Delitto shock

Uccise due fidanzati perché "troppo felici". Rinuncia al ricorso: "Voglio l'ergastolo"

Antonio De Marco uccise i fidanzati Daniele De Santis ed Eleonora Manca nella loro casa di Lecce. Passerà la vita in carcere

Uccise due fidanzati perché "troppo felici". Rinuncia al ricorso: "Voglio l'ergastolo"
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Scadono alla mezzanotte di sabato 24 giugno 2023 i termini per presentare ricorso contro la condanna all'ergastolo per Antonio De Marco, lo studente 23enne reo confesso del duplice omicidio - avvenuto il 21 settembre  2020 - di Daniele De Santis e della sua fidanzata Eleonora Manta. Ma il ricorso non ci sarà: l'imputato ha confermato ai suoi avvocati di voler scontare l'ergastolo.

Uccise due fidanzati perché "troppo felici"

La vicenda aveva colpito l'opinione pubblica per la sua crudezza. De Marco quel giorno uccise con una sessantina coltellate i due ragazzi. Spiego di averlo fatto perché invidioso:

"Erano troppo felici".

I due fidanzati furono trucidati nell'abitazione di via Montello a Lecce dove erano andati a vivere insieme. Fino a pochi giorni prima l'avevano condiviso proprio con De Marco, che poi si era trasferito rimanendo sempre a Lecce. Ma da quel momento aveva iniziato a pianificare il delitto. Agghiacciante la sua confessione  dopo l'arresto, avvenuto il 28 settembre 2020.

“Li ho uccisi perché erano troppi felici e per questo mi è montata la rabbia: perché la mia vita doveva essere così triste e quella degli altri così allegra?”.

Il processo

De Marco era stato condannato in primo grado all'ergastolo. Nel corso del processo d'appello i suoi legali Giovanni Bellisario e Andrea Starace avevano rinnovato la richiesta di sottoporre il loro assistito a  una perizia psichiatrica, per accertare se De Marco fosse capace di intendere e di volere al momento dei fatti.

Secondo la difesa De Marco sarebbe affetto da disturbi e da una forma di autismo, che avrebbero inciso sulla sua lucidità nel momento dell'omicidio. Secondo la Procura invece, nonostante un disturbo narcisistico, il 23enne studente sarebbe  stato capace di intendere e volere.

Anche in Appello era stato confermato l'ergastolo e l'unica speranza per il 23enne era il ricorso in Cassazione, al quale ha rinunciato. Passerà il resto della sua vita in carcere.

 

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