Nel Trevigiano

Tutti i dubbi sull'assassinio dell'anziana che avrebbe sorpreso i ladri in casa

Il portafogli, il cellulare, la porta d'ingresso: i dettagli che non tornano rispetto alla tesi del furto/rapina finito male

Tutti i dubbi sull'assassinio dell'anziana che avrebbe sorpreso i ladri in casa
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Su questo non ci piove: è stato sicuramente un omicidio, quello di Margherita Ceschin, la 72enne di Conegliano, in provincia di Treviso, Veneto, trovata morta nel suo appartamento al primo piano di un condominio in via XXVIII Aprile 15, nel quartiere San Pio X.

Le certezze sull'omicidio di Margherita Ceschin

L'autopsia non lascia spazio a dubbi, contrariamente a quanto inizialmente ipotizzato, ovvero che la pensionata fosse morta per un malore dopo essersi trovata dinanzi dei ladri penetrati nella sua abitazione...

E invece no: è stata uccisa con un colpo alla tempia sinistra, sferrato con un oggetto ancora imprecisato, poi l'assassino l'ha soffocata con un cuscino e mentre la teneva ferma con un ginocchio le ha pure sfondato il plesso toracico.

Secondo l'anatomopatologo Antonello Cirnelli il tutto sarebbe accaduto nella tarda serata di venerdì 23 giugno 2023, ovvero 24 ore prima del ritrovamento del cadavere.

Quel pomeriggio la 72enne si era recata in pasticceria con alcune amiche, poi con alcune di loro si sarebbe intrattenuta anche per l'aperitivo, prima di rincasare. Il corpo è stato rinvenuto esanime sul divano la sera dopo, l'anziana indossava il pigiama, per cui si presume si stesse preparando ad andare a letto.

Il giorno dopo, sabato 24 giugno 2023, la pensionata aveva un appuntamento per cena in pizzeria. Quando le amiche non l'hanno vista arrivare, hanno dato l'allarme, ma lei era già morta. Lo ha scoperto verso le 23 un vicino, che, allertato dalle amiche, passando dal balcone (presumibilmente proprio come ha fatto l'assassino) l'ha trovata senza vita. Il dirimpettaio ha scelto la via del terrazzino dopo aver suonato alla porta, che era chiusa, anche se senza mandate di chiave, ma essendo senza maniglia non si poteva comunque aprire dall'esterno.

Gli altri dati certi riguardo a questa brutta storia sono il fatto che l'appartamento è stato trovato a soqquadro e che manca il portafogli della pensionata.

Tutti i dubbi sulla tesi del furto/rapina finito male

Insomma lo scenario considerato dagli inquirenti più probabile al momento è che un topo d'appartamento si sia inerpicato lungo la grondaia esterna alla palazzina (che infatti riporta schiacciamenti compatibili con la "scalata"), sia entrato in salotto, si sia imbattuto nella padrona di casa e abbia deciso di ucciderla per scongiurare il pericolo di essere scoperto. Poi con tutta calma avrebbe perquisito l'appartamento, preso il portafogli e si sarebbe dileguato. Non è nemmeno detto che il ladro fosse uno solo, magari erano in due, ma questo lo scopriranno forse i Carabinieri del Ris, che in queste ore stanno passando al setaccio l'appartamento.

Mistero risolto? Proprio per niente, perché ancora non quadrano diversi elementi in questa vicenda.

Il primo: l'unica cosa che sembra sia stata portata via dall'appartamento è il portafogli dell'anziana. Ora, non sappiamo quanto potesse esserci all'interno, ma perché il ladro non le ha strappato la catenina d'oro che la Ceschin aveva al collo? E perché s'è preso la briga di mettere a soqquadro i cassetti della camera da letto senza neppure portar via un gioiello? Due monili d'oro che all'inizio sembravano spariti, sono stati infatti ritrovati in casa.

Non è che il disordine (con tanto di letto disfatto e materassi spostati) è stato solo una messa in scena per far deliberatamente pensare proprio a un furto trasceso in rapina e poi finito male?

Il secondo. Uno che intraprende la "professione" del ladro e si prende il rischio di entrare in case in cui c'è il serio rischio di trovare qualche occupante ben vigile, lo scenario l'ha ben presente, ma soprattutto sa anche benissimo a cosa va incontro: è davvero plausibile che uno così decida di passare da un capo d'imputazione come il furto, o alla peggio la rapina, a qualcosa di incomparabilmente più serio come un omicidio? Il tutto a maggior ragione per quattro spiccioli di bottino?

