Giuli risponde agli attori: “Il cinema merita rispetto, non polemiche sterili. Ma il dialogo non mancherà"
Dopo la lettera firmata da oltre cento esponenti del cinema italiano, il Ministro della Cultura prende la parola cercando una mediazione

La tensione tra il mondo del cinema italiano e il Ministero della Cultura ha trovato (forse) un nuovo momento di svolta: Alessandro Giuli, Ministro della Cultura, è intervenuto pubblicamente dopo giorni di polemiche, firme e dichiarazioni, cercando di ristabilire un equilibrio nel dibattito.
Giuli risponde agli attori
Tutto è cominciato in occasione dei David di Donatello, quando Elio Germano ha criticato duramente la gestione del Ministero, sottolineando le difficoltà del settore e la mancanza di ascolto istituzionale. La replica di Giuli non si è fatta attendere: ha parlato di una “minoranza rumorosa” che interviene anche in contesti ufficiali, come il Quirinale, senza reale volontà di confronto.
"Una donna deve avere la stessa dignità di un uomo, un nero la stessa dignità di un bianco, un italiano la stessa dignità di uno straniero e un palestinese la stessa dignità di un israeliano."
Così Elio Germano ha concluso il suo discorso ai #David70 pic.twitter.com/eKmVCKtM9R— Rebelle Vague (@rebellevague) May 7, 2025
A quel punto la frattura si è allargata. Germano, durante un evento a Milano, ha rincarato la dose:
“La vera solitudine è di chi governa senza ascoltare i lavoratori”, ha detto, accusando il Ministro di personalizzare lo scontro in modo preoccupante.
In risposta a questo clima teso, oltre cento professionisti del cinema – tra cui registi, attori, sceneggiatori e tecnici – hanno sottoscritto una lettera aperta indirizzata al Ministro e ai Sottosegretari Lucia Borgonzoni e Gianmarco Mazzi. Fra i firmatari compaiono nomi di peso come Paolo Sorrentino, Nanni Moretti, Pierfrancesco Favino, Paola Cortellesi, Marco Bellocchio e Luca Zingaretti. Nel testo, denunciano un settore in crisi, colpito da incertezze normative, ritardi sulla riforma del Tax credit e una generale mancanza di sostegno alle realtà indipendenti.
“Il cinema merita rispetto, non polemiche sterili. Ma il dialogo non mancherà"
Nelle scorse ore, durante un convegno a Bergamo, che il Ministro Giuli ha deciso di affrontare direttamente il malcontento.

“Molti di coloro che hanno firmato la lettera non hanno ascoltato il mio discorso al Quirinale. Eppure, ribadisco che il cinema è troppo importante per essere vittima di fraintendimenti, polemiche o letture politicizzate. Troveremo una mediazione, lo faremo con intelligenza e rispetto per il lavoro di tutti.”
Giuli ha inoltre voluto chiarire lo stato del Tax credit, tema centrale delle proteste.
“È una misura efficace – ha dichiarato – tanto che stiamo lavorando a un modello europeo insieme al Ministro francese Rachida Dati. Abbiamo già assunto 30 persone per velocizzare l’erogazione dei fondi pregressi. Non tutti hanno agito correttamente: c'è chi ha approfittato del sistema, ma la maggior parte lavora con serietà e merita rispetto.”
Con parole meno caustiche rispetto ai giorni scorsi, Giuli ha teso una mano al dialogo, pur ribadendo la necessità di mettere ordine.
“Sono gli stessi registi più illuminati, spesso provenienti dalla sinistra, a chiederci un sistema più chiaro. Non vogliono etichette come ‘reddito di cittadinanza cinematografico’, ma regole che permettano loro di lavorare bene, con certezze e dignità.”
In attesa di un confronto concreto con le associazioni di categoria – come auspicato nella lettera aperta – la risposta del Ministro segna un passaggio importante: da un clima di polemica a un possibile percorso di ricostruzione del dialogo tra istituzioni e artisti. Resta ora da vedere se le parole si tradurranno in fatti.