FUTILI MOTIVI

Trentenni vittime di spedizioni punitive di ragazzini in branco da Bergamo a Venezia

Intanto è morto dopo dieci giorni di coma l'anziano colpito da un pugno in un bar in Toscana (per non aver fatto niente)

Trentenni vittime di spedizioni punitive di ragazzini in branco da Bergamo a Venezia
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Violenza. Gratuita. Senza motivo. Scatenata all'improvviso, senza controllo. Dal Veneto alla Lombardia, fino in Toscana, in pochi giorni un filo conduttore fatto di furia brutale e con protagonisti sempre giovanissimi che evidentemente non hanno alcuna consapevolezza della gravità di quanto stanno facendo.

In Lombardia un papà è stato pestato a sangue al parco, davanti al figlioletto, da un branco di giovanissimi. Il presunto motivo? Un saluto a una ragazza.

Così come un'occhiata "di troppo" a una giovane sarebbe la scusa che dieci giorni fa ha fatto scatenare un trentenne in Toscana che in un bar ha colpito un anziano con un pugno, morto dopo dieci giorni di agonia.

E che dire del gruppo di ragazzini che si è accanito a terra contro un ciclista in Veneto solo perché aveva chiesto loro di spostarsi da in mezzo alla strada?

Storie di ordinaria follia: branco vigliacco a Bergamo

Lo hanno raggiunto all'interno del locale, poi lo avrebbero trascinato fuori e picchiato all'esterno. Una tranquilla serata con la famiglia si è trasformata in un incubo per un padre trentenne che, a Osio Sotto (pochi chilometri da Bergamo, Lombardia) all'esterno del Green Park, è stato vittima di un pestaggio ad opera di alcuni giovani, in seguito a una discussione per motivi banali. Come se non bastasse, sembra che con lui ci fosse il figlio piccolo di tre anni, che avrebbe quindi assistito alla scena.

L'aggressione è avvenuta la sera di domenica 13 agosto 2023, nel parco pubblico di via Alessandro Manzoni e il tutto sarebbe scaturito da un nonnulla: la vittima, infatti, avrebbe all'inizio semplicemente salutato una ragazza che conosceva, che si trovava con il fidanzato e un gruppo di altri giovani, tutti a quanto pare appena maggiorenni. Un gesto che però, in qualche modo, avrebbe irritato per motivi di gelosia il compagno della giovane, che perciò avrebbe fatto un'osservazione all'uomo.

La faccenda sarebbe potuta anche finire lì, ma in seguito il ragazzo, con un branco di altri tre spalleggiatori, è entrato nel locale dove il suo obiettivo stava pagando la consumazione. Lo hanno portato con violenza fuori dal locale (avrebbero causato anche danni) e poi gli hanno sferrato una serie di colpi, provocandogli diverse lesioni. La furia con cui si sono accaniti su di lui è testimoniata anche dal fatto che, la mattina dopo, uno dei tavolini all'esterno fosse ancora sporco con del sangue. Subito dopo il raid, i colpevoli sono fuggiti dileguandosi.

Altro branco fuori controllo per strada a Venezia

Si è trovato di fronte un gruppetto di giovanotti. Erano in mezzo alla strada e li ha rimproverati. Sperando che loro capissero quel rimbrotto, dato che rischiavano pure di farsi investire dalle auto di passaggio su quel nastro d'asfalto, per essere più precisi via Maia all'altezza dell'incrocio con via Orsa Maggiore a Bibione, nella città metropolitana di Venezia. E' successo poco prima della mezzanotte di Ferragosto.

E invece il ciclista se l'è vista brutta. I ragazzini, alcuni minorenni, non hanno proprio digerito quelle parole e hanno fatto partire una vera e propria spedizione punitiva. Finita malissimo. Il ciclista friulano 33enne è diventato dunque la vittima di una brutale aggressione. E' stato circondato e pestato, e sarebbe pure potuta finire in modo peggiore perché la "gang" era armata di coltelli e di una roncola. Insomma, una vera e propria follia...

L'uomo, come detto, era in sella alla propria bicicletta. Stava percorrendo la via a due passi dal cuore del centro di Bibione. Ma a un certo punto si è trovato di fronte i ragazzini. Li ha rimproverati e poi si è allontanato. Ma cinque di loro (tra questi anche una ragazza) l'hanno inseguito, fermato e picchiato.

