Trovato il padre di Diana Pifferi, morta di stenti a 18 mesi: è un imprenditore
Differentemente da quanto aveva dichiarato, la madre Alessia era a conoscenza della sua identità e sapeva di essere incinta.
Alessia Pifferi sapeva di essere incinta della piccola Diana e sapeva anche perfettamente chi fosse il padre. Contrariamente a quanto ha sempre dichiarato. Un dettaglio che probabilmente non aggiungerà nulla alle indagini su quanto accaduto alla bimba morta di stenti nella sua casa di Milano a luglio, ma che fornisce un altro tassello al quadro della personalità della donna, che in tutta questa vicenda ha costruito un gigantesco castello di bugie.
Trovato il padre di Diana Pifferi
Alessia Pifferi, che attualmente si trova in carcere accusata di omicidio, aveva sempre detto di non sapere chi fosse il papà della piccola Diana. E anche di non essersi mai accorta di essere incinta sino a quando non aveva partorito al settimo mese di gravidanza nell'abitazione del compagno a Leffe nella Bergamasca.
E invece ora emerge che anche questa era una bugia. Come racconta Prima Bergamo, Alessia Pifferi sapeva bene chi fosse il padre. Si tratterebbe di un imprenditore di Ponte Lambro, la zona dove abitava la donna con la bimba, dalle prime notizie facoltoso e conosciuto.
Con lui aveva avuto una lunga relazione sentimentale, terminata quando l’uomo l’aveva lasciata per rimettersi con la ex compagna. Solo dopo essere rimasta single Pifferi aveva scoperto di essere incinta, ma non aveva detto nulla all'ex fidanzato.
La prova
La prova del fatto che Alessia Pifferi sapesse chi era il padre della piccola starebbe nel fatto che poco prima della tragedia la 37enne milanese avrebbe contattato un avvocato con l’intenzione di chiedere il riconoscimento della piccola da parte del padre naturale.
Alla base di questa decisione un motivo economico: voleva chiedere all'uomo un assegno di mantenimento per Diana.
Le bugie di Alessia Pifferi
Si tratta dunque dell'ennesima bugia della donna. Oltre a quelle sulla gravidanza, ci sono quelle agghiaccianti di quei terribili giorni, quando aveva detto ai vicini e alla madre che la bambina era con una babysitter e al compagno che era con sua sorella. Tutto per poter trascorrere in pace quei sei giorni a casa del compagno, con il quale aveva riallacciato i rapporti dopo una breve separazione. In realtà, come tutti purtroppo sappiamo, Diana era sola in quella casa nella periferia milanese dove ancora oggi restano appesi i suoi vestiti.
Non cambierà molto, ma...
Come detto, aver trovato il padre non cambierà molto dal punto di vista delle indagini, che attendono solo di conoscere se nel biberon di Diana ci fossero o meno dei tranquillanti per capire se Alessia avesse premeditato il tutto.
Tuttavia, l’uomo potrebbe essere ascoltato nelle prossime ore dagli inquirenti e la sua versione potrebbe contribuire a rendere ancora più chiaro il quadro della personalità della donna.