Doppio dramma in Puglia

Tira un pugno al padre che cade e muore: 36enne si toglie la vita per il rimorso

Pasquale Lisi ha colpito il padre Antonio, che è deceduto tre giorni dopo. Lui schiacciato dai sensi di colpa si è tolto la vita

Tira un pugno al padre che cade e muore: 36enne si toglie la vita per il rimorso
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Una discussione come tante, di quelle che avvengono in famiglia tra un padre e un figlio. Ma che è degenerata originando una duplice tragedia. A Cisternino, in provincia di Brindisi, Antonio Lisi, 71 anni, è morto a seguito di una caduta riportata dopo essere stato colpito dal figlio Pasquale, 36 anni. E quest'ultimo, divorato dal rimorso si è tolto la vita.

Tira un pugno al padre che cade e muore

Antonio e Pasquale vivevano a Cisternino. E come ogni padre e figlio avevano ogni tanto delle discussioni. Mai nulla che però abbia mai fatto pensare a degenerazioni o violenza. Fino a venerdì 18 agosto 2023 quando i due hanno iniziato a litigare. I toni a un certo punto si sarebbero alzati e Pasquale avrebbe perso il controllo, colpendo il genitore con un pugno sul volto.

Un colpo che ha fatto perdere l'equilibrio al 71enne, che è caduto a terra, battendo la testa. Immediatamente il giovane si è accorto della gravità della situazione e ha chiamato il 118. A casa sono intervenuti gli operatori dell'ambulanza, che hanno trasportato d'urgenza Antonio Lisi all'ospedale Perrino di Brindisi.

Qui i medici hanno riscontrato un'emorragia cerebrale e hanno sottoposto l'uomo a un delicato intervento chirurgico dopodiché lo hanno trasferito in Rianimazione. Le sue condizioni però sono rimaste gravi e lunedì 21 agosto 2023 Lisi è morto.

Il figlio si toglie la vita distrutto dal rimorso

Una notizia devastante, che ha travolto letteralmente Pasquale Lisi. Che la mattina seguente, attorno alle 4, è stato trovato privo di vita da un collega nelle vicinanze dello stabilimento balneare di Savelletri (Fasano) dove lavorava come guardiano. Il 36enne non ha retto allo shock per l'accaduto e si è tolto la vita.

I carabinieri di Fasano, coordinati dalla Procura di Brindisi, avevano già aperto un fascicolo d’indagine a carico del 36enne per lesioni personali. Un’ipotesi di reato iniziale che si sarebbe trasformata in omicidio, a seguito della morte del padre. E invece l'epilogo è stato ancora più drammatico.

 

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