Da Prima Lecco

Due alpinisti uccisi da una valanga. L'amico che era con loro salvo per miracolo

La tragedia domenica 19 maggio sul Pigne D'Arolla: una slavina ha inghiottito i due escursionisti lecchesi, entrambi esperti

Due alpinisti uccisi da una valanga. L'amico che era con loro salvo per miracolo
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Tragedia nella giornata di domenica 19 maggio 2024, sulle Alpi svizzere: due alpinisti lecchesi, Valentino Alquà e Massimo Ratti, sono stati travolti e uccisi da una valanga. E' invece sopravvissuto un terzo escursionista che era con loro.

La tragedia si è consumata sul Pigne D'Arolla, una vetta di circa 3800 metri, tra il Cervino e il Grand Combin. A dare l'allarme è stato proprio il superstite, miracolosamente sopravvissuto alla valanga. Sul posto sono intervenuti i soccorritori svizzeri e si è alzato in volo l'elisoccorso della compagnia Air Glaciers. Cordoglio della comunità lecchese.

Alquà-Ratti

Alpi svizzere: travolti e uccisi da una slavina due alpinisti lecchesi

La vita di Valentino Alquà (49 anni) e Massimo Ratti (35), appassionati ed esperti di montagna, è stata spazzata via in pochi istanti, quando una valanga li ha travolti durante un'escursione sulle Alpi svizzere. Tante le imprese compiute insieme, fino all'ultima, purtroppo fatale.

L’incidente è avvenuto in mattinata, intorno alle 7,30.

 In tre stavano scalando la parete Nord della Pigne d’Arolla – spiega la Polizia del Vallese –  Per cause ancora da accertare si è staccata una valanga che ha travolto due dei tre alpinisti, caduti per quasi 800 metri. I soccorritori, subito allertati, hanno potuto solo constatare la morte dei due alpinisti ai piedi della Nord. Il terzo alpinista non è stato colpito dalla valanga e non ha riportato ferite”.

I corpi sono stati recuperati dai soccorritori, in elicottero, per le vittime non c'era più niente da fare. Le salme sono state ricomposte e portate in ospedale, le autorità elvetiche hanno aperto un'inchiesta.

Il miracolo del terzo sopravvissuto

Ed è un miracolo, invece, come il terzo compagno di scalata sia rimasto praticamente illeso. Lecchese come le vittime, non è stato centrato dalla slavina. Spesso sopravvivere, soprattutto in montagna, è una questione di qualche metro. I suoi occhi hanno visto l'inferno: il boato e poi la neve che inghiottiva gli amici. E' stato lui a dare l'allarme. L'uomo non ha riportato ferite.

Travolti dalla slavina, Valentino e Max, "due persone d'oro"

"Li conoscevo entrambi - ha raccontato Giuseppe Rocchi, membro del Soccorso Alpino e responsabile della XIX Delegazione - con Alquà però ho lavorato gomito gomito in questi sei anni. Proprio pochi giorni fa mi aveva consegnato dei libretti per le scuole e avevamo scherzato insieme. Aveva appena finito di traslocare, lo prendevo in giro dicendogli che era sempre in ferie. Lui diceva: 'Rocchi fà il bravo'. Oltre a lui conoscevo la sua famiglia, avevo fatto un corso di istruttore di alpinismo con il padre Adelio, negli anni Novanta. Questa è una terribile tragedia che ancora una volta ci tocca da vicino e ci sconvolge".

Valentino Alquà

"Quando ho saputo del dramma che si è consumato sulle Alpi svizzere sono scoppiato in lacrime - ha aggiunto Manuele Panzeri, del Soccorso alpino - Valentino era il nostro segretario, una persona correttissima, di poche parole ma che amava la compagnia. Non ho mai avuto l’occasione di scalare né con lui né con Ratti, ma sulle montagne li ho incontrati spesso. Erano due persone d’oro".

Come racconta Prima Lecco, ricorda di Max Ratti, Andrea Gandolfi, con lui fondatore del gruppo Asen Park.

"Max era una persona splendida, solare, divertente, brillante. Aveva vissuto dei momenti di crisi, ma era ripartito alla grande. La montagna era la sua grande passione: era stato sul Bianco, sul Badile, sul Civetta, sempre con l’obiettivo di percorrere linee difficili. Un’altra sua grande passione era la fotografia, basta guardare la sua pagina Facebook per trovare delle immagini spettacolari. Conoscevo anche Valentino, un tipo taciturno, ma divertente e di compagnia, con il fratello Emiliano era stato anche istruttore del Cai di Valmadrera. Gente semplice, alla mano, che ha la montagna nel sangue".

Massimo Ratti

Anche il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, ha espresso grande cordoglio per la scomparsa dei due scialpinisti, affidando ai social un post molto sentito:

"Ho appreso della tragica scomparsa degli alpinisti lecchesi Valentino Alquà e Massimo Ratti, deceduti sulle Alpi Svizzere. Entrambi abitavano a Germanedo ed erano molto stimati, conosciuti e ben voluti. Valentino Alquà lavorava come amministrativo del Soccorso Alpino, alla sede del Bione, mentre Massimo Ratti era anima del gruppo alpinistico Asen Park. Interpretando il pensiero della nostra comunità lecchese, sconvolta e affranta da questa notizia, esprimo il mio personale cordoglio e quello della Città di Lecco alla famiglia e agli amici di questi due nostri amati concittadini".

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