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Uccise la moglie dopo aver tentato di darle fuoco: Giuseppe Lacarpia si suicida. La figlia esulta sui social

Ha tentato di farla finita anche Giovanni Salamone, in carcere nell'Alessandrino dopo aver ucciso la moglie: salvato in extremis

Uccise la moglie dopo aver tentato di darle fuoco: Giuseppe Lacarpia si suicida. La figlia esulta sui social
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Domenica 6 ottobre 2024 aveva cercato di uccidere la moglie dando fuoco all'auto sul quale era salita ma lei, scampata alle fiamme, era riuscita a fuggire. Così l'ha finita a mani nude. Martedì 22 ottobre 2024 l'ultimo atto di questa tragedia familiare: Giuseppe Lacarpia, accusato e incarcerato per il femminicidio della consorte, si è tolto la vita in carcere.

Medesimo copione per Giovanni Salamone che, dopo aver ammazzato la moglie, ha tentato di farla finita nel carcere di Alessandria, dove è rinchiuso. Nel suo caso, però, la prontezza delle guardie carcerarie ha scongiurato l'atto estremo.

Uccide la moglie e si toglie la vita in carcere

Si era trattato di uno dei femminicidi più brutali di cui si è data recentemente notizia. Lo scorso 6 ottobre a Gravina in Puglia (Bari), Lacarpia - 65 anni - ha violentemente ucciso la moglie 60enne, Maria Arcangela Turturo.

Maria Arcangela Turturo

Di ritorno da una festa in famiglia, l'uomo ha dato fuoco all'auto con ancora la consorte all'interno, aggredendola poi e immobilizzandola. Quando la vittima è riuscita ad uscire dalla vettura cercando di scappare l'ha uccisa a mani nude.

Un'aggressione che sarebbe stata anche vista da alcuni testimoni e immortalata in un video. Prima di morire, Maria Arcangela Turturo, avrebbe dichiarato ai soccorritori del 118 che il marito avrebbe tentato di ucciderla. Un racconto poi ripetuto alla figlia, negli istanti prima di spirare.

L'arresto e il suicidio

Il gip del Tribunale di Bari, Valeria Isabella Valenzi, lo scorso 10 ottobre, aveva confermato la misura della custodia cautelare in carcere per Lacarpia, facendo riferimento anche ai racconti dei testimoni:

"Ha infierito sulla moglie, riprendendo la condotta pochi secondi dopo essersi fermato, a dimostrazione dell'intenzione di eliminarla, verosimilmente per impedirle di denunciarlo. Non appena scorta la presenza di terzi si è infatti bloccato, verosimilmente interdetto dalla eventualità che potessero averlo visto, ma ciò è durato appena pochi secondi, poiché si è subito ributtato addosso alla donna, proseguendo a soffocarla. Si tratta della condotta immortalata dal video, che come detto registra un secondo tentativo feroce di soffocamento e non una manovra di rianimazione".

Il carcere era stato confermato per il timore di "reiterazione del reato". Inoltre, secondo gli inquirenti, Lacarpia aveva premeditato il delitto. Nella notte tra il 21 e il 22 ottobre 2024, intorno alle 3, il corpo dell'uxoricida è stato ritrovato senza vita nella sua cella dagli agenti della polizia penitenziaria del carcere di Bari. Si tratterebbe di un gesto volontario.

La figlia "festeggia" sui social

In seguito alla notizia del suicidio del padre, una delle quattro figlie di Lacarpia e Turturo, Antonella, ha "festeggiato" sui social:

"Sono tutte le preghiere che abbiamo fatto per mamma".

Nei commenti si aggiunge anche una cugina di Antonella:

 "Non meriti neanche il paradiso! Cugina ti voglio bene, tua madre si è fatta giustizia da sola... il karma ritorna indietro".

I parenti della coppia, dopo l'uccisione della madre, avevano raccontato:

"Era violento, si ammazzavano di botte".

La vittima era finita 3 volte in ospedale. Lacarpia, quasi 15 anni fa, era già stato in carcere con l'accusa di avere tentato di uccidere il figlio intervenuto per sedare una lite tra i genitori. In quella occasione, il padre lo aveva ferito con un coltello.

Il femminicidio di Solero: tentato suicidio in carcere anche per Salamone

Anche Giovanni Salamone, l’uomo che giovedì nella sua casa di Solero ha ucciso la moglie Patrizia Russo, ha tentato di uccidersi mentre si trovava da solo nella sua cella nel carcere di Alessandria. L’uomo, però, al contrario di Lacarpia, è stato salvato in extremis dagli agenti di polizia penitenziaria.

Giovanni Salamone e Patrizia Russo

Il sessantenne ha accoltellato a morte la moglie, 53 anni, Patrizia Russo, all'alba del 16 ottobre 2024. Poi ha chiamato i carabinieri e si è costituito. La coppia, che aveva 2 figli, si era trasferita a Solero da un anno circa, la vittima lavorava come insegnante alle scuole medie del paese. Erano originari della Sicilia, precisamente in provincia di Agrigento.

Il tentato suicidio è avvenuto domenica 20 ottobre 2024. Salamone non ha ancora motivato del tutto l'omicidio, che al momento resta senza una reale spiegazione. Ha parlato di depressione e di debiti, ma la prima non era mai stata diagnosticata e gli altri, almeno a detta della vittima, non erano tali da giustificare così tanta preoccupazione.

A chiudere la carrellata degli orrori l'arresto, pochi giorni fa, di Ciro Caliendo, un imprenditore vitivinicolo di San Severo (candidato anche alle ultime elezioni Amministrative) in provincia di Foggia, in Puglia, sospettato dell'omicidio della moglie.

La dinamica della morte della consorte, Lucia Salcone, ricorda drammaticamente quella della signora Turturo.

Lucia Salcone

Il 27 settembre 2024, Lucia sale sulla macchina del marito e insieme lasciano la pizzeria in cui hanno cenato con amici. Secondo la ricostruzione fornita dall’uomo, si sarebbe diretto verso i suoi terreni per controllarli. Sulla strada, nel tentativo di evitare un’auto proveniente dal senso opposto, che avrebbe occupato la sua corsia, avrebbe sterzato finendo contro un ulivo, poi l’auto avrebbe preso fuoco, mentre l’uomo alla guida avrebbe perso i sensi.

Ma la Procura di Foggia sospetta che quell'incidente sia stato creato ad arte, nonostante Caliendo stia sempre negando i suoi addebiti. Le indagini, ancora in corso, sembrano però puntare verso di lui. Secondo le testimonianze di diversi amici, la vittima, pochi giorni dopo, avrebbe avuto un appuntamento per la separazione dal coniuge.

Lucia è morta bruciata viva, come - nelle intenzioni di Lacarpia - avrebbe dovuto morire anche sua moglie Maria Aracangela.

La vettura ridotta in cenere

Ma i guai giudiziari, per Calendo, non sono circoscritti ai gravi sospetti che pendono su di lui per la morte di Lucia Salcone. L'imprenditore si trova agli arresti domiciliari con la pesante accusa di aver fornito una bomba fatta esplodere sotto l'auto di un finanziere. Nella fattispecie, è accusato della fabbricazione di un ordigno esplosivo usato in un'attentato a Bacoli, in Campania, nel marzo 2023. La vittima designata era un ufficiale della Guardia di Finanza in quella circostanza rimasto miracolosamente illeso.

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