LA PROPOSTA

Cinema, Giuli al Consiglio Europeo: "Un tax credit europeo per rafforzare l’industria audiovisiva"

In un momento critico per il settore, la risposta del ministro della cultura è di intervenire a livello comunitario

Cinema, Giuli al Consiglio Europeo: "Un tax credit europeo per rafforzare l’industria audiovisiva"
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"Dobbiamo rafforzare il modello europeo di finanziamento e regolamentazione per la creazione di film e contenuti audiovisivi, sostenendo la coproduzione europea e assicurandoci che quote, obblighi finanziari e divisibilità avvantaggino realmente l’industria europea".

Con queste parole, il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha lanciato, nel corso della sessione pubblica del Consiglio UE Cultura, una proposta che potrebbe ridisegnare il futuro dell’audiovisivo in Europa: pensare a un tax credit europeo.

Un’idea che parte dalla consapevolezza delle sfide che il settore sta affrontando, stretto tra le pressioni dei grandi operatori digitali e la necessità di sostenere la cultura come motore economico e identitario.

"Siamo in un momento critico – ha aggiunto Giuli – in cui le regole del cinema e dell’audiovisivo vengono stravolte dai giganti digitali. Dobbiamo essere uniti e coerenti. Il nostro compito è difendere e promuovere l’industria audiovisiva europea, consapevoli del suo straordinario valore culturale e del suo potenziale economico, soprattutto per i giovani".

Cos’è il tax credit?

Il tax credit è uno strumento fiscale di incentivo che permette alle imprese del settore audiovisivo di ottenere sgravi sulle tasse, rendendo più accessibile e vantaggioso l’investimento nella produzione, distribuzione e promozione di opere cinematografiche e audiovisive. In sostanza, una percentuale delle spese sostenute viene restituita sotto forma di credito d’imposta, riducendo così il rischio economico per chi investe in cultura.

In Italia, questo meccanismo ha avuto un impatto decisivo: ha attratto produzioni internazionali, favorito la valorizzazione del territorio, creato occupazione e promosso la cultura italiana nel mondo. Tuttavia, le recenti riforme governative hanno modificato profondamente l’accesso a questi fondi, suscitando forti reazioni nel settore.

La situazione in Italia: luci e ombre

Fino a poco tempo fa, il tax credit era considerato un pilastro della produzione cinematografica italiana. Ma la nuova normativa, trasformando questo contributo da automatico a selettivo, ha reso più difficile l’accesso, soprattutto per le piccole imprese e i giovani autori. Sono ora richiesti requisiti stringenti: un minimo del 40% di capitali privati, proiezioni in orari prestabiliti e rigidi criteri distributivi.

Secondo i professionisti del settore, questa riforma favorisce le grandi produzioni e le multinazionali, riducendo drasticamente la possibilità per realtà indipendenti di ottenere supporto. Il rischio è concreto: molti progetti sono già stati bloccati, e il 65% dei lavoratori del settore è fermo.

Una proposta europea per un problema condiviso

La risposta del ministro Giuli per superare questi limiti e dare nuova linfa all’intero comparto europeo è di intervenire a livello comunitario.

Il ministro della Cultura Alessandro Giuli

"L’aggiornamento della Direttiva sui servizi media audiovisivi, che stabilisce i parametri per il sostegno alle opere europee ed è alla base del sistema del tax credit, sarà un’opportunità fondamentale per il futuro del nostro cinema”.

Un tax credit europeo, coordinato e armonizzato tra i vari Stati membri, potrebbe favorire la coproduzione, semplificare l’accesso agli incentivi e creare un mercato competitivo e inclusivo, in grado di affrontare le sfide poste dallo streaming globale e dal dominio delle piattaforme digitali.

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