al largo di Salakta

Tragedia al largo della Tunisia: si ribalta un barcone. Morti quaranta migranti, fra cui neonati

Soltanto 30 persone sono state tratte in salvo dalla Guardia costiera tunisina

Tragedia al largo della Tunisia: si ribalta un barcone. Morti quaranta migranti, fra cui neonati

Una nuova tragedia del mare ha colpito le coste tunisine. Secondo quanto riportato dalla radio locale Mosaique FM, quaranta migranti provenienti dall’Africa subsahariana — tra cui diversi neonati — hanno perso la vita dopo che la loro imbarcazione si è capovolta al largo di Salakta, nel Governatorato di Mahdia, in Tunisia.

Tragedia al largo della Tunisia: si ribalta un barcone

A confermare la notizia è stato Walid Chtrabi, portavoce del Tribunale di Mahdia, che ha precisato come altri trenta migranti siano stati salvati dalle unità della Guardia costiera tunisina, intervenute tempestivamente nella zona del naufragio.

“Le prime indagini indicano che a bordo c’erano circa settanta persone”, ha spiegato Chtrabi. “Quaranta corpi sono stati recuperati, tra cui alcuni di neonati, mentre trenta persone sono state tratte in salvo.” Tutte le vittime, ha aggiunto il portavoce, provenivano da Paesi dell’Africa subsahariana, una delle principali aree di origine dei flussi migratori diretti verso le coste europee.

La Tunisia, la cui linea costiera dista appena 145 chilometri dall’isola italiana di Lampedusa, rappresenta ormai da anni un punto di transito cruciale per migliaia di migranti africani che cercano di attraversare il Mediterraneo nella speranza di raggiungere l’Europa. Secondo i dati più recenti dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), oltre 55.000 migranti irregolari sono approdati in Italia dall’inizio dell’anno, di cui quasi 4.000 partiti proprio dalla Tunisia.

Un triste copione

Naufragi come quello di Salakta purtroppo non sono rari. Le cause più frequenti sono le difficili condizioni del mare, ma anche e soprattutto la scarsa qualità delle imbarcazioni fornite dai trafficanti di esseri umani. Si tratta spesso di natanti improvvisati o di battelli costruiti in modo approssimativo, realizzati con lamiere saldate in fretta e inadatte a sostenere lunghi viaggi in mare aperto.

Questa ennesima tragedia mette ancora una volta in luce la drammatica realtà dei flussi migratori nel Mediterraneo e l’urgenza di trovare soluzioni concrete e umanitarie per evitare che il mare continui a trasformarsi in un cimitero per chi fugge da povertà, conflitti e disperazione.