Travolse e uccise un 17enne in bici, assolto per un cavillo: il limite di 50 km/h terminava 80 metri prima
Il veicolo che ha investito Marco Bianchin viaggiava a 77 km/h e proveniva dalla vicina Carbonera, dove il limite era fissato a 50 km/h. L'impatto però è avvenuto nel territorio di San Biagio di Callalta, dove il limite è di 90 km/h
Maurizio Cavasin, 60 anni, residente a Carbonera, è stato assolto dall’accusa di omicidio stradale per appena 80 metri. E' questo l’esito del procedimento in rito abbreviato, conclusosi martedì 19 novembre 2024 presso il tribunale. L’automobilista era indagato per aver investito e ucciso Marco Bianchin (in copertina), 17enne di Spercenigo, il 15 giugno 2023, mentre guidava la sua Fiat Punto a San Biagio di Callalta (provincia di Treviso, Veneto).
Travolse e uccise un 17enne in bici, assolto: rispettava i limiti
Il dettaglio cruciale, come raccontato da Prima Treviso, riguarda proprio quegli 80 metri: l’incidente è avvenuto nel territorio del comune di San Biagio di Callalta, dove il limite di velocità è fissato a 90 chilometri orari. Questo limite non era stato ridotto a 50 chilometri orari, come invece era avvenuto nel vicino comune di Carbonera, da cui proveniva Cavasin.
L’incidente si è verificato intorno alle 15. Marco Bianchin, studente di odontotecnica all’Ipsia Giorgi-Fermi di Treviso, stava percorrendo un sentiero vicino alla ferrovia in sella alla sua mountain bike insieme a un amico.
Uscendo da un passaggio tra i cespugli in via Valdemoneghe, si è trovato sulla strada proprio mentre sopraggiungeva la Fiat Punto di Cavasin, che viaggiava a circa 77 chilometri orari.
L’impatto è stato inevitabile: il ragazzo è stato colpito violentemente, ha sfondato il parabrezza, è stato trascinato per circa 30 metri e infine sbalzato a una decina di metri dalla vettura. Dopo un giorno e mezzo di agonia, Marco è morto all’ospedale di Treviso.
La Procura sosteneva che Cavasin avrebbe dovuto rispettare il limite di 50 chilometri orari indicato nella zona di provenienza. Tuttavia, la difesa ha dimostrato che il luogo dell’incidente rientrava già nel territorio di San Biagio di Callalta, dove il limite è di 90 chilometri orari. La segnaletica di Carbonera, secondo la difesa, aveva valore solo all’interno di quel comune, cessando di essere applicabile una volta superato il confine.
La famiglia di Marco Bianchin, che non si è costituita parte civile, ha ricevuto un risarcimento di circa 500 mila euro dall’assicurazione di Cavasin.