L'intervento delle Forze dell'ordine è stato immediato e gli aggressori, che si erano già allontanati dalla scena della violenza, sono stati tutti individuati. Sono giovani di età compresa tra i 16 e i 25 anni, residenti tra paesi in provincia di Treviso, Portogruaro, Fossalta, Concordia e anche Varese. Tutti, più o meno, già noti alle Forze dell'ordine... Ora gli inquirenti indagano anche per della droga trovata nelle vicinanze del gruppo e per una roncola con la lama lunga 7 centimetri trovata nella tasca di un membro di questa baby gang.

Morto per per non aver fatto niente al bar in Toscana

E’ morto nella notte di Ferragosto, dopo dieci giorni di agonia Luigi Pulcini, 75 anni, l’anziano che dieci giorni fa, la mattina del 6 agosto, era stato colpito violentemente da un pungo in faccia di fronte a un bar ad Altopascio, in provincia di Lucca, Toscana. 

Questa volta il branco non c'entra, ma ritroviamo la stessa immotivata violenza giovanile, anche senza il "conforto" del gruppo alle spalle. Forse perché la vittima in questo caso era un anziano inerme...

Che le speranze di salvezza fossero poche si era capito fin da subito. Troppo gravi erano le conseguenze di brutale aggressione, apparentemente senza nemmeno motivi reali. A colpirlo in pieno volto era stato un ragazzo che poi, una volta che la vittima era caduta a terra, aveva infierito prendendolo a calci nella nuca. Un’azione di una violenza inaudita alla quale avevano assistito anche alcune persone che in quel momento si trovavano al bar o comunque in transito nella piazza Umberto di Altopascio, cittadina della piana lucchese molto conosciuta per la produzione del pane. 

Tutto il paese, in questi dieci giorni, si era stretto attorno a Luigi che combatteva per la vita all’ospedale Cisanello di Pisa e alla moglie Sandra che non ha mai smesso di sperare in un miracolo, anche se subito informata dai medici che le possibilità di riabbracciare suo marito, erano pochissime. La coppia è molto conosciuta ad Altopascio, la donna è originaria della frazione di Spianate. Luigi Pulcini era originario di Roma e insieme avevano lavorato una vita nel commercio, nella gestione di una pizzeria. In estate tornavano ad Altopascio, dove ritrovavano la pace e dove, dopo la pensione, tornavano spesso. Luigi Pulcini era benvoluto e stimato da tutti. Allegro e altruista, spesso lasciava la colazione pagata a tutte le persone che si trovavano nel bar con lui.

Per questo ai paesani, sembra impossibile che alla base della drammatica aggressione ci sia da parte sua una mancanza di rispetto. O una frase fuori posto. 

Quella mattina del 6 agosto, una domenica, è stato probabilmente l’incontro sbagliato al momento sbagliato. Un ragazzo e una ragazza sono usciti dal bar e si sono allontanati. Dopo pochi secondi però, quella Fiat 500, è tornata indietro, in retromarcia. È sceso il giovane e, secondo quando hanno raccontato i testimoni, avrebbe urlato: “Perché hai guardato la mia ragazza?”. Un battibecco durato pochi istanti, nell’incredulità generale, perché poi Pulcini è stato colpito da un terribile pugno in faccia. È crollato a terra privo di sensi e il suo aggressore, ha infierito con un calcio alla nuca. 

L’anziano, rimasto a terra, già in gravi condizioni, era in un lago di sangue. Gravissimi erano il trauma cranico e facciale riportati. Subito le sue condizioni sono state valutate come disperate. Al Cisanello di Pisa, dove è giunto con l’elisoccorso del 118, hanno tentato un disperato intervento chirurgico per ridurre la lesione celebrale, ma alla fine, dopo dieci giorni il suo corpo si è spento. 

Luigi Pulcini se n’è andato e tutto il paese di Altopascio è sotto choc. Una morte ingiusta e davvero vigliacca della quale nessuno, a partire dalla moglie Sandra, se ne capacità. Tutti chiedono giustizia e gli inquirenti, insieme a carabinieri e polizia municipale locale, stanno lavorando in modo fitto alle indagini per dare un nome e un cognome al responsabile dell’aggressione che ora dovrà rispondere al reato di omicidio. Le ricerche si basano anche sulle immagini raccolte dalle riprese della telecamera di video sorveglianza piazzata in piazza. 

Un giallo che, a quanto trapela, dovrebbe risolversi in pochi giorni che aveva visto protagonista anche un ragazzo incensurato, di 30 anni del posto, che si era autodenunciato, fornendo però un racconto che non ha convinto i carabinieri. 

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