Ucciso a 18 anni per un piede pestato per errore: fermato 20enne figlio di un camorrista
Descritto da tutti come un bravo ragazzo, che sognava di fare il pizzaiolo: la sua vita cancellata per uno "sgarro" in cui non c'entrava nulla
Un colpo di pistola dritto al petto ha cancellato la vita di Francesco Pio Maimone, 18 anni. Succede a Napoli, nella zona degli chalet Mergellina, in piena notte, tra il 19 e il 20 marzo 2023: il ragazzo ha appena terminato il suo turno in pizzeria quando di consuma la tragedia. A lasciare annichiliti le ragioni del gesto estremo: pare che all'origine della rappresaglia ci fosse un piede pestato. Il presunto colpevole, verso il quale è stato emesso il fermo, sarebbe un ragazzo altrettanto giovane: il ventenne Francesco Pio Valda. Il ragazzo è accusato di omicidio volontario aggravato dalle modalità mafiose; è il figlio di Ciro Valda, affiliato al clan Amodio-Abrunzo, ucciso in un agguato di camorra durante la scissione dal clan Cuccaro il 21 gennaio 2013.
Una vicenda che - per crudeltà gratuita e disprezzo della vita - ricorda la fiction Rai "Mare Fuori", focalizzata proprio su questa gioventù spinta ai margini da un sistema sociale malato, violento che, apparentemente, non lascia alternative se non quella di farsi travolgere da questa giostra (da cui scendere diventa poi estremamente complicato) che fagocita giovani vite macinando insegnamenti pericolosi, quali forme distorte di rispetto e onore da rivendicare ad ogni costo.
UNA SCENA DI "MARE FUORI":
Ucciso a 18 anni per un piede pestato
Un piede pestato: sarebbe questo il motivo scatenante della sparatoria nella quale è rimasto coinvolto Francesco, arrivato all'ospedale Vecchio Pellegrini della città in condizioni già disperate. Secondo quanto emerge dalle indagini, dopo un piccolo incidente, gli animi tra due gruppi di ragazzi si sarebbero subito accessi e dalle parole si è passati direttamente alle armi, senza neppure passare per schiaffi e pugni.
I colpi esplosi hanno raggiunto il giovane che, secondo quanto si è appreso, sarebbe addirittura estraneo alla diatriba, oltre che essere senza precedenti penali ed estraneo ad ambienti della malavita. Francesco sarebbe stato avvicinato da una persona che gli ha esploso contro un colpo di arma da fuoco in pieno petto: è stato trasportato dai conoscenti in condizioni disperate all'ospedale, intorno alle 3 del mattino, dove è deceduto poco dopo. Non aveva documenti e per tale ragione inizialmente si era diffusa la voce che potesse trattarsi di un minorenne.
Le indagini
Alfredo Fabbrocini, capo della Squadra mobile della Questura di Napoli, ha spiegato che Maimone "è stato ucciso per errore". Secondo alcune persone presenti sul posto, Maimone sarebbe stato colpito dal proiettile dopo aver pestato per errore il piede di uno dei giovani armati. Non è però la prima volta che si registra un episodio simile nella stessa zona. Già lo scorso 12 marzo, durante un raid simile sempre nella zona della Mergellina, è rimasto ferito durante un agguato il 19enne, Antonio Gaetano. Sui social, nel frattempo è esplosa la rabbia per la morte di Francesco, ricordato da amici, insegnanti e conoscenti come un "bravo ragazzo che lavorava e sognava di aprire una pizzeria".
Il fermato
Il 20enne è stato individuato nelle scorse ore dagli investigatori della Squadra Mobile di Napoli, per le indagini si sono rivelate preziose le registrazioni di alcune telecamere di sorveglianza, che hanno ripreso la zona della sparatoria, e le testimonianze di alcuni dei clienti degli chalet, che hanno assistito all'omicidio. Ieri l'indagato si era reso irreperibile ma è stato stato rintracciato dalla Squadra Mobile e dai poliziotti del commissariato San Giovanni presso l'abitazione di alcuni conoscenti nel quartiere di Ponticelli. A Pianura circolavano voci sull'identità dell'indagato, che poi si sono rivelate fondate.
La politica
"Ho sollecitato sia il prefetto che il questore. C'è la necessità di avere maggiore presidio soprattutto notturno in zone molto vive. Ora dobbiamo capire la natura di questo episodio, se legato alla criminalità organizzata o a una lite, però serve un presidio forte. Continuo e continuerò a sollecitare, anche con il ministro degli Interni, un sempre più forte impegno sulla città", ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.
Sul tragico evento è intervenuto anche Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania:
“È inaccettabile che i napoletani abbiano paura a scendere di casa per colpa di camorristi e baby gang. Necessario intensificare anche a livello locale la presenza di forze dell’ordine e i controlli per recuperare la vivibilità e la sicurezza in territori ridotti a terre di nessuno”.
Il precedente analogo
Sempre a Napoli, poche settimane fa, aveva fatto notizia l'arresto - a 17 anni dal terribile fatto di sangue, anch'esso nato da un'inezia probabilmente involontaria - di due fratelli camorristi di 43 e 45 anni. Si tratta dei killer di Michele Coscia, 30enne ucciso a Napoli durante i festeggiamenti per la vittoria della Nazionale di calcio ai Mondiali 2006.Quella notte hanno freddato Coscia per vendetta dopo che per sbaglio aveva colpito il fratellino mentre sventolava una bandiera italiana.
Coscia è stato freddato da sette colpi di pistola. Nella sparatoria sono stati feriti anche un suo amico e una ragazza. I presunti responsabili non sarebbero due arrestati qualsiasi, bensì i figli del capo dell'omonimo clan ritenuto dalla DDA legato alla famiglia malavitosa dei Lo Russo.