Incidenti sul lavoro

Troppo caldo per lavorare, operaio 50enne muore nei campi: quando scatta il divieto per le temperature alte

La tragedia in Puglia. Gravi infortuni in Lombardia e Toscana

Troppo caldo per lavorare, operaio 50enne muore nei campi: quando scatta il divieto per le temperature alte
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Vincenzo Conversano aveva 50 anni e lavorava nei campi. Era impegnato nella preparazione del terreno per una piantumazione e si stava occupando dell'eliminazione delle sterpaglie. Un lavoro duro, soprattutto con il caldo che in queste settimane sta attanagliando l'Italia. E che gli è stato fatale. L'ennesimo incidente sul lavoro mortale - perché di questo si tratta - è avvenuto ad Andria, in Puglia.

Operaio stroncato dal caldo in Puglia

Conversano è morto giovedì 26 giugno 2025 ad Andria, in Puglia. Secondo quanto ricostruito, non stava svolgendo una mansione troppo pesante (stava rimuovendo le sterpaglie), ma il caldo torrido di questi giorni ha giocato una parte fondamentale e drammatica. L'operaio - come hanno raccontato i colleghi - ha iniziato ad accusare alcuni sintomi di malore, vomitando. Poi si è accasciato al suolo, privo di sensi.

Inutili i tentativi di soccorrerlo. Quando gli operatori del 118 sono giunti sul posto, era già morto.

Folgorato sul cestello elevatore

Un altro gravissimo incidente sul lavoro è avvenuto invece a Ghisalba, in provincia di Bergamo.  Qui, come racconta Prima Treviglio, nei pressi dell'azienda "Accuma" lungo via Provinciale, un operaio 29enne è rimasto folgorato mentre si trovava sul cestello elevatore. Il giovane, italiano originario della Sicilia, e incaricato di una ditta di Curno che ha in subappalto da Enel dei lavori di manutenzione dell'impianto, è stato colpito da una potente scarica elettrica. Subito dopo l'incidente, il sistema che abbatte la tensione in caso di corto circuiti è entrato in funzione, probabilmente evitando il peggio.

I soccorritori a Ghisalba

Il ragazzo è stato portato in ospedale e si trova in condizioni molto gravi.

Cade dal tetto della falegnameria

Nella mattinata di venerdì 27 giugno 2025, invece, un grave incidente è avvenuto a Castelfiorentino, in provincia di Firenze.

Qui un uomo di 65 anni è precipitato dal tetto di una falegnameria in disuso. Secondo le prime ricostruzioni sarebbe un tecnico che stava eseguendo alcuni sopralluoghi sulla struttura. E' stato portato in ospedale in elicottero ed è in gravi condizioni.

Caldo e lavoro: quando scatta lo stop

Anche quest'estate molte Regioni italiane – tra cui Lazio, Calabria, Toscana, Sicilia, Puglia, Piemonte, Umbria, Marche, Emilia‑Romagna, Abruzzo, Molise, Basilicata, Campania e Sardegna – hanno previsto il divieto di lavoro all’aperto dalle 12.30 alle 16 nei giorni in cui il livello di rischio da stress termico, monitorato dalla piattaforma Worklimate, viene classificato come “Alto”.

Le attività interessate sono quelle svolte all’esterno e con notevole dispendio fisico: agricoltura, florovivaismo, edilizia, manutenzioni stradali, cave e simili.

La normativa

Il quadro normativo si basa su:

  • D. Lgs. 81/2008 (Testo Unico Sicurezza sul Lavoro), che obbliga i datori a valutare il rischio da microclima, incluso il caldo, nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR).

  • Art. 2087 del Codice Civile, che impone di adottare tutte le misure necessarie a proteggere l’integrità fisica e la personalità morale del lavoratore.

Queste norme attribuiscono al datore di lavoro l’obbligo legale di prevenire il rischio da temperature elevate, attivando tutte le misure di protezione necessarie.

Diritti del lavoratore e tutele previste

In condizioni climatiche estreme, il lavoratore ha il diritto di interrompere l’attività se ritiene che sussista un rischio imminente per la propria salute. Tale scelta è tutelata dalla legge, anche senza autorizzazione del datore, purché motivata da pericolo concreto.

Inoltre, quando le temperature superano i 35 °C, le aziende possono chiedere l’accesso alla Cassa Integrazione Ordinaria (CIG) per sospendere le attività senza oneri per i lavoratori. Questo strumento è attivabile anche in modo preventivo, sulla base delle previsioni meteo.

Obblighi per i datori di lavoro

Chi gestisce attività a rischio deve:

  1. Controllare giornalmente Worklimate per monitorare il livello di rischio.
  2. Sospendere il lavoro negli orari vietati (12:30–16:00) nei giorni a rischio “Alto”.
  3. Garantire condizioni di sicurezza: distribuzione di acqua fresca, pause frequenti, zone d’ombra, adattamento degli orari.
  4. Aggiornare il DVR, inserendo anche il rischio da caldo tra quelli previsti per la propria attività.

Un’eventuale inosservanza può comportare gravi responsabilità civili e penali.

Come verificare il rischio da caldo

Il portale ufficiale per monitorare il rischio termico è www.worklimate.it, una piattaforma sviluppata da INAIL e CNR. Ogni giorno vengono pubblicate mappe dettagliate con diversi livelli di allerta, in base all’attività svolta e alla località.

Se la propria zona risulta a rischio “Alto” per attività all’aperto e fisicamente intense, il divieto di lavoro nelle ore centrali della giornata diventa immediatamente operativo.

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