Insomma, la tesi secondo cui si sarebbe "spaventato" fa acqua da tutte le parti, a meno che si sia di fronte a un ladro davvero alle prime armi, che s'è trovato in quella situazione quasi per caso.

Ma c'è anche un terzo dettaglio più che sospetto: il cellulare della pensionata è stato trovato rotto nel lavandino della cucina col rubinetto ancora aperto. L'assassino l'ha messo fuori uso e poi, non contento l'ha immerso nell'acqua per renderlo ulteriormente inservibile.

Ora, anche qui. Prendiamo pure per buona la tesi del ladro pasticcione che si è spaventato e ha perso la testa: ma che bisogno c'era di rendere inservibile il telefono della donna? Se è capitato per caso in quella situazione, di sicuro in quello smartphone non c'era alcun elemento che potesse ricondurre a lui in alcun modo. E allora perché romperlo? E perché addirittura metterlo a mollo nell'acquaio?

Se sono altre le motivazioni che hanno portato alla morte di Margherita Ceschin, potrebbe esere stata invece un'azione deliberata per far sparire tracce e collegamenti fra lei e il suo assassino.

Certo, a meno che sia andata così: la pensionata ha preso il  cellulare per chiamare aiuto e il ladro gliel'ha strappato di mano e l'ha usato per colpirla.

Ma soffermiamoci anche su un quarto particolare: la porta d'ingresso. E' vero che senza maniglia non si poteva aprire dall'esterno. Ma perché non era chiusa a chiave, se la pensionata era già in pigiama e stava per andare a letto? Una donna anziana che torna a casa e sa di non dover più uscire e di dover solo andare a letto, in genere la prima cosa che fa una volta chiusa la porta è dare una o due mandate alla chiave per sicurezza...

E se invece la porta non era chiusa a chiave proprio perchè l'anziana ha aperto la porta al suo assassino? Certo il particolare della grondaia ammaccata farebbe pensare più logicamente a un ladro acrobata, ma non è detto che fosse incurvata da tempo...

Se la Ceschin ha aperto davvero al suo assassino a tarda sera, significa con tutta probabilità che lo conosceva. Ma è anche possibile che la porta non avesse mandate di chiave perché il ladro, per allontanarsi, invece di scendere nuovamente dal balcone, l'ha aperta dall'interno, uscendo dal palazzo come un qualsiasi altro inquilino.

Un solo omicida o più persone?

Insomma, sono ancora davvero tanti i tasselli del puzzle che i Carabinieri sono chiamati a mettere al posto giusto. A una ventina di metri dal condominio è posizionata una delle telecamere comunali di videosorveglianza per monitorare il traffico, ma era puntata sulla strada.

Sembra abbia comunque registrato diversi movimenti in quel tratto lo scorso sabato sera, da qui gli inquirenti non escludono neppure che a entrare in azione possano essere state più persone.

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Chi era Margherita Ceschin e i funerali

Molto attiva, malgrado l'età, la 72enne aveva una vivace vita sociale, come con fermato anche dal racconto fatto sin qui: il pomeriggio in pasticceria, l'apericena, l'appuntamento in pizzeria il sabato sera, il tutto sempre con le amiche. Anche il tabaccaio e il barista di fiducia la ricordano nelle sue routine, dall'acquisto della sua marca di sigarette preferita all'abituale caffè delle 19.

Margherita Ceschin

La 72enne era mamma di due figlie (Francesca ed Elisabetta) e nonna di tre nipoti. Originaria di San Pietro di Feletto, prima abitava a una trentina di chilometri a sud, a Ponte di Piave, ma trasferendosi quattro anni fa a Conegliano si è avvicinata a una delle figlie, alla anziana madre (mancata durante il Covid) e al fratello Paolo, titolare dell'azienda vitivinicola di famiglia fondata dal padre Rino. Anche lei si era sposata con un imprenditore agricolo di Ponte di Piave e aveva lavorato per la sua azienda nel corso della vita.

I funerali della 72enne sono stati fissati per venerdì 30 giugno alle 11 nella chiesa di San Pietro di Feletto, suo paese natale.

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