"Il fatto non costituisce reato"

Trattativa Stato-Mafia, sentenza ribaltata: assolti Dell'Utri e ufficiali Ros

La seconda sezione della Corte di Appello di Palermo conferma le condanne soltanto ai boss.

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La sentenza di primo grado è stata completamente ribaltata. Soddisfazione per Marcello Dell'Utri, l'ex braccio destro di Silvio Berlusconi. Amareggiato il fratello di Paolo Borsellino: "E' l'ipotesi peggiore che potessi immaginare perché sull'altare di quella trattativa è stata sacrificata la sua vita".


Trattativa Stato-Mafia: sentenza ribaltata

La trattativa Stato-Mafia, ammesso che ci sia stata, non sarebbe stato un reato. E' questo che la seconda sezione della Corte di Appello di Palermo ha sancito giovedì, pronunciando la sentenza di secondo grado nel processo sulla presunta trattativa assolvendo, di fatto, chi - secondo l'accusa - l'aveva favorita e fattivamente effettuata. Ovvero gli ex ufficiali del ROS Mario Mori, Giuseppe De Donno e il generale Antonino Subranni, assolti perché, hanno stabilito i giudici il fatto non costituisce reato. Dunque i tre avrebbero svolto esclusivamente il proprio lavoro.

Assolto anche Marcello Dell'Utri

Assolto anche l'ex senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri per non aver commesso il fatto. Ridotta la pena al boss Leoluca Bagarella, che passa da 28 a 27 anni di carcere. Confermata invece quella dell'altro boss alla sbarra, Antonino Cinà, condannato a 12 anni. In primo grado le pene inflitte agli imputati erano pesanti: 12 anni a Mori, Subranni e Dell'Utri. 8 a De Donno. L'ex braccio destro di Silvio Berlusconi era stato definito il trait d'union tra mafia e politica. Adesso dice:

"Giustizia è fatta, mi hanno gettato addosso valanghe di fango e sono stato assolto".

Dell'Utri ha scontato una condanna, passata in giudicato, a 7 anni e mezzo di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. La Procura non commenta, aspetta di leggere le motivazioni della sentenza. Una sentenza che ha, di fatto, ribaltato quasi completamente il verdetto e acceso più di una spia sullo svolgimento delle indagini su quella che è considerata una delle pagine più oscure del nostro Paese.

Amareggiato Salvatore Borsellino

In seguito alla lettura della sentenza l'Adnkronos ha raccolto il commento a caldo del fratello di Paolo Borsellino, Salvatore:

"E' l'ipotesi peggiore che potessi immaginare. Aspetto di leggere le motivazioni, tuttavia la sentenza, con la condanna di Bagarella e Cinà, conferma che la trattativa c'è stata, l'assoluzione di Mori e De Donno vuol dire che quella trattativa non costituisce reato. E' l'ipotesi peggiore che potessi immaginare perché sull'altare di quella trattativa è stata sacrificata la vita di Paolo Borsellino. Questo significa che mio fratello è morto per niente".

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