"Tilt, esaurimento globale", videointervista a Debora Villa: tra crisi, risate e rinascita
Porto sul palco quello che è stato il mio esaurimento, proponendo uno spettacolo, ovviamente comico, che mira però a lanciare anche degli spunti di riflessione
Camaleontica, divertente e acuta. Poliedrica e piena di sfumature: Debora Villa, per molti è l’indimenticata Patty di Camera Café a fianco di Luca e Paolo (e per i millennials la simpaticissima bidella della serie Alex adn Co.). Poi arrivano le esperienze come conduttrice e tanti film brillanti. Senza mai dimenticare il primo amore dell’attrice lombarda: il teatro.
Ed è proprio al teatro che Villa torna. Ha debuttato venerdì 12 gennaio 2024, dal cineteatro Agorà di via Marcelline a Cernusco sul Naviglio, la nuova tournée italiana dell’attrice e comica di fama nazionale originaria di Pioltello.
Ed è proprio in questa occasione che Villa ha raccontato il nuovo progetto: "Tilt: esaurimento globale!" in una video intervista a Prima la Martesana tutta da vedere:
Debora Villa: al via la tournee di "Tilt: esaurimento globale!"
Come mai hai deciso di partire proprio dalla tua Martesana?
"E’ prima di tutto una questione di affetto. Al teatro Agorà avevo già portato in scena altri spettacoli e mi sono sempre trovata benissimo, con una grande accoglienza e tanta competenza dello staff. Non è retorica, ma l’accoglienza per me fa molto. Inoltre così può venire a vedermi anche la mia zietta, a Milano sarebbe stato molto più complesso. Scherzi a parte, mi è sempre piaciuto lavorare nel mio territorio."
Cosa rappresenta la Martesana per te?
"La mia casa e le mie radici. Ho deciso di abitare a Gessate e i miei primi passi nel mondo del teatro li ho mossi a Pioltello. Ancora oggi organizzo molti laboratori e iniziative con i teatri del nostro territorio."
Eppure la tua carriera ti ha portato a girare tutta Italia. Cosa ti manca maggiormente quando sei lontana?
"Sicuramente mia figlia. Con il mio compagno, che mi fa da manager, capita di trovarci spesso lontani da casa per molti giorni e la distanza si sente. Oggi ormai è un’adolescente autonoma e indipendente, e dopo tanti anni questa elasticità è ormai rodata. Però ammetto che mi manca sempre molto. Infatti quando mi trovo in qualche bel posto per uno spettacolo ne approfittiamo sempre per trascorrere un weekend insieme. Chiaramente poi c’è la sua quotidianità che non intendo sconvolgere."
Veniamo allo spettacolo, già dal titolo si intuisce che questa volta ti addentri in un’analisi comica della stretta attualità. Come nasce?
"Mi era salita una gran voglia di analizzare i motivi dell’esaurimento globale che sta colpendo le persone, una situazione che si è acuita dopo la pandemia. Il Covid ha segnato un prima e un dopo. Sono convinta che la risata è taumaturgica, fa benissimo a tantissime cose come il cuore, la circolazione, i reni... Porto sul palco quello che è stato il mio esaurimento, proponendo uno spettacolo, ovviamente comico, che mira però a lanciare anche degli spunti di riflessione. Siamo tutti sotto pressione, così mi piace parlare della quotidianità attraverso un’analisi comica delle varie idiosincrasie dell’essere umano."
Una risata ci seppellirà tutti, eppure mai come in questo momento si sente il bisogno di ridere...
"Esattamente, la risata seppellirà questo momento drammatico per poter permetterci di risorgere. Alla fine crisi vuol dire cambiamento. Noto nei teatri che c’è tanta voglia di leggerezza, di riscatto, ma anche di partecipazione. Se in televisione i programmi sono un po’ sempre gli stessi, sul palco c’è voglia di mettersi in gioco e di sperimentare. Ecco, forse al nostro cinema e alla televisione servirebbe un pizzico di fantasia in più."
Nella tua carriera hai fatto tanta Tv, cinema e non solo. Come mai senti ancora il bisogno di metterti alla prova con i teatri?
"Il teatro è l’unica cosa cui non rinuncerò mai, è la mia prima e più grande passione. Inoltre credo molto nel sostenere le piccole realtà e quindi i teatri di provincia che spesso non riescono a far fronte ai costi e alle spese delle grandi produzioni. Ho fatto molti laboratori sul territorio, anche recentemente, al Teca di Cassano d'Adda o a Segrate per citarne alcuni. Investire sul territorio significa non far morire le piccole realtà, altrimenti anche con i teatri succede quanto avviene con i negozi che vengono fagocitati dai grandi centri commerciali."
Qual è lo stato di salute dei nostri teatri e più in generale della cultura?
"I teatri hanno molto patito la pandemia, anche perché le maestranze che lavorano in questo mondo sono tante e le linee guida durante il Covid per rimborsi e sostegni non sono state molto chiare. Con un certo orgoglio mi sento di dire che noi comici abbiamo fatto e stiamo facendo la nostra parte per sostenere i teatri, specialmente quelli piccoli. Il palco per me è vita e condivisione, forse l’unico luogo in cui si partecipa a quanto accade in prima persona. Inoltre è terapeutico: tornare in teatro fa bene a me e spero anche al pubblico che segue lo spettacolo."
Quali sono i programmi per il futuro?
"Oltre alla tournée che mi porterà in giro per mezza Italia, a breve sarò ospite del nuovo programma televisivo della mia amica Katia Follesa. Sono in una fase in cui mi sto concentrando sul live perché è la realtà che mi fa stare bene, specialmente adesso che, come tanti, vengo da un periodo in cui non sono stata benissimo. Come dicevo, alla fine la risata e il teatro sono una terapia".
Le date
Un esaurimento globale sta prendendo il sopravvento sulla nostra capacità cognitiva e relazionale. Pandemia, guerre, crisi climatica-energetica-economica, politica; terremoti, paure, insicurezze e psicosi collettive sono all’ordine del giorno e barcamenarsi in questo mare di problemi è cosa davvero ardua.
Dal traffico a tiktok, dai politici disonesti allo sfruttamento sul lavoro, dalle beauty routine al bullismo, dai complottisti agli ignoranti trasformati in opinionisti, i motivi per fare TILT sono davvero tanti.
Ma esisterà un modo per gestire questo cortocircuito? Bella domanda! Per la prima volta in scena, TILT – Esaurimento Globale, nato da un’idea di Debora Villa che ne ha curato la regìa e scritto a 4 mani insieme a Carlo G. Gabardini, porta all’attenzione degli spettatori un’attenta analisi della nostra società e di ciò che siamo diventati.