A favore dell’agrifotovoltaico, Meritocrazia Italia chiede nuovi interventi e maggiore informazione
Meritocrazia Italia si esprime ancora una volta a favore dell’implementazione di impianti agrivoltaici correttamente progettati e autorizzati

Sono trascorsi circa vent’anni da quando in Italia venivano autorizzati i primi impianti agrifotovoltaici (o agrivoltaici) agli inizi del nuovo millennio. Eppure questa tecnologia viene tutt’ora definita troppo spesso come “nuova e minacciosa per l’ambiente”, nel timore che metta a repentaglio la coltivazione e la natura nella quale viene inserita.
Il PNIEC 2024, però, include l’agrivoltaico tra le misure innovative da implementare entro il 2030 con una capacità da raggiungere combinata di oltre 5GW. Allo scopo, parrebbe bastare una bassissima percentuale dei terreni agricoli esistenti, anche inferiore a quella che annualmente viene abbandonata a terreno incolto.
I fattori limitanti
In Italia ne inibiscono l’implementazione fattori come disallineamento normativo (seppur siano apprezzabili i progressi registrati in merito, rimane migliorabile l’univocità di recepimento a livello regionale e locale della normativa nazionale ed europea) e incertezza regolatoria (rimangono ancora variabili ed in parte imprevedibili le tempistiche entro cui si esprimono i diversi enti coinvolti nell’iter autorizzativo). Questo genera scarsa fiducia da parte degli investitori, ma soprattutto disinformazione e conseguente scetticismo nella popolazione tutta.
I vantaggi e le richieste di Meritocrazia Italia
Meritocrazia Italia si è sempre espressa a favore dell’implementazione di impianti agrivoltaici correttamente progettati e autorizzati, nel rispetto dei vincoli ambientali e paesaggistici. Tra i vantaggi che questa tecnologia può procurare, vi sono:
- minor consumo di acqua per l’irrigazione, grazie alla riduzione dell’insolazione e conseguente minor evaporazione dell’acqua già contenuta nel suolo agricolo sottostante ai pannelli;
- maggiore resa dei terreni tramite lo sviluppo di progetti finalizzati ad ottimizzare la potenza elettrica contemporaneamente alla massimizzazione della produzione agricola;
- agevolazione delle pratiche di pastorizia e coltivazione grazie ad un micro clima mitigato da parziali effetti d’ombra, specialmente apprezzabile nei mesi più caldi;
- protezione (almeno parziale) dei raccolti dalle oramai intense intemperie stagionali (ad es grandinate);
- possibilità di essere fonte di reddito integrativa per gli agricoltori, da reinvestire nel miglioramento e prosecuzione delle proprie attività agricole;
- creazione di valore aggiunto nell’indotto tramite il coinvolgimento di progettisti, agronomi, sviluppatori, PMI ed investitori durante le fasi di sviluppo, autorizzazione, progettazione, ed installazione dell’impianto;
- possibilità di creare habitat ad hoc dedicati alla protezione di fauna in via di estinzione, come quello delle api, fondamentale per l’intera esistenza umana.
Meritocrazia Italia chiede che il Governo continui ad impegnarsi attraverso:
- maggiore semplificazione e standardizzazione di iter autorizzativi e associate tempistiche di svolgimento degli stessi a prescindere dall’ubicazione dell’impianto;
- sostegno a progetti di ricerca e sviluppo, favorendo anche la generazione di brevetti, per impianti agrivoltaici che preservino ed incrementino la qualità e capacità agricola-zootecnica;
- maggiore sostegno a progettazioni che prevedano l’utilizzo delle tettoie esistenti, la dimostrazione oggettiva che l’attività agricola sia stata mantenuta, la sincronizzazione di produzione elettrica, coltivazione, e l’accumulo energia tramite ad esempio impianti idrici rinnovabili;
- una accelerazione al piano di upgrade delle reti elettriche di distribuzione nazionale affinché possano ampliare la loro capacità di ricezione energia immessa in rete da produttori FER.
Fondamentale anche una campagna formativa di vicinanza e trasparenza affinché il cittadino possa ben conoscere ed interpretare i contenuti e valori aggiunti di tali tipi di tecnologia sostenibile, preziosa e rinnovabile.