Un altro Ponte Morandi, stavolta in Calabria. L'intercettazione: "Qui casca tutto"
La Guardia di Finanza ha dato attuazione a sei misure cautelari. Nella vicenda emergono anche rapporti con le cosche 'ndranghetiste.
"Secondo lui dice non va bene. Perché noi al Morandi con questo materiale l'abbiamo fatto... e casca tutto". Basterebbe questo stralcio delle intercettazioni per far accapponare la pelle. Perché dopo quanto successo a Genova il 14 agosto 2018, l'attenzione sui ponti è davvero massima, e il rischio di un altro episodio simile fa tremare al solo pensiero. La Procura di Catanzaro ha disposto il sequestro del viadotto Bisantis, noto come ponte Morandi (dal nome dell'ingegnere - Riccardo Morandi - che lo ha progettato) di Catanzaro, e della galleria Sansinato sulla Statale 280 dei due mari.
L'indagine ha portato all'esecuzione di sei misure cautelari nei confronti di altrettanti imprenditori, mentre per un ingegnere e un geometra dell'Anas è stata disposta l'inibizione dalla professione rispettivamente per 6 e 9 mesi. Il Gip ha anche disposto il sequestro preventivo di tre società di costruzione e di oltre 200mila euro quale profitto dei reati contestati.La Procura sequestra il ponte Morandi a Catanzaro
I militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati dalla Dda del capoluogo calabrese, hanno eseguito un'ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale del Catanzaro, nei confronti di 6 soggetti indagati a vario titolo per trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio, corruzione in atti giudiziari, associazione per delinquere, frode nelle pubbliche forniture, con l'aggravante di aver agevolato associazioni di tipo mafioso in relazione fra l'altro, per i lavori di manutenzione straordinaria del ponte Morandi di Catanzaro e di un tratto della SS280 dei due mari.
Malta scadente
Dalle intercettazioni emerge l'utilizzo di prodotti scadenti e più economici di quelli previsti. "Gli ho spiegato io è come su? Fanno cag...", recita a un certo punto un passaggio del direttore tecnico.
La decisione di utilizzare proprio quel tipo di materiale era dettata da problemi economici di alcuni degli imprenditori coinvolti nella vicenda, che non sarebbero stati nelle condizioni di rifornirsi di materiale Basf, adatto a un lavoro di ripristino di calcestruzzo e ferri d'armatura, come appunto quello sul ponte calabrese.
La collaborazione di Anas
Sulla vicenda è intervenuta con una nota anche Anas, che ha assicurato la massima collaborazione:
"In relazione alle indagini sui lavori di manutenzione del ponte Morandi e della galleria Sansisato sulla Statale 280 'dei due Mari' a Catanzaro, che hanno portato al sequestro con facoltà d'uso delle opere e all'emissione di misure cautelari, Anas sta fornendo tutta la necessaria collaborazione alle Autorità inquirenti. Anas conferma la sicurezza statica delle opere, poiché il sequestro riguarda il risanamento di alcune porzioni delle infrastrutture, senza impatto per la viabilità. Entrambe le opere sono aperte al traffico".