Brigitte Bardot è morta all’età di 91 anni. La scomparsa della celebre attrice francese è stata resa nota dalla Fondation Brigitte Bardot, l’organizzazione da lei fondata e dedicata alla difesa degli animali. Bardot si è spenta il 28 dicembre 2025, nella sua amata Saint-Tropez, dove aveva scelto da tempo di vivere lontano dai riflettori.
Già nelle settimane precedenti si erano moltiplicate le notizie sulle sue condizioni di salute. A ottobre era stata costretta a lasciare temporaneamente La Madrague, la storica villa affacciata sul mare, per essere ricoverata in un ospedale di Tolone. Il 24 novembre l’ANSA aveva riportato un nuovo ricovero, avvenuto dieci giorni prima, parlando di un intervento chirurgico legato a una grave patologia. In quei giorni, una falsa notizia sulla sua morte aveva costretto la stessa Bardot a intervenire pubblicamente:
“Sto bene, non ho alcuna intenzione di congedarmi”, aveva dichiarato, smentendo con decisione la fake news.
Questa volta, però, l’annuncio è definitivo e segna la fine di una delle esistenze più emblematiche e controverse del XX secolo.
Da sex symbol globale ad attivista radicale: una vita fuori da ogni schema
Donna più desiderata al mondo per almeno due decenni, Brigitte Bardot ha conosciuto una trasformazione unica nella storia dello spettacolo. Negli ultimi anni sembrava quasi più inseguita dalle denunce dei cacciatori che dai fan, in una sorta di nemesi che racconta bene il suo destino: non passare mai inosservata, né come attrice né come militante animalista.
Lei stessa aveva riassunto la propria visione con una frase diventata celebre:
“Ho sempre pensato che avrei girato film solo per comprarmi una fattoria dove crescere gli animali”.
Un sogno che, in forme diverse, ha finito per realizzarsi.
Alla sua morte lascia un’eredità imponente: oltre sessanta film e una Fondazione che negli anni ha raccolto circa 15 milioni di euro l’anno in donazioni, contribuendo a salvare migliaia di animali in tutto il mondo.
Dalla danza al cinema: la nascita di BB
Nata a Parigi il 28 settembre 1934, Brigitte Bardot era una ragazza timida che studiava danza classica. Il destino cambia nel 1950, quando appare sulle pagine di Elle e attira l’attenzione del regista Marc Allégret. A contattarla è il suo assistente, Roger Vadim, che diventerà marito e pigmalione.
Dopo una gavetta fatta di ruoli minori — Le Trou normand (1952), Elena di Troia (1955), I tuoi occhi bruciano (1955), Mio figlio Nerone (1956) — arriva il film che cambia tutto.

“Et Dieu… créa la femme”: lo scandalo che fece la storia
Nel 1956 Vadim dirige Bardot in “Et Dieu… créa la femme” (Piace a troppi nella distribuzione italiana). Il film, vietato ai minori e inizialmente stroncato in Francia, è un ritratto senza filtri di una giovane donna che scopre il proprio potere seduttivo.
Il lancio pubblicitario crea il mito: BB.
“Dio creò la donna… e il diavolo creò BB”, recitavano i manifesti.
Il successo arriva prima negli Stati Uniti e poi, travolgente, anche in Europa. Bardot diventa il simbolo di una generazione che rifiuta il senso di colpa e vive il corpo e la sessualità con una libertà fino ad allora impensabile.
Elvis Presley la definisce “l’ottava meraviglia del mondo”, Simone de Beauvoir vede in lei l’emblema dell’autonomia femminile, Life scrive che nessun’altra donna francese, dopo la Statua della Libertà, aveva illuminato così tanto l’America.
Il peso della fama e la persecuzione mediatica
La popolarità, però, ha un prezzo altissimo. Bardot diventa oggetto di una curiosità ossessiva: fotografi appostati sugli alberi, appartamenti affittati di fronte a casa sua, inseguimenti continui. La pressione la porta anche a tentare il suicidio nel giorno del suo ventiseiesimo compleanno.
Eppure il mito cresce. Lavora con Jean Gabin, Henri-Georges Clouzot, Jean-Luc Godard, Louis Malle, diventa Marianne, simbolo della Repubblica francese, e persino il generale De Gaulle paragona l’impatto della sua immagine alle esportazioni della Renault.
Amori, scandali e una vita sentimentale senza compromessi
La vita privata di Bardot è stata altrettanto intensa della carriera. Dopo Vadim, una lunga lista di relazioni con artisti, attori, musicisti e intellettuali: Jean-Louis Trintignant, Gilbert Bécaud, Raf Vallone, Serge Gainsbourg, Warren Beatty, Nino Ferrer e molti altri.
Sposa quattro volte. Dal matrimonio con Jacques Charrier nasce il suo unico figlio, Nicolas. L’ultimo compagno di vita è Bernard d’Ormale, che sposa nel 1992 e con cui resterà fino alla fine.
L’addio al cinema e la battaglia per gli animali
Nel 1973, con “Colinot l’alzasottane”, Bardot lascia definitivamente il cinema. La passione per la settima arte si spegne, sostituita da un impegno sempre più radicale per la difesa degli animali. Nel 1986 fonda la Fondation Brigitte Bardot, che diventa una delle organizzazioni animaliste più influenti d’Europa.
Le polemiche non mancano: prese di posizione politiche, dichiarazioni contro la caccia, critiche a pratiche religiose legate alla macellazione rituale. Viene più volte condannata per incitamento all’odio, senza mai rinnegare le proprie idee.

Biografia essenziale di Brigitte Bardot e i suoi film più celebri
Brigitte Bardot (Parigi, 28 settembre 1934 – Saint-Tropez, 28 dicembre 2025) è stata attrice, cantante e attivista. Icona assoluta del cinema europeo degli anni Cinquanta e Sessanta, ha incarnato una nuova idea di femminilità libera, istintiva e anticonformista.
Tra i film più noti della sua carriera si ricordano:
- Et Dieu… créa la femme (1956)
- La verità (1960)
- Il disprezzo (1963)
- Vita privata (1962)
- Viva Maria! (1965)
- La ragazza del peccato (1958)
- Le pistolere (1971)
Dopo il ritiro dalle scene, ha dedicato oltre quarant’anni alla difesa degli animali, diventando una figura controversa ma centrale del dibattito pubblico francese.
Il mito di BB — attrice, simbolo culturale, donna libera — resta una delle eredità più potenti del Novecento.