Il trailer di "Yara"

Yara Gambirasio: nei cinema (per tre giorni) e su Netflix il film sulla sua storia

La regia è di Marco Tullio Giordana, nel cast ci sono l'attore bergamasco Alessio Boni e Isabella Ragonese nei panni della pm Letizia Ruggeri.

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Una delle pagine di cronaca nera che hanno maggiormente scosso il nostro Paese diventa un film. La tragica scomparsa di  Yara Gambirasio sarà raccontata in una pellicola in uscita nelle sale cinematografiche dal 18 al 20 ottobre e su Netflix dal 5 novembre 2021.

Il film su Yara Gambirasio arriva su Netflix

"Una risoluta Pm si dedica completamente al caso di una tredicenne scomparsa e fa di tutto per arrivare alla verità. Basato su una storia vera".

Come racconta Prima Bergamo, il pubblico ministero cui fa riferimento la didascalia è Letizia Ruggeri, mentre la vicenda narrata verte intorno alla scomparsa della 13enne a novembre del 2010, a Brembate Sopra, ritrovata senza vita tre mesi più tardi in un campo di Chignolo d’Isola.

Il film, prodotto da TaoDue, dopo una breve permanenza nei cinema (18-20 ottobre) verrà distribuito sulla piattaforma in streaming a partire dal 5 novembre. Dietro la telecamera, nel ricostruire uno dei delitti che più ha colpito l’opinione pubblica, il regista Marco Tullio Giordana. I panni della pm Letizia Ruggeri li vestirà l’attrice Isabella Ragonese, mentre Yara Gambirasio sarà interpretata da Chiara Bono.

Del cast farà parte anche l’attore bergamasco Alessio Boni, che vestirà i panni di uno dei carabinieri impegnato nelle indagini, mentre Roberto Zibetti presterà il proprio volto a Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato all’ergastolo per la morte della tredicenne ma che, in questi anni, si è sempre dichiarato innocente.

Individuato grazie al Dna

Yara Gambirasio scomparve il 26 novembre di undici anni fa dopo essere uscita dal centro sportivo di Brembate Sopra al termine degli allenamenti di ginnastica ritmica. Il thriller, dal tono cupo, ripercorrerà le tappe delle indagini: dall’operazione condotta a tappeto per l’analisi dei tamponi di Dna all’arresto e al proscioglimento del primo sospettato, Mohamed Fikri, fino all’individuazione della traccia genetica di “Ignoto 1” e all’arresto di Bossetti. Fondamentale il contributo al caso dell'anatomopatologa di fama internazionale Cristina Cattaneo: oltre 18mila le persone confrontate con le tracce biologiche rinvenute sul corpo della vittima, prima di arrivare a Bossetti, condannato all'ergastolo.

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