Uccisa a coltellate in strada. Era protetta dal "codice rosso" dopo aver denunciato l'ex
La vittima è una donna di 46 anni. Quando lo ha visto vicino a casa ha chiamato la Polizia, ma quando gli agenti sono arrivati era già morta

Un femminicidio doppiamente doloroso, perché ampiamente annunciato. Una donna di 46 anni, di origine marocchina, è stata brutalmente uccisa a coltellate nella notte tra il 6 e il 7 agosto 2025 a Foggia, in un vicolo stretto nel cuore del centro storico, nei Quartieri Settecenteschi, a pochi metri dalla sua abitazione.
Un omicidio che porta i segni evidenti della violenza di genere, consumato in circostanze che mettono nuovamente sotto i riflettori le falle nei meccanismi di tutela previsti per le vittime di stalking e maltrattamenti.
La caccia al suo assassino, un 47enne connazionale senza fissa dimora, si è conclusa dopo diverse ore a Roma: è stato individuato e bloccato con gli abiti sporchi di sangue.
Uccisa dall'ex: era protetta dal "codice rosso"
Secondo le prime ricostruzioni, la donna era uscita di casa per incontrare qualcuno che conosceva. Poco dopo, intorno alle due di notte, alcuni residenti del quartiere hanno udito urla e richieste disperate di aiuto, dando subito l’allarme.
A quanto si apprende, la vittima aveva capito di essere in pericolo e sarebbe riuscita a telefonare alle forze di polizia. Quando però i soccorritori sono arrivati era tardi, l'aggressione mortale si era già consumata. Le ferite, profonde e concentrate, lasciano poco spazio ai dubbi: si è trattato di un’aggressione violenta e intenzionale. L’area è stata immediatamente isolata per permettere i rilievi della scientifica.
Il sospettato: ex compagno, già denunciato per stalking
L'ex compagno della donna, un connazionale senza fissa dimora, è stato arrestato poche ore dopo a Roma.
La vittima, che lavorava come cuoca in un ristorante della città, aveva denunciato l’ex compagno lo scorso aprile per comportamenti ossessivi e minacciosi. La loro relazione, durata solo pochi mesi, si era ben presto trasformata in un incubo. Dopo la separazione, l’uomo aveva continuato a perseguitarla, seguendola e tormentandola anche sotto casa.
La denuncia e il supporto del centro antiviolenza
Consapevole del pericolo, la donna si era rivolta al centro antiviolenza “Telefono Donna” di Foggia, che aveva classificato il suo caso come ad alto rischio. Le operatrici le avevano suggerito di trasferirsi in una struttura protetta o, almeno temporaneamente, da parenti. Ma lei aveva rifiutato: scelse di restare nella sua casa a Foggia, nonostante il timore, forse per non spezzare ulteriormente i legami con la sua comunità o per non rinunciare alla sua quotidianità.
Il "Codice Rosso": protezione attivata, ma non sufficiente
La denuncia presentata contro l’ex compagno aveva attivato le procedure previste dal “Codice Rosso”, il protocollo introdotto in Italia per garantire interventi rapidi nei casi di violenza domestica e stalking. Secondo fonti investigative, era stato emesso un divieto di avvicinamento nei confronti dell’uomo. Tuttavia, resta da chiarire se al momento del delitto queste misure fossero ancora effettivamente in vigore e, soprattutto, se fossero state rispettate e monitorate adeguatamente.
L’omicidio solleva ancora una volta interrogativi profondi sull’efficacia reale degli strumenti di protezione previsti per le vittime di violenza. Se da un lato il Codice Rosso consente un intervento tempestivo dal punto di vista procedurale, dall’altro non sempre riesce a evitare che la minaccia si trasformi in tragedia, soprattutto in assenza di una vigilanza capillare e di risorse adeguate.
Una città sotto shock
La comunità di Foggia è scossa da quanto accaduto. Il quartiere popolare dove viveva la donna la conosceva e stimava. La sua morte, oltre a rappresentare l’ennesimo caso di femminicidio nel nostro Paese, riapre la discussione su quanto ancora manchi – in termini di prevenzione, protezione e cultura – per garantire davvero sicurezza e giustizia alle donne vittime di violenza.