Da Prima Brescia

Tre finti medici propongono cure "alternative" a un bambino di 2 anni malato di tumore e peggiorano la situazione

Hanno approfittato della disperazione della famiglia del piccolo per proporre una terapia al costo di 1.500 euro. Sono stati arrestati e messi ai domiciliari

Tre finti medici propongono cure "alternative" a un bambino di 2 anni malato di tumore e peggiorano la situazione
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Si sono finti medici per spillare soldi alla famiglia di un bambino di due anni malato di tumore. Una storia che fa rabbrividire e che viene da Brescia, dove tre persone sono state arrestate tentata estorsione, sostituzione di persona, esercizio abusivo di una professione, truffa e lesioni personali. Le cure "alternative" che avevano proposto ai genitori, disposti comprensibilmente a tutto per curare il proprio bambino, peraltro avrebbero potuto ucciderlo.

Finte cure a un bambino malato di tumore

Come racconta Prima Brescia, i tre -una 40enne di Bologna, una 39enne di Terni, e un 46enne di Ferrara - sono stati arrestati e messi ai domiciliari.

Il provvedimento è giunto al termine di una complicata attività di investigativa condotta dai carabinieri di Breno a seguito di una denuncia presentata da parte di una coppia che da giugno a novembre 2023 si era affidata a un sedicente medico per sottoporre il figlio minore affetto da una grave patologia a "cure alternative", il tutto al costo di 1.500 euro.

Le cure che non funzionano, anzi

La terapia a distanza proposta era somministrata da un macchinario statunitense basato su un sistema cosiddetto Scio (Scientific Consciousness Interface Operations), che secondo quanto i tre avevano detto ai genitori del piccolo avrebbe potuto distruggere il tumore.  Un metodo basato sulla fisica quantistica e sull’utilizzo di campi magnetici, che in realtà non è servito a nulla, anzi.

A un certo punto, infatti, i genitori si sono accorti che le cure in questione non stavano sortendo l'effetto desiderato e, anzi, stavano portando addirittura a un peggioramento della malattia. Ecco che quindi, alla fine del mese di novembre 2023, il minore ha ripreso le cure tradizionali.

A Striscia la Notizia

Della vicenda pochi mesi fa si era occupata anche Striscia la Notizia: l'inviata Chiara Squaglia aveva intervistato la quarantenne, 40 anni, ribattezzata La Sciamana. La donna, tra le tante cose, aveva dichiarato nel proprio curriculum di aver frequentato quella che lei ha definito come un corso post laurea in Pnei Psiconeurondocrinoimmunologia all'istituto di medicina naturale di Urbino. Istituto che, ai microfoni di Striscia la Notizia ha dichiarato che "La donna si sarebbe iscritta nel 2020 senza mai portare a termine il percorso" specificando poi che "Non si tratta di un corso post laurea".

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