Da Prima Firenze

Uccise il vicino che gli stava demolendo casa, il prete crea un comitato per sostenerlo

Dall'altare, durante la Messa, don Natale Gabrielli ha rivolto un appello ai fedeli per raggrupparsi e far nascere un comitato a sostegno di Sandro Mugnai

Uccise il vicino che gli stava demolendo casa, il prete crea un comitato per sostenerlo
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Uccise il vicino che gli stava demolendo la casa a colpi di benna. La Procura di Arezzo, al termine delle indagini sulla morte del 59enne Gezim Dodoli, ucciso con tre colpi di fucile da Sandro Mugnai, ha stabilito che si è trattato di eccesso colposo di legittima difesa.

Chi pare intenzionato a dare battaglia, in difesa di Mugnai, è don Natale Gabrielli. Il prete non ne vuole sapere e dal pulpito ha lanciato un appello per costituire un comitato a sostegno di Mugnai, che rischia il processo per omicidio volontario e l'ergastolo.

Uccise il vicino che gli stava demolendo casa: il prete fonda una comitato per lui

Non lasciano solo il loro compaesano, che uccise il vicino che gli stava demolendo la casa con la ruspa. A San Polo di Arezzo è nato un comitato per Sandro Mugnai, che rischia il processo per omicidio volontario. Come racconta Prima Firenze, il gruppo a suo sostegno è stato sponsorizzato dal parroco don Natale Gabrielli.

A guidare le fila della costituzione del comitato è stato proprio il sacerdote, da sempre amico della famiglia. Dall'altare, durante la messa, ha rivolto un appello ai fedeli per raggrupparsi e far nascere un comitato a sostegno dell'imputato, 55enne, che il 5 gennaio del 2023 sparò contro il vicino di casa, Gezim Dodoli, albanese di 59 anni, che gli stava demolendo l'abitazione a colpi di benna. In casa c'era la famiglia di Mugnai, riunita alla viglia dell'Epifania.

Omicidio volontario: riformulati i capi d'accusa

Rischia di essere processato per omicidio volontario dopo che il capo di imputazione è stato riformulato di recente dal pm Laura Taddei poiché il gup Claudio Lara aveva, in sede di udienza preliminare - dove era attesa l'archiviazione del caso -, rinviato gli atti alla procura perché cambiasse l'accusa originaria di eccesso di legittima difesa. A non convincere il gup sarebbero state le perizie balistiche e alcuni aspetti controversi della questione, nei difficili rapporti fra vicini.

La decisione aveva lasciato senza parole i legali Marzia Lelli e Piero Melani Graverini.

"Ho agito solo per difendere la mia famiglia", ha sempre dichiarato Mugnai che proprio quella sera, si trovava con moglie, figlie e parenti a festeggiare e che furono terrorizzati dalla possibilità di un crollo del casolare.

Il disappunto della comunità

A non accettare la virata di rotta dei magistrati sono quasi tutti gli abitanti della frazione collinare. Nei prossimi giorni saranno diffusi i dettagli dell'istituzione del comitato mentre è ancora da fissare la data dell'udienza davanti al gup per discutere di nuovo della posizione di Mugnai dovrà difendersi dall'ipotesi d'accusa di omicidio volontario e potrebbe subire una condanna all'ergastolo.

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