Tre falsi commercialisti sottraevano milioni ai clienti invece di versare i loro contributi
Una quarantina i clienti beffati da due uomini e una donna, che hanno poi fatto fallire la società che avevano creato
I clienti erano convinti che i loro contributi li avrebbe versati il commercialista, e invece...
Falsi commercialisti a Pisa
Immaginate di aver pagato tutte le tasse, affidandovi al commercialista. Un bel giorno ricevete una serie di cartelle esattoriali e pure comunicazioni di fermo amministrativo della vostra auto. E poi, facendo accesso al vostro cassetto fiscale, scoprire che qualcuno per vostro conto, ha inoltrato all’amministrazione finanziaria false richieste di rateizzazione o rottamazione del debito tributario accumulato.
Un incubo in cui sono incappati alcuni contribuenti toscani (una quarantina in totale) che si erano affidati per la compilazione della dichiarazione dei redditi a tre uomini di Pisa, soci e amministratori di un centro elaborazione dati, che anziché pagare le tasse, si sono intascati circa tre milioni di euro.
L’indagine, come riporta Prima Firenze, è scaturita a seguito della ricezione di alcune denunce sporte da imprenditori e commercianti della zona, che si erano visti recapitare, da parte dell’Agenzia delle Entrate, cartelle esattoriali per il mancato pagamento delle imposte
Le indagini
Attraverso gli accertamenti bancari e l’analisi dei dati, i militari della Guardia di Finanza di Pisa hanno accertato che i tre soci, nello svolgere la professione di consulenti fiscali senza alcun titolo abilitativo o iscrizioni all’albo, avevano truffato circa una quarantina di clienti (tra lavoratori autonomi, imprenditori edili, commercianti, medici, gioiellieri) appropriandosi indebitamente del loro denaro - pari a circa 3 milioni di euro - incassato in contanti o tramite assegni bancari, per la cura e la gestione della contabilità, con incarico di provvedere al pagamento delle imposte e dei contributi previdenziali dovuti in relazione all’attività commerciale svolta.
Dopo aver intascato l’ingente somma di denaro, utilizzata principalmente per le spese di natura personale, i falsi commercialisti, due uomini e una donna rispettivamente di 66, 75 e 77 anni - nel periodo dal 2017 al 2023 - hanno cagionato dolosamente il fallimento della loro società, un centro elaborazione dati situato a Pisa, distraendone il patrimonio aziendale e occultando i libri e le scritture contabili alla curatela.