Uccide la moglie, poi si toglie la vita con lo stesso coltello: aveva il divieto di avvicinamento
Già indagato per maltrattamenti e violenze domestiche: i due figli della coppia, rimasti orfani, non erano in casa
Nella mattinata di lunedì 20 maggio 2024 si è consumato l'ennesimo dei femminicidi nel nostro Paese. A Riccò del Golfo di Spezia, comune della provincia di La Spezia, in Liguria, un operaio 51enne di origine nordafricana, avrebbe ucciso a coltellate l’ex compagna, 47enne, per poi togliersi la vita con la stessa arma.
L'uomo aveva già avuto problemi con la giustizia per maltrattamenti e violenza domestica.
Femminicidio-suicidio a La Spezia
Cronaca di una morte annunciata. La coppia era in crisi da tempo a causa delle continue aggressioni dell’uomo, sfociate nel provvedimento di allontanamento. Misura che, purtroppo, non ha sortito alcun effetto nonostante la donna avesse ripetutamente denunciato l'ex marito.
La vittima ha tentato invano di difendersi, come mostrano le ferite alle braccia in segno di difesa. L’uomo non ha avuto pietà: è entrato in casa e ha ucciso la donna, togliendosi poi la vita con un fendente alla gola. Li hanno trovati entrambi in salotto, ormai senza vita, in una pozza di sangue.
I figli assenti e l'agguato
Il dramma si è consumato al primo piano di una palazzina popolare di Riccò del Golfo, nello spezzino. Sono intervenuti i carabinieri, che stanno ricostruendo l'accaduto e il medico legale Susanna Gamba. I due figli adolescenti, 16 e 13 anni, erano a scuola, pare che l'operaio avesse atteso che i ragazzini fossero fuori casa per attuare il suo terribile piano.
A dare l'allarme proprio la dirigente scolastica della scuola frequentata dalla ragazzina, che non vedendo arrivare la signora a prendere la figlia, si è insospettita.
La vittima, Saida Mammouda, dopo un lungo percorso, aveva ottenuto la cittadinanza italiana. Era molto benvoluta dalla comunità di Riccò del Golfo, dove tutti si conoscono, sconvolta dalla mattanza.
"Una immane tragedia – dice il sindaco di Riccò del Golfo Loris Figoli – che porta via una donna, una mamma, che con orgoglio e determinazione stava crescendo per mano alla sua comunità”.
Il delitto di Varese: anche il quel caso il divieto d'avvicinamento non è servito
La recente tragedia pone molti interrogativi, considerando che la cronaca è ricca di femminicidi analoghi. Dove, il provvedimento del divieto di avvicinamento, non ha sortito effetti e non ha potuto arginare la violenza.
Esemplare, e recentissimo, in tal senso, il delitto di Varese. Il 6 maggio 2024, Marco Manfrinati, ex avvocato 40enne, ha ucciso il suocero e sfregiato l'ex moglie, nonostante avesse il divieto di avvicinarsi non soltanto alla donna, ma anche ai genitori della stessa per le denunce di violenza e maltrattamenti precedenti il delitto.
L'uomo, mentre veniva arrestato, ha sorriso ai fotografi e provocato la suocera chiedendole come stesse ora suo marito, ovvero l'anziano che aveva appena accoltellato a morte.