"memoria democratica"

Piazza della Loggia, 51 anni dopo: Mattarella ricorda una ferita ancora viva

Nel giorno dell’anniversario, il presidente della Repubblica rende omaggio alle vittime della strage del 1974 e ribadisce l’importanza della memoria democratica

Piazza della Loggia, 51 anni dopo: Mattarella ricorda una ferita ancora viva
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Oggi, mercoledì 28 maggio 2025, ricorre il 51° anniversario della strage di Piazza della Loggia a Brescia, uno degli episodi più drammatici della storia repubblicana italiana. Una data che continua a segnare la memoria collettiva del Paese e che ogni anno richiama un momento di riflessione sulla democrazia, la violenza politica e il lungo cammino della giustizia.

Piazza della Loggia, 51 anni dopo

In questa occasione solenne, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto esprimere il proprio pensiero attraverso una dichiarazione che tocca i punti cardine di quell'attentato e del suo significato storico.

“L'attentato terroristico che il 28 maggio di cinquantuno anni fa colpì il cuore di Brescia – ha dichiarato Mattarella – aveva come obiettivo la destabilizzazione della Repubblica, l’indebolimento della democrazia e l’attacco alle conquiste sociali.”

Piazza della Loggia, 51 anni dopo: Mattarella ricorda una ferita ancora viva
Attentato Piazza della Loggia

Il capo dello Stato ha rivolto il primo pensiero alle vittime e ai loro familiari, sottolineando quanto la loro memoria continui a rappresentare un legame fondamentale per rafforzare la comunità democratica.

“La bomba di Piazza della Loggia – ha proseguito – e la strategia eversiva nella quale era inserita, sono state la negazione violenta dei valori democratici. Brescia seppe reagire con coraggio, così come le istituzioni, le forze politiche, i sindacati e la società civile, che seppero unirsi per difendere la Costituzione."

Mattarella ha poi ricordato quanto il contrasto al terrorismo degli anni Settanta sia stato lungo, doloroso e segnato da un pesante tributo di vite umane. Tuttavia, ha ribadito che la forza morale e il senso civico di chi ha scelto di difendere la libertà hanno prevalso. Un cenno importante è stato riservato al lungo iter giudiziario che, seppur con decenni di ritardo, ha portato a una verità giudiziaria.

“La giustizia è arrivata, pur se tardi, con la prima sentenza sugli esecutori materiali. La verità rappresenta un contributo essenziale alla vita democratica – ha concluso – e va riconosciuto il ruolo fondamentale svolto dall’associazione dei familiari delle vittime, la cui testimonianza è un patrimonio civile da trasmettere alle nuove generazioni.”

Il giorno della strage

Il 28 maggio 1974, una mattina come tante, si trasformò in tragedia. In piazza della Loggia si stava svolgendo un comizio sindacale organizzato dalla Cisl, al quale intervenivano il sindacalista Franco Castrezzati e il deputato comunista Adelio Terraroli. In quel contesto affollato, una bomba nascosta in un cestino portarifiuti esplose all’improvviso, seminando morte e panico.

Piazza della Loggia, 51 anni dopo: Mattarella ricorda una ferita ancora viva
Piazza della Loggia, vittime e superstiti

Otto furono le vittime:

  • Giulietta Banzi Bazoli, 34 anni
  • Livia Bottardi Milani, 31 anni
  • Euplo Natali, 69 anni
  • Luigi Pinto, 25 anni
  • Bartolomeo Talenti, 56 anni
  • Alberto Trebeschi, 37 anni
  • Clementina Calzari Trebeschi, 31 anni
  • Vittorio Zambarda, 60 anni

Oltre ai morti, circa cento persone rimasero ferite. L’attacco si inseriva nel più ampio contesto della Strategia della Tensione, una serie di attentati e trame oscure che attraversarono l’Italia tra la fine degli anni '60 e i primi anni '80, con lo scopo di creare caos e giustificare una stretta autoritaria.

Una giustizia lunga 43 anni

Solo nel 2017, dopo ben undici processi e un percorso giudiziario tortuoso, la Corte di Cassazione mise la parola “fine” alla ricerca di responsabilità penali. Venne emessa la condanna definitiva per Carlo Maria Maggi, medico e capo veneto di Ordine Nuovo (deceduto nel 2018), e per Maurizio Tramonte, ex informatore dei servizi segreti, ritenuti esecutori materiali dell’attentato.

La strage di Piazza della Loggia si colloca, per gravità e significato politico, accanto ad altri due tragici momenti simbolo della stagione del terrore in Italia: la strage di piazza Fontana del 1969 e l’attentato alla stazione di Bologna del 1980. Tre episodi che, insieme, tracciano la linea rossa della violenza eversiva contro lo Stato democratico.

Oggi, come ogni anno, Brescia ricorda. E con essa, tutto il Paese. Perché la memoria è la prima forma di giustizia e il più solido argine contro chi vorrebbe riscrivere la storia con la violenza.

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