Da prima Firenze

Trovato morto il corriere scomparso con un carico di Gucci da mezzo milione di euro: la trappola e la rapina

Tre indagati si trovano già in carcere: l'uomo era scomparso da 35 giorni, il suo corpo in un dirupo nei pressi dell'Amiata

Trovato morto il corriere scomparso con un carico di Gucci da mezzo milione di euro: la trappola e la rapina
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E' stato ritrovato morto, dopo 35 giorni dalla sua misteriosa scomparsa sull'Amiata, in provincia di Grosseto, Nicolas Matias Del Rio, corriere argentino.

Il ritrovamento del corpo senza vita del 40enne è avvenuto poco dopo che la procura di Grosseto ha dato una svolta all’inchiesta, con l’apertura alle ipotesi di indagine per omicidio volontario e sequestro di persona. L'attenzione degli inquirenti, in questo giallo, si era immediatamente focalizzata sul carico di borse griffate di Gucci - del valore vertiginoso di mezzo milione di euro - che l'uomo aveva in custodia per il trasporto.

Nicolas Matias Del Rio

Ma riavvolgiamo il nastro.

Trovato morto il corriere scomparso sull'Amiata

Nicolas scompare il 22 maggio 2024. Ora sappiamo che il cadavere è stato gettato in un dirupo di Case Sallustri - in cui è stato rinvenuto - dove si trova la villetta di cui curava giardino e pertinenze il padre di Klodian Gjoni, il 33enne albanese ora in cella accusato del suo omicidio.

Come racconta Prima Firenze, insieme a Gjoni, in carcere ci sono altre due persone di origini turche, Zindan Bozkurt e Ozgur Bozkurt. Sui tre gravano le accuse di omicidio volontario e sequestro di persona, oltre a quelle già note di rapina e danneggiamento.

Klodjan Gjoni, 33enne albanese, uno dei fermati nel caso Del Rio

La svolta nelle indagini della procura e dei carabinieri di Grosseto è arrivata nelle ultime ore. Un impulso lo avrebbe dato l'interrogatorio a Regina Coeli di uno dei tre arrestati in carcere. Nella serata del 25 giugno 2024, i carabinieri hanno attivato un maxi-sopralluogo a una villetta di località Case Sallustri. Da lì il tassello mancante: il ritrovamento del cadavere nelle vicinanze di una case per le vacanze in montagna.

La rapina e la trappola

Il corriere portava nel suo furgone una partita di borse Gucci, del valore complessivo di circa 500 mila euro. Il furgone era stato ritrovato incendiato, mentre il carico era sparito assieme all'uomo. Nelle prime fase di indagine, non era stato escluso che il corriere potesse essere complice del furto. Al suo datore di lavoro aveva fatto anche una telefonata in cui si parlava di un lavoro per una ditta, che però non esisteva più da tempo.

Gli inquirenti avevano quindi iniziato a sospettare che il 40enne fosse sotto minaccia di una banda che lo aveva rapinato e lo teneva in ostaggio.

Durante le indagini furono ritrovati, proprio a ridosso del luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere, accessori per pelletteria che la stessa casa di moda Gucci ha confermato essere autentici e facenti parte del carico rapinato, destinato agli stabilimenti di Scandicci (Firenze). Dopo le prime ricerche in lungo e in largo dove è stato ritrovato il furgone dell'argentino dato alle fiamme, le indagini dei carabinieri si sono concentrate sulle telecamere di videosorveglianza. In particolare, su una panda che aveva percorso lo stesso tratto di strada. Sulla Fiat Panda c'erano Klodjan Gjoni 33 anni albanese, e i turchi Ozgur Bozkurt, 44 anni, e Kaia Emre, 28enne.

La cordata turco-albanese

I tre sono stati visti anche bazzicare la villa dove sono stati ritrovati pezzi di cuoio nel giardino. A una di queste villette faceva da cassiere, manutentore e giardiniere il padre di uno dei tre incarcerati. I carabinieri li avrebbero visti nei pressi di Case Sallustri nei giorni dopo la scomparsa. Alla villetta faceva lavori saltuari Niko Gjoni, padre di Klodian. Ora è indagato per concorso in rapina, danneggiamento e sequestro di persona insieme a un altro parente della 'batteria' turco-albanese dell'Amiata, Zindan Bozkurt, legato, questo, a Ozgur Bozkurt da vincoli di parentela.

Klodjan Gjoni, preso mentre stava per scappare in aereo da Ciampino (Roma), sarebbe al centro del disegno criminale.

La ricostruzione dell'omicidio

Gjoni, sempre secondo le ricostruzioni, aggancia col pretesto di un guasto al suo furgone Del Rio e lo attira nel piano ordito con gli altri. Lo fa telefonare al datore di lavoro di Del Rio, facendosi passare per 'Goni', sfruttando l'assonanza tra il cognome e quella di una ditta, che però è chiusa da tempo. Da qui chiede un passaggio per completare un proprio trasporto. Ottiene l'okay dell'ignaro titolare della ditta di Del Rio, la New Futura, titolare Sergio Pascual De Cico. Gjoni, insieme a Bozkurt e Emre, avrebbero poi aggredito Del Rio in una zona isolata, di campagna e boschi.

Sergio De Cico, titolare dell'azienda in cui lavorava Nicolas Del Rio

Gli avrebbero rapinato il carico e poi dato fuoco al furgone per cancellare le tracce. Si sarebbero dunque diretti verso il parco dell'Amiata, lì la merce con le borse di Gucci sarebbe stata caricata su altri due mezzi. Sempre lì, Nicolas sarebbe stato ucciso.

Le intercettazioni

Un quadro aggravatosi ancor di più con le registrazioni ambientali effettuate dagli inquirenti, le cui intercettazioni sono state raccontate nel programma "Chi l'ha visto?". Nel dialogo ci sono Gjoni e un altro uomo - forse il 28enne turco Ozgur Bozkurt - i quali parlano proprio delle borse.

"Ma come mai c'era la Rai?", chiede Gjoni. "C'era la Rai lì", riferendosi al luogo del ritrovamento degli scatoloni contenenti le borse. E poi risponde l'altro interlocutore. "Oh, vai sul giornale, leggi, 400 borse! Te dici 287", frasi che indicherebbero un litigio fra i due sul numero delle borse, sul quale evidentemente non si trovano d'accordo.

Infine, l'ultima intercettazione riguarda i due genitori di Gjoni, ascoltati durante un viaggio nella Panda gialla in cui era stata posta la cimice. I due parlano proprio delle borse, facendo capire come queste fossero state nascoste in qualche immobile riconducibile proprio al padre del 33enne.

Il dolore della famiglia

Per Nicolas Matias Del Rio il 22 maggio 2024 era il primo giorno, dopo due mesi di affiancamento, che guidava da solo il furgone. Era da poco alla New Futura. La banda di sequestratori lo ha individuato e lo ha assalito eseguendo un piano preparato bene ed eseguito a volto scoperto.

Lascia la moglie e un figlio piccolo che vivono ad Abbadia San Salvatore, versante senese dell'Amiata. La vittima è il figlio di un noto stilista argentino, Edoardo Del Rio, i cui appelli hanno sconfinato il nostro Paese e sono giunti fino alla madrepatria argentina. È stato proprio il padre ad insistere per raggiungerlo in Italia. Edoardo Del Rio possiede un agriturismo in Val d’Orcia.

Una vita normale quella che Nicolas si era costruito in Italia, fino a quel sabato 22 maggio 2024, dove non è mai più tornato a casa.

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