef, il nuovo decreto
Con questo decreto, il Governo Meloni ha rimediato a un errore nella normativa sull’acconto Irpef che avrebbe potuto costare caro a milioni di contribuenti italiani.
Tra sette giorni, mercoledì 30 aprile 2'25, l'Agenzia delle Entrate renderà disponibile sul proprio sito la compilazione della dichiarazione dei redditi e questo nuovo provvedimento evita che lavoratori dipendenti e pensionati senza altri redditi debbano pagare tasse in più nel 2025.
Cosa è successo
La misura, presentata dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, interviene per sanare un difetto di coordinamento tra il decreto legislativo del 2023 — che prevedeva la riduzione temporanea delle aliquote Irpef da quattro a tre solamente per il 2024 — e la Legge di Bilancio 2025 che ha introdotto invece la riduzione definitiva.
Un disallineamento che avrebbe avuto effetti concreti e pesanti, come denunciato dalla Cgil. Nel calcolo dell’acconto Irpef, infatti, si rischiava di utilizzare ancora il vecchio schema a quattro aliquote, portando a versamenti non dovuti per centinaia di euro (era stato calcolato da circa 85 a 260 euro per contribuente).

“Abbiamo approvato il nuovo provvedimento in tempo utile per assicurare che non vi siano errori nei prossimi versamenti o nella compilazione delle dichiarazioni dei redditi”, ha spiegato il viceministro Leo.
Cosa cambia per i contribuenti
Con il decreto approvato ieri, viene formalmente annullato l’obbligo di versare l’acconto Irpef 2025 per i lavoratori dipendenti e i pensionati privi di redditi aggiuntivi.
In pratica, chi percepisce solo stipendio o pensione non dovrà anticipare nulla, evitando così sovraccarichi fiscali che sarebbero stati poi rimborsati solo con la dichiarazione dei redditi del 2026.
Parte la dichiarazione dei redditi
L’intervento del Governo è stato definito necessario e quasi obbligato da più parti. Senza questo correttivo, milioni di contribuenti avrebbero versato un acconto basato su un sistema ormai superato, con effetti negativi sul reddito disponibile nel breve termine.
Oltre a evitare una stangata fiscale, la nuova norma ha il merito di semplificare la dichiarazione dei redditi. Proprio in questi giorni, come dicevamo, parte ufficialmente la campagna dichiarativa per il 2025.