Tensione

Harvard contro Trump: la più prestigiosa università Usa contesta il taglio dei fondi

Ateneo nel mirino perché accusato di difendere troppo le diseguaglianze e la causa palestinese: niente nuovi finanziamenti federali e limitazioni alla ricerca scientifica

Harvard contro Trump: la più prestigiosa università Usa contesta il taglio dei fondi
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Si inasprisce lo scontro tra l’amministrazione del presidente Donald Trump e l’Università di Harvard, simbolo dell’élite accademica americana. L’università più antica e ricca degli Stati Uniti è stata esclusa dall’accesso a nuovi finanziamenti federali, mentre il governo introduce nuove limitazioni alla ricerca scientifica.

Trump: un taglio di fondi mirato per "piegare" Harvard (che gli ha fatto causa)
Università di Harvard

Il prestigioso ateneo ha intentato una causa contro il tycoon.

Un taglio mirato per piegare Harvard

La decisione di bloccare i finanziamenti è stata formalizzata da Linda McMahon, Segretaria all’Istruzione, che ha scritto una lettera al rettore Alan Garber accusando l’ateneo di una "gestione disastrosa", mancanza di trasparenza e violazioni etiche. McMahon ha annunciato che Harvard non riceverà più borse di studio federali e ha dichiarato conclusa la concessione di nuovi fondi all’università. Una misura che colpisce duramente un’istituzione il cui patrimonio, pur essendo stimato in 53,2 miliardi di dollari, dipende in parte significativa dai fondi pubblici per progetti di ricerca.

Trump: un taglio di fondi mirato per "piegare" Harvard (che gli ha fatto causa)
Donald Trump

La rottura arriva dopo mesi di tensioni, durante i quali Harvard si è rifiutata di adeguarsi alle richieste della Casa Bianca su programmi didattici, criteri di ammissione e politiche di assunzione. Il governo ha chiesto anche di esercitare una supervisione diretta sulle modalità di selezione di studenti e docenti, suscitando forti reazioni nel mondo accademico.

Ricerca sotto osservazione: lo stop alle attività sui virus

Oltre alla stretta sul piano finanziario, l’amministrazione Trump ha annunciato un ordine esecutivo che limita le ricerche scientifiche definite "pericolose", in particolare quelle di tipo gain-of-function – studi che modificano geneticamente i virus per comprenderne il potenziale evolutivo. Il provvedimento blocca i finanziamenti a progetti condotti all’estero che implicano questo tipo di manipolazione, ritenuto da Trump tra i fattori scatenanti della pandemia di Covid-19.

Nel suo annuncio, il presidente ha collegato direttamente queste pratiche all’origine del SARS-CoV-2, sostenendo che il virus sarebbe nato in laboratorio, presso l’Istituto di virologia di Wuhan, e che le ricerche sarebbero state finanziate anche dagli Stati Uniti. Marty Makary, nuovo direttore della FDA, ha rincarato la dose parlando di un “incubo” causato da una “manipolazione irresponsabile della natura” con tecnologie americane.

Un'accusa politica, tra antisemitismo e anti-woke

Dietro le giustificazioni ufficiali – la necessità di contrastare l’antisemitismo nei campus e garantire la sicurezza – si nasconde una battaglia politica ben più ampia. L’obiettivo dell’amministrazione sembra essere quello di ridisegnare il panorama accademico secondo un’agenda ideologica che rifiuta la cultura “woke” e ostacola le proteste filopalestinesi, molto diffuse nelle università dopo l’escalation del conflitto a Gaza.

Trump ha accusato pubblicamente Harvard di insegnare “odio e stupidità” e di essere diventata “una barzelletta”, fino ad affermare che non merita di essere inserita nelle classifiche delle migliori università mondiali.

La reazione di Harvard e del mondo accademico

A metà aprile, Harvard ha deciso di portare l’amministrazione Trump in tribunale, accusandola di violare i diritti costituzionali dell’università. Il rettore Garber, che inizialmente aveva cercato un approccio cauto, ha preso una posizione ferma dopo aver ricevuto una lettera dal governo che imponeva condizioni giudicate inaccettabili: approvazione governativa sulle assunzioni, esame delle domande di ammissione e persino interviste agli studenti per valutare la loro libertà di espressione.

Trump: un taglio di fondi mirato per "piegare" Harvard (che gli ha fatto causa)
Alan Garber, Rettore di Harvard

La risposta di Garber è stata chiara: ha respinto ogni ingerenza politica, difendendo l’autonomia di Harvard e di tutte le istituzioni educative private. Da quel momento, la sua figura è diventata un simbolo della resistenza accademica contro le pressioni del potere esecutivo.

L’azione legale dell’università ha ricevuto il sostegno di 187 rettori di college e università in tutti gli Stati Uniti, che hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta contro l’invadenza politica. Coordinati dall’American Association of Colleges and Universities, hanno denunciato le azioni del governo come un pericoloso attacco all’autonomia dell’istruzione superiore americana.

L’Europa si propone come rifugio per la scienza

Mentre il clima accademico negli Stati Uniti si fa sempre più teso, l’Europa lancia un segnale opposto. Il 5 maggio 2025, durante un evento alla Sorbona, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato la “Choose Europe Initiative”, un programma da 500 milioni di euro per finanziare la ricerca scientifica nel continente e attrarre talenti da tutto il mondo.

Trump: un taglio di fondi mirato per "piegare" Harvard (che gli ha fatto causa)
Von der Leyen e Macron

Affiancata dal presidente francese Emmanuel Macron, von der Leyen ha annunciato che l’Europa intende diventare un polo di eccellenza globale, offrendo ai ricercatori un ambiente stabile, libero e favorevole all’innovazione. “L’innovazione deve essere al servizio dell’umanità”, ha dichiarato, chiarendo che l’Unione Europea vuole distinguersi come luogo in cui la scienza è valorizzata e rispettata, senza interferenze politiche.

A chi le ha chiesto se l’iniziativa fosse una risposta diretta alle politiche di Trump, il portavoce della Commissione europea ha replicato:

“Non si tratta di cosa accade altrove, ma del ruolo che la scienza ha per l’Europa”.

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