Da Prima la Martesana

Trova la droga nello zaino del figlio, mamma chiama i Carabinieri e lo denuncia: "Aiutatemi"

Succede a Cologno Monzese. Ma ci sono altri precedenti di mamme che hanno denunciato i figli per reati ancora più gravi

Trova la droga nello zaino del figlio, mamma chiama i Carabinieri e lo denuncia: "Aiutatemi"
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A volte fare la cosa giusta ci può costare fatica, oppure pensiamo di potercela fare da soli, sbagliando. Questa storia, che viene da Cologno Monzese, ci racconta del coraggio di una mamma, che ha capito di non poter riuscire da sola a riportare il figlio "sulla retta via" e ha chiesto aiuto ai Carabinieri, denunciandolo dopo avergli trovato della droga nello zaino.

Mamma trova la droga nello zaino del figlio e chiama il 112

Come racconta Prima La Martesana una mamma di Cologno Monzese, in provincia di Milano, ha deciso di chiamare il 112 dopo aver trovato dell’hashish e della marijuana nello zaino di scuola del figlio.

Una mossa (non è difficile crederlo) sofferta e non facile, ma motivata non tanto dalla volontà di punire l’adolescente, quando piuttosto dal desiderio di fargli capire i rischi e le conseguenze a cui si può andare incontro quando si fa uso, specie in giovanissima età, di sostanze stupefacenti. Il ragazzino, infatti, non è ancora maggiorenne.

L'intervento (e l'aiuto) dei Carabinieri

A intervenire dopo la richiesta d’aiuto sono stati i Carabinieri, che come prima cosa hanno eseguito una perquisizione nell’appartamento che il giovane divide col genitore. Poi i militari si sono soffermati a parlare con lui: la madre ha chiesto loro aiuto, voleva che qualcuno di fidato e di autorevole amplificasse il desiderio che il figlio si rimettesse sulla "retta via".

Alla fine nella borsa sono stati rinvenuti pochi grammi di droga leggera, tra fumo e marijuana, e due spinelli già pronti per essere fumati. Il ragazzino è stato segnalato alla Prefettura come assuntore di stupefacenti. Con la speranza che la "ramanzina" dei Carabinieri abbia fatto breccia in lui.

"Mamma, vado a rapinare la farmacia"

Non è certo il primo caso di mamma disperata che chiede aiuto alle forze dell'ordine. Di recente aveva fatto decisamente scalpore la storia di una madre che aveva chiamato i Carabinieri per far arrestare il figlio a Germagnano, in provincia di Torino.

La vicenda è davvero tremenda e risale a giovedì 17 ottobre 2024. Sono le 7 di mattina e un 33enne sta facendo colazione con la mamma. A un certo punto la guarda e le dice che andrà a fare una rapina in tabaccheria. Poi si alza e se ne va.

La donna, che evidentemente ne ha già passate tante (il figlio è già noto alle forze dell'ordine), prova a fermarlo, lo insegue, scende fino in strada, ma non riesce a bloccarlo. Allora, con le lacrime agli occhi e - immaginiamo - un peso enorme dentro al cuore, prende il telefono e chiama il 112, denunciando il ragazzo.

Nel frattempo il 33enne arriva alla tabaccheria "Le Kikke", nei pressi della stazione ferroviaria.

Entra, si trova davanti una delle due tabaccaie, la spintona a terra. Dopodiché arraffa i Gratta e vinci esposti - circa 400 - e se ne va. Incrocia sulla sua strada un altro commerciante, accorso in soccorso della collega, spintona anche lui, sale in auto e se ne va.

Il rapinatore, nella strada verso casa, si ferma a grattare qualche tagliando, sperando in una vincita, poi torna a casa per completare l'opera. Ma qui arrivano i Carabinieri del Radiomobile di Venaria, che gli mettono le manette ai polsi e lo conducono in carcere a Ivrea.

La mamma che denuncia il figlio per stupro

Ancora più drammatica la storia di una mamma di Pordenone che a giugno 2024 è andata dai Carabinieri a denunciare il figlio 29enne per lo stupro commesso ai danni di una diciottenne.

Un sospetto era nato nella donna quando il figlio era tornato a casa praticamente all'alba, cercando di nascondere e lavare subito i suoi vestiti, macchiati di uno strano colore fucsia. Una tinta che più lui cercava di smacchiare più appariva evidente.

Guarda il video servizio de Il13, televisione del nostro gruppo editoriale Netweek:

Quando poi nei giorni successivi la notizia della violenza ai danni della diciottenne è stata diffusa dai media, i sospetti si sono fatti più forti, e in lei ha iniziato a instillarsi un dubbio atroce: poteva essere suo figlio il responsabile?

E così è andata dai Carabinieri:

."Sono una persona rispettabile e proprio per questo temo che mio figlio sia coinvolto nella violenza di cui ho letto sul giornale", ha detto ai militari, consegnando le foto delle macchie sui vestiti.

E proprio questo elemento è stato decisivo: le macchie fucsia, infatti, erano il segno che la ragazza aveva usato uno spray anti-aggressione per provare a difendersi.

I militari erano già sulle sue tracce grazie alle immagini registrate dalle videocamere e alla testimonianza della giovane vittima. Un altro elemento è poi giunto dalla sorella del 29enne, che ha riferito di una telefonata fatta dal fratello a un parente in Spagna proprio la notte della violenza.

A quel punto il quadro accusatorio è stato completo ed è scattato l'arresto di fronte alle prove evidenti e al pericolo di fuga dell'accusato.

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